Un’antica città collocata su un altopiano della Piana di Navelli, intorno le montagne del Gran Sasso, del Velino-Sirente, della Majella e al centro la Via Claudia Nova costruita dall’imperatore Claudio per facilitare gli spostamenti. Peltuinum, oggi inclusa nei territori comunali di Prata d’Ansidonia (AQ) e di San Pio delle Camere (AQ), nasce in questo suggestivo scenario nel I secolo a.C. su un territorio un tempo abitato dal popolo italico dei Vestini e poi assoggettato dai Romani.
GLI SCAVI DI PELTUINUM
I Roma edificarono la città di Peltuinum in un punto strategico: lungo un tratturo già utilizzato in epoca preromana e sopra una falda acquifera. Questi due punti di forza furono utili per sfruttarne le potenzialità agricole e per farne uno dei punti di sosta per le greggi che si spostavano verso la Puglia. Il controllo dei proventi della transumanza era d’altronde fondamentale per il popolo romano e Peltuinum fu costruita su questo pianoro a presidio degli interessi della Roma imperiale.
L’area archeologia di Peltuinum
L’intera area archeologica di Peltuinum, di circa 28 ettari, è un sito straordinario, collocato su un’altura rispetto alla Piana di Navelli ed appare in tutta la sua bellezza lungo la strada che risale lentamente. Le antiche rovine, il vento che serpeggia tra i resti archeologici, le cime che la circondano, fanno di questa città romana un autentico gioiello, un piccolo regno che conserva la storia dei luoghi e dei popoli.
Peltuinum ospita alcune strutture che si sono conservate nel tempo: il muro di cinta (realizzato nel I secolo d.C.), la porta occidentale, alcuni resti di costruzioni e l’area monumentale con il teatro ed il tempio di Apollo.
Nel 47 d.C. venne poi realizzata la Via Claudia Nova, che tagliava la città da est ad ovest, facendo da trait d’union tra la Tiburtina Valeria e la Salaria, le due consolari che univano il Tirreno al mare Adriatico.
PELTUINUM: SULLE TRACCE DI ANTICHI TRATTURI
Peltuinum è una suggestione, incorniciata com’è tra le vette del Gran Sasso, del Sirente-Velino e della Maiella. Città fiorente e collocata strategicamente sulla strada della transumanza, la porta ovest costituiva un varco di controllo per il transito delle greggi. Proprio qui, nei secoli passati, si trovava la dogana e questa attività di vigilanza sull’entrata e l’uscita degli armenti divenne così importante da modificare il toponimo di questo territorio.
Peltuinum e le antiche vie dei pastori
Il cambiamento del nome da Peltuinum a Prata d’Ansidonia bene identifica questa mansione: il latino ansarium (da cui deriva Ansedonia) significa proprio dazio. Il continuo passaggio delle greggi ha lasciato poi una traccia su un cippo risalente al III secolo d.C., che riporta una dedica di due pastori in favore del dio Silvano.
Nel V secolo in quest’area si verificò un devastante terremoto che svuotò la città, in considerazione anche del declino della potenza romana. Quanti sopravvissero a quella catastrofe si spostarono verso luoghi maggiormente difendibili, andando ad abitare territori collocati a maggiori altitudini che poi avrebbero dato vita ai borghi.
L’antica città di Peltuinum
Gli unici che, dopo l’abbandono di quest’area, si installarono sui resti della antica Peltuinum furono i monaci che sulle rovine romane fondarono il monastero di Santa Maria Sidonia, rimanendovi dal VII al XVII secolo. Come era abitudine, tutto quello che era stato costruito secoli prima dai Romani fu riadattato e riusato. La torre orientale, ad esempio, venne utilizzata dalla comunità monastica per conservare le derrate alimentari.
COME ARRIVARE A PELTUINUM
L’antica città di Peltuinum si trova a 25 chilometri da L’Aquila nel comune di Prata d’Ansidonia. Provenendo dal capoluogo abruzzese percorrete la SS 17 in direzione di Pescara e, all’altezza di Castelnuovo, girate a destra seguendo le indicazioni stradali per circa 3 chilometri.
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