La basilica di San Lorenzo fuori le mura a Roma ha una storia particolare e, come molti luoghi di sepoltura di martiri cristiani, venne costruita per sostenere il culto e l’aggregazione della nuova comunità religiosa che si faceva via via sempre più numerosa, soprattutto dopo l’editto di Milano del 313 d.C., che sancì la tolleranza e l’apertura dell’imperatore Costantino verso questa nuova dottrina venuta dall’Oriente.
CHIESA DI SAN LORENZO: LA STORIA
La zona in cui la basilica di San Lorenzo venne edificata era esterna alla città e fino all’annessione di Roma al Regno d’Italia qui si trovavano solo orti, vigneti e campi. Ma la chiesa è una delle più interessanti di Roma perché racchiude in sé l’evoluzione del culto di San Lorenzo e, di riflesso, i rapporti tra impero romano e culto cristiano nonché il fenomeno della crescita del potere della Chiesa in contrapposizione con il potere imperiale.
La storia della sua costruzione è la storia degli interventi che si sono succeduti in quest’area dell’Ager Veranus, espressamente dedicata al culto del protomartire Lorenzo. Il primo impianto basilicale nacque ad opera proprio dell’imperatore Costantino, in un luogo un po’ più spostato rispetto all’attuale basilica mentre un secondo corpo di fabbrica, che corrisponde a quello odierno, venne edificato in prossimità della basilica costantiniana durante l’alto Medioevo. La chiesa subì successivi interventi di ampliamento ed un cambio di orientamento della pianta basilicale. Un’evoluzione interessante se a questo aggiungiamo la costruzione della cittadella fortificata avvenuta nel IX secolo dopo che i Musulmani, risalendo il fiume Tevere, sterminarono la comunità monastica di San Paolo fuori le mura. Questa fortificazione, che ci ricorda quella di Gregoriopoli ad Ostia, si chiamava Laurenziopoli e di essa si persero le tracce quando fu costruito il Verano ad inizio Ottocento.
L’interno della Basilica di San Lorenzo fuori le mura
Il terreno su cui venne costruita la basilica di San Lorenzo è legato alle origini della cristianità di Roma poiché divenne da subito un luogo di celebrazione del martire Lorenzo, un diacono ucciso il 10 agosto 258 dopo l’editto di Valeriano e sepolto in prossimità della Via Tiburtina in una catacomba di proprietà di Ciriaca, sopra la quale venne costruito inizialmente un oratorio. La monumentalizzazione di questa zona avvenne ad opera di Costantino che fece costruire una basilica, oggi non più esistente, che sorgeva dentro l’attuale perimetro del Verano.
Nel 590 Pelagio II decise di ricostruire il piccolo oratorio, celebrando il santo venerato con la realizzazione di una basilica ad corpus, edificata cioè sopra le spoglie del martire, edificio che coesistette con la basilica costantiniana fino al definitivo abbandono di quest’ultima nel XII secolo.
BASILICA DI SAN LORENZO FUORI LE MURA: COSA VEDERE
La Basilica di San Lorenzo fuori le mure in una foto d’epoca
Dovettero passare più di sei secoli perché papa Onorio III decidesse di ingrandire la basilica pelagiana, abbattendo la vecchia abside e ribaltando l’orientamento della chiesa. Le spoglie di Lorenzo vennero collocate sotto l’altare e finalmente la chiesa divenne visibile dalla Via Tiburtina, grazie al bellissimo portico realizzato con elementi di spoglio e capitelli medievali. La parte più antica della basilica pelagiana divenne il presbiterio della nuova costruzione che mantenne il bellissimo mosaico dell’arco absidale. La struttura venne allungata verso ovest con la costruzione delle navate suddivise da colonne di reimpiego e venne realizzato il bellissimo pavimento ad opera dei marmorari romani Cosmati. L’orientamento classico basilicale che prevedeva l’abside verso il punto in cui sorgeva il sole (est) venne così ristabilito.
Il chiostro di San Lorenzo fuori le Mura
Con il bombardamento del 1943 la basilica di San Lorenzo fuori le mura subì pesanti danneggiamenti della facciata, del portico e delle navate mentre il presbiterio ed il chiostro rimasero intatti. Quest’ultimo è uno dei più antichi chiostri costruiti a Roma e dalla seconda metà del XII secolo fu la presenza dei ordini monastici transalpini (come ad esempio i Cistercensi) a dotare i monasteri romani di questo tipo di hortus conclusus, intorno al quale si organizzavano gli ambienti monastici come il refettorio, le celle dei monaci, gli scriptoria.
Ma chi si occupò di realizzare questo nuova costruzione architettonica fino a quel tempo sconosciuta? La presenza del laterizio, le arcate a doppia ghiera e le cornici marcapiano ci suggeriscono che vennero scelte le stesse maestranze che realizzavano i campanili (gli antenati dei Cosmati e Vassalletto). Nel chiostro, a memoria di quanto accaduto durante la seconda guerra mondiale, si trovano anche due frammenti delle bombe che portarono distruzione e morte in tutto il quartiere di San Lorenzo.
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