Un borgo della Tuscia che si affaccia sulle acque di un lago, un’antica città etrusca sconfitta dai Romani che qui fondarono Volsinii, i vicoli medievali, i sapori antichi, una castello che si affaccia imponente sul resto dell’abitato. Questi sono solo alcuni dei luoghi più affascinanti di Bolsena, la tappa di avvicinamento a Roma lungo la Via Francigena. Il lago, il Medioevo, la fede, la rocca, un insieme di storie e spazi che si intrecciano dando vita ad un borgo apprezzato ed ammirato da molti visitatori. Inconfondibili le torri che svettano da lontano sul bacino vulcanico più grande d’Europa. Sulle colline, difatti, sorge la rocca Monaldeschi su cui sventolano le bandiere rosse e gialle del Comune. Dal camminamento e dalle torri si scorge un panorama incredibile che abbraccia la campagna circostante ed il lago di Bolsena con le sue isole, la Martana e la Bisentina.
BOLSENA, COSA VEDERE
Bolsena, un scorcio della Rocca Monaldeschi
Costruita nel Medioevo sul finire del Duecento, la rocca Monaldeschi è dotata di quattro torri quadrate e custodisce al suo interno il Museo Territoriale del Lago di Bolsena che ospita spazi espositivi dedicati ai reperti della città etrusco-romana di Volsinii e alle ceramiche medievali e rinascimentali. Costruito per volere degli Orvietani venne quasi del tutto distrutto dagli stessi abitanti di Bolsena nel 1815 per impedire che venisse conquistato dall’allora principe di Canino, Luciano Bonaparte.
Scendendo attraverso i vicoli del quartiere medievale di Bolsena si arriva ai piedi della chiesa più importante del paese, conosciuta per il miracolo eucaristico: la collegiata di Santa Cristina. Consacrata nel 1077 da papa Gregorio VII di Sovana, la chiesa dal bel campanile trecentesco, è stata fondata in prossimità del cimitero paleocristiano che ospitava le reliquie della martire cristiana.
Bolsena, a sinistra la Basilica di Santa Cristina, a destra una via del centro storico
Proprio al sepolcro di Santa Cristina la cittadina di Bolsena deve molto. Nel Medioevo molti pellegrini che transitavano lungo la Via Francigena si fermavano per venerare il luogo santo. Qui nel 1263-1264 arrivò anche un prelato boemo che decise di celebrare messa e che, preso dai dubbi circa la possibilità della transustanziazione del pane e del vino, fu testimone del miracolo. Durante il rito dall’eucarestia, infatti, l’ostia prese a sanguinare, macchiando il sacerdote ed il pavimento della chiesa. In seguito a questo episodio papa Urbano IV, che allora risiedeva ad Orvieto, istituì la festività del Corpus Domini e per ricordare il miracolo venne costruito sul finire del Duecento il Duomo di Orvieto che ancora oggi custodisce il corporale, il panno di lino dell’officiante.
La Cappella del Miracolo (XVII secolo), da cui si accede dalla navata di sinistra della collegiata, ospita invece le Sacre Pietre: le quattro lastre di marmo sporcate dal sangue. La quinta si trova a Porchiano del Monte, frazione di Amelia (TR). Dalla sinistra della cappella si arriva al luogo in cui sarebbe stato ritrovato il corpo della martire, la grotta di Santa Cristina anche detta La Basilichetta. Sotto il suo altare nel 1880 vennero eseguiti degli scavi e venne portata alla luce una necropoli paleocristiana; qui venne rinvenuto anche un sarcofago contenente un’urna con le ossa della martire.
Vale la pena di visitare anche un’altra chiesa che si trova lungo la strada, quella di San Francesco del XIII secolo e ad unica navata con tetto a capriate. La parte esterna presenta un portale strombato ed un rosone. Nel corso del XVI secolo venne realizzata, su progetto di Ippolito Scalza, la piazza antistante l’edificio di culto che ancora oggi vediamo. Poco più avanti troviamo la Fontana di San Rocco fatta costruire intorno al 1450 dal cardinale Giovanni de’ Medici e costituita da otto cannelle. Secondo la tradizione proprio San Rocco avrebbe bevuto le sue acque e sarebbe guarito da una ferita alla coscia. L’evento viene ricordato ogni 16 agosto con una messa.
Ma Bolsena è anche la città romana di Volsinii di cui restano testimonianze nella parte alta del borgo, a Poggio Moscini, lungo la via che collega la Tuscia ad Orvieto. Nell’area archeologica è possibile osservare i resti dell’anfiteatro, le immancabili terme, due domus ed il foro. Ci si muove tra le rovine romane tra resti di pavimentazione a mosaico, colonne di granito rosa, portici, botteghe che si aprono su un affaccio meraviglioso che allarga la vista sul lago di Bolsena.
BOLSENA, DOVE MANGIARE
State cercando un ristorante in cui sedervi ed assaggiare i piatti tipici della Tuscia. Avete visitato il paese ed ora volete rifocillarvi passando un po’di tempo in compagnia di gustosi pasti. A Bolsena c’è solo l’imbarazzo dell scelta, potendo optare per locali collocati in pieno centro come L’Osteria del Contadino che propone piatti come polenta, trippa, gnocchi, fettuccine oppure andando un po’ più fuori dall’eccellente Gio’, che dispone di menu particolari e ricercati dove non mancherà il pesce di lago. Se invece state pensando di rilassarvi in una locanda vista lago potete prenotare un tavolino alla Trattoria del Moro con la sua bellissima terrazza, cibo ricercato sia di lago che di terra ed un’ottima carta dei vini per accompagnare il pasto.
DOVE DORMIRE
Bolsena è un borgo molto attraente per via del suo lago e questo ovviamente ha sviluppato molto la ricettività all’interno del suo tessuto urbano. Potrete così trovare sia appartamenti in pieno centro storico come Civico 4 e Casa Beatrice sia ville ed hotel in riva al lago come Villa Clara e l’Hotel Holiday Sul Lago. Per gli amanti del B&B si può prenotare una camera al Casale 1541 oppure optare per un soggiorno in agriturismo come l’Agriturismo Battaglini.
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