Sulle orme del Medioevo e dei complessi monastici del centro Italia è consigliabile fermarsi ad ammirare un piccolo centro in Abruzzo, posto a 30 km da L’Aquila. Si tratta di Bominaco (frazione di Caporciano) che con il suo castello, iniziato a costruire nel XII secolo, e la sua torre cilindrica, oggi ancora visibile, domina l’altopiano di Navelli.
COSA VEDERE A BOMINACO
A Bominaco nel X secolo venne fondato un monastero benedettino appartenente all’abbazia di Farfa che, dopo un periodo di floridezza durato fino al Duecento, ha definitivamente chiuso i battenti nel 1792.
Castello di Bominaco
In contrasto continuo ed assiduo con la diocesi di Valva da cui è cominciato a dipendere dal 1093, il complesso benedettino ha vissuto la sua storia attraversando questa lunga conflittualità senza mai approdare ad una maggiore autonomia rispetto al vescovo valvense. Di quel monastero oggi è possibile ammirare due edifici costruiti tra l’XI ed il XII secolo: la chiesa romanica di Santa Maria Assunta e l’oratorio di San Pellegrino. Entriamo a vedere la ricchezza artistica che nascondono.
LA CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA A BOMINACO
Bominaco, Abbazia di Santa Maria Assunta
La chiesa di Santa Maria Assunta presenta un portico ornato nella parte superiore e sormontato da una monofora circondata da quattro teste leonine. L’interno è a tre navate suddivise da colonne di spoglio e capitelli corinzi con decorazioni vegetali. Le testimonianze più interessanti della chiesa sono legate all’arte marmorea presente all’interno dell’edificio. Colpisce, nella navata centrale, la presenza dell’ambone databile al 1180 e commissionato dall’abate Giovanni. Si tratta di una tribuna finemente decorata e sollevata da quattro colonne con capitelli corinzi. L’altare è coperto, invece, da un pregevole ciborio del 1223, affiancato da un cero pasquale.
Consulta la guida su cosa vedere in Abruzzo
L’ORATORIO DI SAN PELLEGRINO
Bominaco, oratorio di San Pellegrino
L’edificio più sorprendente è rappresentato sicuramente dall’oratorio di San Pellegrino, capace di offrire un notevole contrasto tra la dimessa struttura esterna (ad aula unica) e l’esplosione di colori degli affreschi che conserva al suo interno.
La struttura venne commissionata nel 1263 dall’abate Teodino e fu edificata su un precedente edificio che, secondo l’iscrizione, a rege carulo fuit edificata [fu costruito da re Carlo]. Secondo molti studiosi questo monarca sarebbe proprio Carlo Magno, che passò da queste parti e qui soggiornò.
L’aula, con volta a botte ogivale, è ricoperta da cicli di affreschi databili al XIII secolo ed intrecciati tra loro. Suddivisi su tre registri, possiamo osservare scene che riguardano l’infanzia di Gesù, la passione, il giudizio universale e la vita di San Pellegrino. È possibile poi ammirare, ai lati dell’altare, uno dei rari esempi di calendario liturgico dipinto e giunto a noi in ottimo stato di conservazione. Ad ogni mese sono dedicate due vignette in cui sono riportati il segno zodiacale, la corrispondente fase lunare, una figura allegorica che rappresenta il mese ed i relativi giorni contrassegnati dalle lettere dell’alfabeto e non dai numeri.
Non conosciamo il nome dei pittori che si dedicarono alla decorazione dell’oratorio di San Pellegrino ma è comunque possibile riconoscere almeno tre mani diverse che diedero vita alla realizzazione del ciclo pittorico. Tra questi ricordiamo proprio l’autore del calendario e delle fasce decorative: il Maestro Miniaturista, che presenta una pittura attenta e particolareggiata in ogni suo aspetto.
Per approfondire:
Leggi anche: Serramonacesca, sulle orme di monaci ed eremiti della Majella