In un ambiente boscoso e ricco di acque come quello amiatino, sorge il paese di Santa Fiora (GR), entrato nel 2016 nel novero dei Borghi più belli d’Italia. Ricco di storia e legato alle vicende della famiglia Aldobrandeschi, il borgo toscano presenta un centro storico ben conservato, interessante dal punto di vista architettonico.

LA PESCHIERA DI SANTA FIORA

Santa Fiora, scorcio del borgo visto dalla Peschiera

Santa Fiora, scorcio del borgo visto dalla Peschiera

Il fiume Fiora è elemento dominante del paese e sorge a 646 metri nella Peschiera, il bacino d’acqua che raccoglie le acque del fiume e che custodisce un giardino costituito da pini, cipressi, tigli, magnolie e cedri del Libano. Utilizzata nel corso del Medioevo per la pesca delle trote, la Peschiera di Santa Fiora venne ristrutturata nel 1851 dalla famiglia Sforza attraverso la costruzione di mura più alte. La grande vasca ospita ancora oggi varie specie ittiche ed ornitologiche tra cui trote, germani e cigni.

Accanto si trova la Chiesa della Madonna delle Nevi, dal cui pavimento è possibile scorgere la sorgente d’acqua del fiume Fiora, in cui un tempo venivano immerse le fedi nuziali durante i riti matrimoniali. Il nome della chiesa è legato alla leggenda di una nevicata avvenuta nel periodo estivo, quando l’immagine della Madonna venne portata via dalla sua edicola e tornò al suo posto da sola, lasciando le impronte sulla neve.

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SANTA FIORA, NEL CUORE DEL BORGO ANTICO

Oltrepassata la Porta di San Michele si entra nel cuore del borgo, corrispondente ad un secondo intervento espansivo rispetto al nucleo originario. Qui, un tempo, abitava il ceto medio costituito da artigiani e commercianti. Tra le vie strette del borgo oggi si aprono il convento delle Clarisse, la cui chiesa conserva all’interno un crocifisso ligneo del XV secolo, e la chiesa di Sant’Agostino con la sua torre slanciata. Architravi e finestre di tutto questo nucleo sono state costruite con il peperino. La Via Lunga, invece, per volere del Duca Gaetano, divenne nel 1714 il ghetto ebraico al cui interno si trovavano il forno e la sinagoga.

LE TERRACOTTE DI ANDREA DELLA ROBBIA

Terracotta di Andrea nella Robbia a Santa Fiora

Terracotta di Andrea nella Robbia a Santa Fiora

Proseguendo il cammino si arriva al nucleo centrale del borgo, la parte più antica denominata Castello. Qui si incontra la Pieve, una chiesa romanico-gotica dedicata a Santa Flora e Santa Lucilla sulla cui facciata si trovano il rosone in travertino e gli stemmi delle famiglie Aldobrandeschi e Sforza. L’interno, invece, a tre navate suddivise da archi a tutto sesto racchiude una raccolta di terrecotte di Andrea della Robbia. I personaggi di colore bianco si stagliano su sfondi azzurri contornati da fregi floreali e da fogliame. Il Battesimo di Gesù, il pulpito ornato da tre bassorilievi, la Pala della Madonna della Cintola, il Trittico comprendente l’Incoronazione della Vergine, le Stimmate di San Francesco e San Gerolamo sono state realizzate dal Della Robbia e dalla sua bottega nella seconda metà del Quattrocento. Va ricordato che a quel tempo le terrecotte erano collocate in maniera differente da come sono disposte attualmente.

GLI ALTRI MONUMENTI DI SANTA FIORA

Si arriva, quindi, al cuore del borgo in Piazza Garibaldi, dove sorgono la Rocca Aldobrandesca ed il Palazzo dei Conti Sforza, oggi Sforza-Cesarini, sede dell’amministrazione comunale. Del castello, un tempo dotato di cinque torri, ne rimangono soltanto due: la torre quadrata centrale, detta degli Aldobrandeschi, e la torre dell’orologio che presenta merlature ottocentesche. Il rinascimentale Palazzo Sforza-Cesarini, invece, venne costruito nel corso del XVI secolo per volere dell’omonima famiglia ed ospita due cicli di affreschi allegorici del XVII secolo raffiguranti le Quattro stagioni e le Ore del giorno.

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