Il 20 settembre 1870 sulla cupola di San Pietro compare una bandiera bianca, issata in segno di resa dalle truppe papaline. È la presa di Roma, meglio nota come breccia di Porta Pia. Il pontefice, Pio IX, si barrica all’interno della città leonina e le truppe italiane prendono possesso dei territori della Chiesa. A nove anni dalla proclamazione del Regno d’Italia, Roma ed i territori dello Stato Pontificio entrano finalmente a far parte dello Stato italiano, concludendo il processo di riunificazione e ponendo fine alla questione romana. Il potere temporale del papato termina dopo quella che nelle intenzioni doveva essere una battaglia simbolica, uno scontro che, secondo le intenzioni del pontefice, doveva ‘unicamente consistere in una protesta atta a constatare la violenza’ dell’esercito italiano.
BRECCIA DI PORTA PIA, L’ATTACCO ALLO STATO PONTIFICIO
Breccia di Porta Pia in un dipinto di Carlo Ademollo
Ma cosa era successo prima e perché lo Stato italiano aveva deciso di conquistare Roma? In campo internazionale si era verificato un fatto nuovo: a Sedan la Francia di Napoleone III era capitolata contro l’esercito prussiano e questo evento aveva modificato anche lo scacchiere italiano. Lo Stato Pontificio, protetto e tutelato dai Francesi, perdeva di colpo un alleato importante, trovandosi scoperto davanti alle istanze risorgimentali di completamento dell’unificazione.
I preparativi di invasione fervono, gli ordini sono precisi: l’esercito italiano, costituito da 5 divisioni per un totale di 50.000 unità e al comando del generale Raffaele Cadorna, deve penetrare nei territori dello Stato della Chiesa da tre punti differenti per accerchiare le truppe pontificie. L’11 settembre 1870 l’esercito italiano entra nei territori papali da nord, a Bagnoregio, e da sud, a Ceprano. Segue poi l’incursione da est, dalla Sabina. L’esercito del papa, composto da poco più di 13.000 unità, ripiega e si arrocca a difesa della città di Roma.
20 SETTEMBRE 1870, SU SAN PIETRO SVENTOLA BANDIERA BIANCA
Mura aureliane
L’esercito italiano, giunto sotto le mura di Roma, attende l’ordine per attaccare. Si sa che l’assalto avrà inizio alle 5.30 del 20 settembre 1870 tanto che il papa, alle prime luci del nuovo giorno, riunisce numerosi diplomatici affinché testimonino l’ingiuria e l’affronto patito. L’ordine che ha impartito è quello di evitare un inutile spargimento di sangue ma il comandante pontificio Kanzler lo convince che sarebbe più onorevole resistere e mostrare il valore dei soldati accorsi in difesa del pontefice. Quando arriva l’ordine di sparare si comincia a sentire il fragore dei cannoni posizionati lungo le porte delle antiche Mura Aureliane.
Visualizza questo post su Instagram
A sinistra di Porta Pia, poco dopo le 9 del mattino, comincia ad aprirsi una breccia che via via si allarga sempre di più. Alle 10 viene issata la bandiera bianca sulla cupola di San Pietro e l’esercito italiano comincia ad occupare la città, mentre le truppe papaline e Pio IX si rinchiudono nella Città Leonina. Alla conta dei morti risulta che 19 soldati pontifici e 49 soldati italiani sono rimasti sul campo. Pochi giorni dopo, il 2 ottobre 1870, si vota il plebiscito per l’annessione di Roma al Regno d’Italia. L’esito è scontato ed il pontefice si dichiara prigioniero politico, emanando un mese dopo un’enciclica che dichiara l’occupazione violenta, nulla e invalida.
Potrebbe interessarti anche:
Leggi anche: Gloria e fine della Repubblica Romana La spina di Borgo, storia di una distruzione