Rocca Sinibalda (RI) si erge su un’altura situata in prossimità del lago del Turano, nello splendido territorio boscoso del reatino orientale. Quello che colpisce di questo paese di sole 800 anime nella provincia di Rieti è sicuramente la presenza imponente del castello che domina la collina su cui è adagiato. La conformazione caratteristica ed asimmetrica del castello di Rocca Sinibalda ricorda la figura di un’aquila o, secondo alcuni, quella di uno scorpione. La storia del baluardo difensivo ha inizio nel 1084, anno in cui viene citato per la prima volta in un atto di donazione in favore dell’abate di Farfa, e la sua costruzione si lega alla necessità della popolazione rocchigiana di dotarsi di una rocca in grado di proteggerla dagli attacchi nemici.

STORIA DEL CASTELLO DI ROCCA SINIBALDA

L'imponenza del castello di Rocca Sinibalda

L’imponenza del castello di Rocca Sinibalda

Nella pianura sottostante scorre il fiume Turano che nei secoli passati aveva una portata d’acqua notevole e che, straripando, rendeva la campagna circostante un ambiente decisamente acquitrinoso. Al problema sanitario se ne aggiungeva un altro non di minore gravità: quello legato alle invasioni e alle razzie.

I Saraceni nell’825 e gli Ungari nel X secolo avevano causato notevoli danni a Roma e al limitrofo territorio sabino. Per tale motivo le popolazioni cominciarono ad organizzarsi e a dare vita al processo di incastellamento, ovvero alla costruzione di rocche e cinte murarie che includevano anche i centri abitati.

La salvezza per la popolazione locale era rappresentata ovviamente dall’altura, quella roccia solida su cui sarebbero poi poggiate le fondamenta del castello, e da uno sbarramento naturale come quello rappresentato dal fiume Turano. Questi due elementi resero inespugnabile il castello  di Rocca Sinibalda per tutta la sua lunghissima vita.

Castello di Rocca Sinibalda visto da varie angolazioni dal basso

Castello di Rocca Sinibalda visto da varie angolazioni dal basso

La conformazione iniziale della fortezza non aveva niente a che vedere con quella che osserviamo oggi, poiché cambiamenti e modifiche sono sopraggiunti nel corso dei secoli.

Questa era terra di confine: qui si trovava la frontiera tra lo Stato Pontificio ed il Regno di Napoli e tanta fu l’influenza che il pontefice esercitò su questo territorio che nella prima metà del Cinquecento papa Clemente VII affidò al cardinale Alessandro Cesarini il compito di provvedere al mantenimento del castello. E la cosa, sebbene all’inizio avesse suscitato disappunto nel prelato, successivamente venne accolta con favore. Infatti nel 1527 Roma subì l’efferato attacco da parte dei Lanzichenecchi che devastarono la città e commisero stupri, uccisioni, saccheggi ed ogni altro tipo di violenza.

Castello di Rocca Sinibalda (RI)

Castello di Rocca Sinibalda (RI)

LA STORIA DELLA FORTEZZA

La fortezza di Rocca Sinibalda assunse il suo definitivo aspetto proprio nel periodo del sacco di Roma, quando il cardinale Cesarini comprese l’importanza di risiedere in un castello relativamente vicino alla sede papale ma protetto dall’altura e dalla conformazione del territorio.

Pensò, quindi, di intervenire sulla struttura della fortezza per trasformarla anche in una sede signorile, un palazzo rinascimentale in cui godere dei piaceri e dei lussi che aveva conosciuto a Roma. Chiamò quindi a lavorare nel piccolo borgo reatino l’architetto senese Baldassarre Peruzzi, che cominciò ad elaborare i progetti per la ristrutturazione del castello di Rocca Sinibalda (tre dei suoi disegni oggi sono conservati al Museo degli Uffizi di Firenze).

I lavori iniziarono nel 1532 ma solamente quattro anni dopo l’architetto morì e la nuova residenza-fortezza dovette essere terminata da altri artisti che modificarono parzialmente il progetto originario a causa dei problemi riscontrati in corso d’opera.

La sottostante roccia su cui poggiava la fortezza, infatti, non consentì di muoversi liberamente e di rispettare il disegno del Peruzzi. Si rese necessario, invece, adattare il progetto all’orografia della collina. Le volontà del cardinale Cesarini però vennero rispettate e l’esecuzione dell’opera obbedì alla necessità di avere una solida rocca asimmetrica e, al contempo, un palazzo signorile dotato dei comfort che il prelato esigeva.

La Valle del Turano vista dal camminamento del Castello di Rocca Sinibalda

La Valle del Turano vista dal camminamento del Castello di Rocca Sinibalda

COSA VEDERE NEL CASTELLO 

L’interno del castello di Rocca Sinibalda venne affrescato sempre nel Cinquecento con dipinti aventi come tema portante quello tratto dalle Metamorfosi di Ovidio, soggetto che fu mescolato alle vicende della famiglia Cesarini.

Nel salone, invece, sono conservate decorazioni più recenti perché nel 1710 avvenne lo scoppio della polveriera, il luogo in cui venivano conservate le armi. L’evento causò un devastante incendio che distrusse la Sala Grande del piano nobile ed il piazzale sottostante.

 

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Il castello, di proprietà privata, è stato riaperto al pubblico nel 2014, dopo 7 anni di restauro, e in alcune delle oltre cento stanze ospita collezioni di maschere e totem africani che, in continuità con gli affreschi cinquecenteschi, sviluppano il tema del cambiamento e delle metamorfosi.

Il camminamento esterno offre, invece, l’opportunità di percorrere il perimetro del castello godendo del meraviglioso affaccio sulla valle del Turano.

Per info e orari: www.castelloroccasinibalda.it

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