Esempio florido di riutilizzo e e di recupero archeologico-industriale, lo stabile un tempo occupato dall’ex centrale termoelettrica Montemartini oggi ospita uno degli spazi espositivi di proprietà del Comune di Roma. Con l’aumento delle collezioni dei Musei Capitolini si avvertì negli anni Novanta la necessità di aprire, prima temporaneamente poi stabilmente, una nuova sede in grado di accogliere i nuovi acquisti di reperti archeologici. Oggi convivono nello stesso spazio busti, sculture, statue romane, caldaie e motori della dismessa centrale in un’alternanza di modernità e di archeologia.

CENTRALE MONTEMARTINI: LA STORIA 

Centrale Montemartini, statue

Centrale Montemartini, statue

Fu il sindaco di Roma, Ernesto Nathan, a volere una centrale termoelettrica in grado di produrre l’elettricità necessaria per la città di Roma, togliendo il monopolio alla società privata Anglo-Romana e, di fatto, municipalizzando i servizi pubblici. Il Consiglio Comunale deliberò la nascita dell’ente pubblico che avrebbe dovuto occuparsi della realizzazione della centrale che aveva la funzione di supportare la centrale che si stava costruendo a Castel Madama. Nacque così, su interessamento dell’assessore al tecnologico Giovanni Montemartini, la AEM (Azienda Elettrica Municipale oggi ACEA) che diede avvio alla prima centrale elettrica pubblica di Roma, inaugurata il 30 giugno 1912.

La struttura in cemento armato della centrale Montemartini sorse sulla Via Ostiense in prossimità della confluenza del fiume Almone con il Tevere proprio per consentire lo sfruttamento dell’afflusso idrico necessario per il funzionamento delle macchine.  Le turbine a vapore, i motori diesel (che venivano accesi quando aumentava la richiesta elettrica) e le caldaie vennero costruite dalla ditta Franco Tosi di Legnano. Durante gli anni Trenta, con la realizzazione del nuovo quartiere EUR, si avvertì la necessità di implementare la produzione di energia elettrica; vennero così prodotti due motori più potenti ed una turbina a vapore in grado di sviluppare 20.000 kW.

La centrale Montemartini venne dismessa a metà degli anni Sessanta e definitivamente abbandonata. Soltanto venti anni dopo si avviarono dei lavori di ristrutturazione e di adeguamento per il cambio di destinazione dei suoi locali e, per la prima volta, nel 1997 al suo interno venne ospitata una mostra temporanea. Quattro anni dopo l’ex centrale divenne finalmente uno spazio museale permanente. L’accostamento ardito dell’antichità alla modernità suscitò subito interesse da parte dei visitatori tanto che le stanze delle macchine vennero allestite con una serie di reperti rinvenuti durante i lavori eseguiti quando Roma divenne capitale.

Mosaici, pietre tombali, statue, decorazioni oggi sono in bella mostra nella Sala Macchine, nella Sala Caldaie, nella Sala Colonne, esposti secondo un ordine preciso e suddivisi tra i reperti appartenenti alla Roma repubblicana, tra gli oggetti ritrovati nel cuore pulsante della città antica ed infine tra i resti relativi ai giardini e alle residenze imperiali. Inoltre, dal 2016 è esposto qui, nella seconda Sala delle Caldaie terminata nel 1924, anche il treno di papa Pio IX con le sue tre vetture risalenti al 1858 ed utilizzate dal pontefice per i suoi spostamenti.

CENTRALE MONTEMARTINI: LE OPERE DEL MUSEO

Statua di Marsia - Centrale Montemartini

Statua di Marsia – Centrale Montemartini

Le bellissime opere che troviamo lungo il percorso espositivo della centrale Montemartini si mescolano tra di loro, intrecciando tematiche ed immagini diverse. Le oltre 400 statue qui ospitate accolgono il busto di Cleopatra di epoca ellenistica (rinvenuta alla fine dell’Ottocento in Via Labicana), le raffigurazioni ed i volti di divinità, di imperatori ed eroi mitologici come ad esempio la sorprendente statua di Marsia, con il suo potente marmo rosso, rinvenuto nel 2009 presso la Villa delle Vignacce nel Parco degli Acquedotti, in cui il sileno punito per la sua superbia da Apollo, è legato ad un albero e scorticato vivo. E poi troviamo monumenti funebri rinvenuti nella città durante gli scavi di realizzazione di nuovi assi viari, opere musive con scene di caccia e di animali, monumenti funebri, sarcofagi finemente decorati, ritratti femminili, pitture tombali, fregi ed affreschi con scene militari.

Mosaico di Santa Bibiana - Centrale Montemartini

Mosaico di Santa Bibiana – Centrale Montemartini

E poi il meraviglioso mosaico di Santa Bibiana rinvenuto nel 1904 nei pressi dell’omonima chiesa e raffigurante scene di caccia al cinghiale. Notevoli sono i monili d’oro, gli orecchini, le perle, i bracciali, le spille con ametiste, gli anelli, i pettinini, gli specchi nonché la bambola di avorio che faceva parte del corredo funeraria di una bambina, Crepereia, vissuta nel II secolo d.C. e ritrovata nel 1889 durante i lavori per la costruzione del palazzo di Giustizia nel quartiere Prati.

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