Un cimitero particolarmente suggestivo si nasconde alle spalle della piramide Cestia, un luogo che trasporta il visitatore verso atmosfere nordiche grazie alla presenza di lapidi e tombe monumentali che si susseguono nel luogo di sepoltura pensato ed utilizzato per i protestanti che dimoravano a Roma. Il cimitero acattolico, anche detto degli Inglesi, è sostanzialmente uno spazio di pace e tranquillità, al riparo dal traffico e dai rumori che la città emana. Qui, come custodi silenziosi delle spoglie dei defunti, vivono i “gatti della Piramide“, la colonia felina che dal 1984 è stata costituita in quest’area.

CIMITERO ACATTOLICO, LE TOMBE

 

Piramide Cestia e Cimitero acattolico

A sinistra la piramide Cestia, a destra la tomba di Shelley nel cimitero acattolico di Roma

Grazie agli studi condotti da Edward Corp, oggi sappiamo che il cimitero acattolico nacque nel 1716, anno della morte di un medico protestante che aveva seguito in esilio la corte di Giacomo III Stuart. Lo Stato Pontificio proprio in quell’anno aveva accolto, infatti, la famiglia Stuart e molti giacobiti che erano rimasti fedeli alla famiglia. Con la morte di un uomo non aderente alla religione cattolica venne alla luce il problema della sepoltura degli inglesi e degli scozzesi che si trovavano a Roma. Papa Clemente XI optò per concedere, come luogo di sepoltura, un terreno posto al confine meridionale della città, accanto al sepolcro monumentale di Cestio. Da quel giorno in poi lo spazio venne aperto in favore di tutte quelle persone non cattoliche che, trovatesi a Roma per motivi di lavoro o di studio o durante il compimento del Grand Tour, morivano nella Città Eterna.

La parte più antica del cimitero acattolico è un fazzoletto di terra erbosa che accoglie tombe in ordine sparso, prive di croci perché lo Stato Pontificio proibì fino al 1870 che tale simbolo venisse utilizzato dagli acattolici. Qui, alla vista della piramide Cestia, si trova la tomba del giovane poeta inglese John Keats morto a Roma a soli 26 anni. Lo scrittore non volle che sulla lapide venisse scritto il suo nome, sul marmo oggi si legge un epitaffio dettato da lui stesso e che, nelle righe finali, ricordano che “Qui giace uno il cui nome fu scritto nell’acqua“. Accanto ad essa è posta la stele del suo amico pittore Joseph Severn raffigurante una tavolozza con pennelli. Poco distante da lì è custodita la tomba di un altro poeta inglese, morto durante un naufragio al largo delle coste toscane a soli 29 anni: quella di Percy Bysshe Shelley su cui sono trascritti dei versi di Shakespeare tratti da La Tempesta che ricordano come la morte non sia una dissoluzione ma una trasformazione, una metamorfosi.

Tomba di Antonio Gramsci al cimitero acattolico di Roma

Tomba di Antonio Gramsci al cimitero acattolico di Roma

Il cimitero acattolico venne successivamente ingrandito nel corso dell’Ottocento, grazie alla concessione papale di un terreno prossimo al precedente sepolcreto. Questa parte, che è quella da cui si accede oggi, custodisce numerose altre tombe di personaggi illustri tra i quali possiamo ricordare il figlio dello scrittore Johann Wolfgang Goethe che trovò la morte a Roma mentre era in viaggio nonché personalità italiane come Antonio Gramsci, lo scrittore Carlo Emilio Gadda, la poetessa Amelia Rosselli, il fisico Bruno Pontecorvo.

Ma la tomba che desta maggiormente l’attenzione e la curiosità dei visitatori è sicuramente quella realizzata nel 1894 dallo scultore William Wetmore Story per sua moglie Emelyn. Si tratta de L’angelo del dolore e ritrae un messaggero divino inginocchiato ed appoggiato ad un basamento di marmo mentre si dispera e tiene la testa china.

Per informazioni e per conoscere la posizione delle varie tombe si consiglia di consultare il sito ufficiale del cimitero acattolico.

 

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