La Liguria è terra di linee spezzate ed aguzze, è il mare che si confonde tra gli ulivi, è il colore acceso dell’estate e queste immagini non sono solo rappresentazioni da carta patinata perché chi conosce questo territorio sa che è così. Chi è andato a visitare le coste frastagliate ed impervie delle Cinque Terre, con i borghi nati e cresciuti tra le aspre colline e la distesa marina, ha fatto esperienza di questo piccolo mondo incantato.

CINQUE TERRE: UN INCANTO PATRIMONIO UNESCO

Cinque Terre

Cinque Terre. Monterosso

I due promontori che ospitano Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore caratterizzano il territorio rendendolo unico. L’uomo ha colonizzato questo spazio impervio rispettandone le caratteristiche e la natura costituita da insenature, baie, ripidi pendii. Proprio grazie a questo processo di antropizzazione rispettoso del territorio, l’Unesco ha inserito le Cinque Terre nel Patrimonio dell’Umanità per “l’armoniosa interazione stabilitasi tra l’uomo e la natura”, uno scambio che ha favorito la creazione di un panorama amato dai numerosi visitatori che si riversano ogni anno lungo le sue coste.

I borghi che animano le Cinque Terre, a dispetto di quanto possa sembrare, non nacquero con un’anima marinara, piuttosto sorsero, così come li vediamo oggi, nell’XI secolo come centri agricoli, grazie alla spinta e al movimento delle popolazioni che abitavano nell’entroterra, nella Val di Vara e che, un po’ a causa dell’aumento demografico, un po’ grazie al minor numero di attacchi di predoni musulmani, si stanziarono su questi dieci chilometri di costa, dando origine ai cinque nuclei abitativi.

Ogni borgo ha le sue caratteristiche e le sue storie con rocche, chiese, fortificazioni e santuari a segnare ed identificare questo territorio intessuto di sentieri che collegano tra di loro le Cinque Terre. E poi la natura addomesticata dei terrazzamenti che hanno consentito la coltivazione dei terreni e le querce, i pini, i castagni che si mescolano all’alloro, al rosmarino, al cappero, alla lavanda, amalgamando odori e colori.

Quelli stessi che avevano inebriato gli occhi e lo spirito di un Montale bambino che a Monterosso trascorse, insieme alla sua famiglia, parecchie delle sue estati. I suoi sensi si sono nutriti di queste terre ed hanno alimentato il cuore e la penna, tanto da fargli vincere il premio Nobel per la letteratura nel 1975.

Nei suoi versi è contenuto il senso di questo territorio, il meriggiare pallido e assorto, il paesaggio scabro ed essenziale che ha ispirato la raccolta poetica di Ossi di seppia. Nelle sue poesie si ritrovano molti ricordi e molte immagini delle Cinque Terre: Dal porto di Vernazza le luci erano a tratti / scancellate dal crescere dell’onde / invisibili al fondo della notte. Montale ha saputo immortalare nei suoi componimenti il mare in burrasca con le sue onde, la spuma, i flutti e poi le vigne, le spigolatrici, la macchia mediterranea.

COME ARRIVARE ALLE CINQUE TERRE: IN TRENO PER UN VIAGGIO SLOW

Come arrivare alle Cinque Terre: in treno

Come arrivare alle Cinque Terre: in treno

Ma come arrivare alle Cinque Terre? Qual è il modo migliore di arrivare in questi piccoli borghi senza avere problemi? I luoghi molo ristretti ed i paesi abbarbicati sulle colline non offrono molti spazi per lasciare la macchina, per cui il consiglio è quello di raggiungere le Cinque Terre con il treno, che assicura una facile accessibilità ai cinque borghi marinari ed una meravigliosa vista panoramica sul paesaggio circostante.

Per chi strizza l’occhio al turismo sostenibile c’è anche la possibilità di acquistare la Cinque Terre Card, un biglietto che offre l’accesso gratuito al Sentiero Azzurro (12 chilometri di percorsi che uniscono i borghi), visite guidate, l’entrata con tariffa ridotta ad alcuni musei nonché viaggi illimitati sulla ferrovia che copre il tratto Levanto-La Spezia.

In più le acque cristalline, le rocce e gli strapiombi sono ottimi soggetti da fotografare e chi decide di raggiungere i borghi utilizzando i sentieri che passano su mulattiere ed antichi percorsi, solcati dagli uomini nei secoli passati, non si pentirà della fatica sostenuta. Il paesaggio, infatti, ripaga in pieno lo sforzo dell’escursione e dello zaino un po’ più pesante per la presenza delle apparecchiature fotografiche.

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