Civita di Bagnoregio, il borgo medievale, la città che muore, il luogo di nascita di San Bonaventura, il paese che lentamente si sgretola. Con questi termini si potrebbe racchiudere l’essenza del centro abitato della Tuscia. Entrato di diritto nel novero dei Borghi più belli d’Italia, Civita di Bagnoregio vive in bilico sul tufo, affascinando i suoi visitatori e regalando scorci di bellezza estatica. Vi conduciamo all’interno di questo splendido paese per mostrarvi tutto quello che c’è da vedere.

Il paesaggio che caratterizza e rende così unico al mondo Civita di Bagnoregio si è modificato nel tempo, a causa di crolli, terremoti e smottamenti di terra. Questi fenomeni continui ed inesorabili hanno sottratto terreno su cui erano poggiate le fondamenta delle case di questo borgo. Proprio questi eventi naturali hanno fatto di Civita di Bagnoregio uno dei borghi più famosi del Lazio e d’Italia e il particolare ambiente che si è venuto a creare lo ha reso sempre più un paese molto apprezzato dai visitatori di tutto il mondo.

Tanti, infatti, sono i turisti che giungono fin qui per visitare le coloratissime stradine ed il meraviglioso centro storico di Civita di Bagnoregio. Non ci resta allora che scoprire insieme la sua storia, i suoi monumenti ed i suoi incredibili angoli che catturano l’attenzione di quanti mettono piede in questo affascinante borgo medievale.

LA STORIA DI CIVITA DI BAGNOREGIO

Civita di Bagnoregio, il paese che si sgretola

Civita di Bagnoregio, il paese che si sgretola

Partiamo dal nome, davvero particolare! La storia di Civita di Bagnoregio è legata ad una leggenda in cui viene narrata la vicenda di un bagno miracoloso avvenuto durante l’Alto Medioevo. Secondo questo racconto, il re longobardo Desiderio, immersosi nelle acque termali del posto, guarì miracolosamente da una malattia e proprio grazie a questo prodigioso balneum regis sarebbe derivato il toponimo del borgo.

Civita di Bagnoregio nasce su un suolo instabile, frutto dell’attività eruttiva del complesso vulcanico dei Monti Vulsini. Migliaia di anni fa la zona compresa tra Montefiascone, Bolsena ed Orvieto era un territorio insicuro, in continua mutazione a causa dei cinque complessi vulcanici che qui erano distribuiti.

L’attività eruttiva iniziata circa 600.000 anni fa dalla zona paleo-vulsinica si spostò successivamente verso un’area più esterna. Qui 330.000 anni fa iniziarono delle eruzioni molto violente che depositarono su una superficie lunga 200 km² detriti piroclastici su cui attualmente poggia Civita di Bagnoregio. L’ignimbrite formatasi in seguito alle eruzioni vulcaniche si andò a depositare sopra l’argilla presente in quella zona, rendendo instabile il terreno su cui è stato costruito il borgo medievale di Civita di Bagnoregio.

Problemi legati al suolo erano già evidenti ai primi abitanti del territorio: gli Etruschi. Questi avevano iniziato un’opera di canalizzazione delle acque piovane per evitare che venisse erosa la base argillosa.

Le case di Civita di Bagnoregio

Le case di Civita di Bagnoregio

I Romani continuarono l’azione di drenaggio ma con il disfacimento dell’Impero i canali non ebbero più manutenzione causando, unitamente ad un’estesa azione di disboscamento, lo sgretolamento del terreno.

Dopo la dominazione longobarda, il paese fu liberato dai Franchi e consegnato allo Stato Pontificio nel 774.

Il Duecento segnò un passo importante per il borgo perché a Civita di Bagnoregio nacque un bambino di nome Giovanni Fidanza. Questo nome  potrebbe non suggerire nulla al lettore contemporaneo ma se aggiungiamo l’appellativo  di buona ventura che gli fu assegnato successivamente ecco che sarà più semplice comprendere che qui mosse i primi passi proprio San Bonaventura.

Nato nel 1217 il piccolo Giovanni si ammalò gravemente e la mamma altro non poteva fare se non pregare ardentemente San Francesco che qui aveva fondato una comunità.

Dopo l’avvenuto evento miracoloso Giovanni Fidanza, oramai Bonaventura, entrò nell’ordine francescano, divenendone una figura di primo piano. La sua casa di Civita di Bagnoregio venne distrutta durante il terremoto verificatosi alla fine del Seicento ed in memoria dell’abitazione rimane oggi nel borgo un’edicola con l’effigie del santo.

L’azione di erosione della roccia tufacea già doveva essere giunta a buon punto nel corso del XVI secolo se vennero imposte leggi severe che vietavano il pascolo del bestiame ed il taglio del bosco. Addirittura fu ordinato agli abitanti di piantare alberi ma tutti questi provvedimenti non poterono nulla contro la naturale erosione del terreno.

Il blocco tufaceo su cui svetta oggi l’antica Civita di Bagnoregio è, dunque, il risultato dello sgretolamento prodottosi in tutti questi secoli. Un’azione dell’acqua ma anche dei terremoti che sono avvenuti in questo settore, principalmente quelli verificatisi nel 1695 e nel 1764.

Oggi Civita di Bagnoregio, sospesa sulla Valle dei Calanchi e circondata dai fiumi Torbido e Chiaro, è collegata a Bagnoregio solo da un ponte pedonale lungo 300 metri, un passaggio che prepara il visitatore ad un luogo ed un’atmosfera fuori dal tempo.

Scorcio del centro storico di Civita di Bagnoregio

Scorcio del centro storico di Civita di Bagnoregio

COSA VEDERE NELLA CITTÀ CHE MUORE

Lentamente si percorre a piedi la distanza che collega Bagnoregio, il paese ben ancorato al suolo, a Civita, la sua frazione sospesa sul tufo. Il vento taglia la valle velocemente e piano piano si risale verso l’accesso del borgo. Porta Santa Maria, l’unica rimasta delle due esistenti in passato, costituisce l’ingresso dell’abitato. In alto si trovano due bassorilievi a ricordo della rivolta degli abitanti nei confronti della famiglia Monaldeschi che lì esercitava il proprio dominio: un leone che stringe una testa umana.

Da questo punto in poi ci si immerge in un tempo passato rimasto ancorato alla calma e ai ritmi naturali. Le macchine sono bandite ed i rumori che si ascoltano sono quelli legati alle attività umane e ai suoni della natura. Passeggiando tra le strade di Civita di Bagnoregio si incontrano le case e le costruzioni medievali, i gatti ed i fiori che colorano l’abitato. La piazza principale accoglie la chiesa romanica di San Donato, costruita sulle fondamenta di un antico tempio etrusco, ed il Museo Geologico e delle Frane che illustra i processi geomorfologici passati ed attuali.

I vicoli del borgo che si inerpicano lasciano spazio ai palazzi nobiliari del Rinascimento viterbese come quelli appartenuti delle famiglie Alemanni, Bocca e Colesanti. Gli scorci incantevoli, i panorami che si aprono improvvisi sulla Valle dei Calanchi e la natura incontaminata sono solo alcune delle motivazioni che conducono migliaia di visitatori alla scoperta di questa parte della Tuscia. Il belvedere che si apre poi su una piazzetta consente di abbracciare con lo sguardo tutto il versante nord del territorio in cui è sorta Civita di Bagnoregio. La quasi totale assenza di alberi rende libera la visuale su questo paesaggio unico ed indimenticabile.

Civita di Bagnoregio stupisce per i suoi angoli, le sue costruzioni, gli archi, i balconcini fioriti, i vasi sugli scalini delle abitazioni, i tavolini nelle piazzette. Regna un’aria sospesa, come di attesa, di pausa. Tutt’intorno si staglia il tufo, la roccia magmatica che ha dato vita e cuore al borgo ma che rischia ora di farlo morire. Proprio per questo motivo Civita di Bagnoregio è conosciuto in tutto il mondo come il “paese che muore” o “la città che muore”. Il biglietto che viene fatto pagare per accedere al borgo viene riutilizzato dall’amministrazione comunale per tutelare il paese e per rendere maggiormente sostenibile il flusso turistico.

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DOVE DORMIRE E DOVE MANGIARE

Siete arrivati fin qui e volete anche assaggiare qualche piatto tipico locale assaporando il buon cibo e la buona aria che qui si respira. Il ristorante Alma Civita offre pietanze della tradizione della Tuscia e dell’Orvietano con zuppe e pasta fatta in casa, formaggi salumi e soprattutto legumi. Tutti i prodotti sono a chilometro zero.  Questa struttura offre anche la possibilità di alloggiare in camere doppie o addirittura in un appartamento con la formula b&b.

Se amate la carne potete prenotare un tavolino alla Bisteccheria Ponziani dove assaggiare una chianina accompagnata da vino rosso, contorni deliziosi e dolci. Ambiente riservato ed ottimo rapporto qualità/prezzo. Anche il Pozzo dei Desideri e l’Osteria al Forno di Agnese offrono cibo locale con un’attenzione anche per la cucina vegetariana.

Se volete anche passare una notte da favola in questo incantato borgo medievale avete solo l’imbarazzo della scelta. Potete, infatti, dormire in un grandissimo appartamento di 130 metri quadri a Palazzo Contino o in altre dimore più piccole ma ugualmente incantevoli ed accoglienti come quelle che mettono a disposizione I-Room, L’incanto di Civita e Le case di Civita. 

In alternativa potete optare per il pacchetto Esplora e Gusta Civita di Bagnoregio che include il biglietto d’ingresso al borgo di Civita di Bagnoregio e un pranzo in una trattoria tipica situata in una delle piazze principali del borgo.

COME ARRIVARE A CIVITA DI BAGNOREGIO

Civita di Bagnoregio si trova in Tuscia, in provincia di Viterbo. Se arrivate da nord potete uscire dall’autostrada A1 ad Orvieto e seguire i cartelli segnaletici per Bagnoregio, distante circa 20 chilometri. Se invece provenite da sud è preferibile uscire ad Orte e poi proseguire sulla superstrada in direzione di Viterbo. L’uscita consigliata è Bagnaia-Montefiascone.

Più difficili i collegamenti con il treno. La stazione più vicina è quella di Orvieto ed una volta giunti è necessario prendere il bus Cotral che giunge fino a Bagnoregio.

TUTTE LE INFORMAZIONI

Per chi volesse approfondire e conoscere più a fondo il borgo di Civita di Bagnoregio consigliamo di consultare questo sito su Civita di Bagnoregio, la città che muore. Qui troverete tutte le informazioni sugli eventi, gli alloggi ed i ristoranti del paese della Tuscia.

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