Il Foro di Traiano è l’ultimo ed il più esteso centro politico e religioso dell’intero complesso dei Fori Imperiali. I lavori furono eseguiti dall’architetto Apollodoro di Damasco e l’opera, realizzata per fini propagandistici e per la necessità di dotare Roma di nuovi spazi pubblici, venne terminata nel 112 d.C. per celebrare la vittoria dell’esercito romano sulla Dacia. Committente ne fu il Senato romano che volle onorare l’impresa dell’imperatore Traiano, tornato da trionfatore dal territorio danubiano. Al suo interno fu collocata la Colonna Traiana, considerata un capolavoro dell’arte romana nonché uno dei monumenti antichi che maggiormente colpiscono per la sua imponenza e per la sua originalità.
COLONNA TRAIANA, LA CELEBRAZIONE DELLA CONQUISTA ROMANA DELLA DACIA
Colonna Traiana, particolare
L’intero complesso del Foro di Traiano venne edificato nell’area monumentale che accoglieva altre zone dedicate a spazi pubblici, concepiti come luoghi del consenso. Qui, a due passi dal Campidoglio, imperatori come Cesare ed Augusto avevano ideato ed organizzato aree destinate ad ospitare costruzioni e palazzi riservati al culto, agli affari ed alla amministrazione della giustizia. Le campagne belliche condotte da Traiano tra il 101 ed il 106 d.C. videro impegnato l’esercito imperiale in Dacia, un territorio ostico e di importanza strategica per Roma.
La sua conquista consentiva, difatti, all’Impero romano di controllare le aree poste a nord del Danubio e di scampare il pericolo di un’invasione nella Mesia, la provincia romana posta al confine dell’Impero. L’imperatore Traiano, iberico di nascita, era considerato un prestigioso condottiero nonché un valente amministratore della cosa pubblica; da buon soldato abituato a dirimere le questioni con l’uso della forza, decise di affrontare la questione di petto, organizzando un’offensiva contro l’esercito di Decebalo, sovrano della Dacia.
Assediata e senza più scorte di viveri, la popolazione danubiana bruciò le proprie case per non consegnarle al nemico e molti dei suoi abitanti posero fine alla loro vita avvelenandosi. Lo stesso re Decebalo, per evitare di cadere prigioniero, si suicidò tagliandosi la gola con un coltello. I Romani si presero la briga di decapitarlo e di portare la sua testa in patria come trofeo di guerra.
L’accoglienza per Traiano, l’imperatore condottiero, e per il suo esercito fu così travolgente che i festeggiamenti nell’Urbe durarono 123 giorni. Il bottino riportato era ingente e lo sfruttamento dei giacimenti auriferi daci consentì a Traiano di utilizzare le risorse accaparrate per la costruzione di nuove infrastrutture.
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IL FORO DI TRAIANO
Foto di Traiano
È in questo clima che venne realizzato il Foro di Traiano, un’opera senza precedenti, uno spazio monumentale ed imponente costruito dopo avere tagliato le propaggini del Campidoglio e dopo avere spianato la sella del Quirinale. L’accesso al foro doveva essere grandioso ed era costituito da un pronao attraverso cui si passava ad un cortile, luogo in cui ora si trova la Colonna Traiana.
Ai lati della colonna si aprivano due biblioteche forensi e poco più avanti la Basilica Ulpia, sede giudiziaria costituita da due (o forse tre) ordini e pavimentata con marmi policromi.
Dalla basilica si aprivano tre ingressi che conducevano alla monumentale piazza, circondata da due portici disposti lungo i lati lunghi decorati da statue di daci e da due esedre semicircolari. All’interno era ospitata la statua equestre dell’imperatore Traiano.
Un discorso a parte merita la Colonna Traiana, l’opera rimasta integra che descrive, attraverso i suoi fregi, la campagna condotta dall’imperatore in terra di Dacia. Alta cento piedi romani (quasi 30 metri), costituita da 155 scene e 2500 figure, la Colonna Traiana venne inaugurata un anno dopo rispetto al Foro di Traiano, nel 113 d.C., per celebrare la vittoria di Roma contro l’esercito dei Daci.
Costituita da un lungo fregio marmoreo lungo 200 metri, a bassorilievo, la colonna rappresenta scene militari mescolate sapientemente ad immagini di virtù.
Il tutto realizzato con dovizia di particolari ed attenzione ai minimi dettagli. In essa traspare sempre un grande rispetto per il popolo sconfitto dei Daci, raffigurato in atteggiamento eroico sia durante i cruenti combattimenti sia durante il suicidio di alcuni soldati, scelto come atto estremo dopo la sconfitta subita.
La Colonna Traiana è formata da blocchi di marmo sovrapposti del peso di trenta tonnellate ciascuna; per il sollevamento e la movimentazione di pezzi così pesanti i Romani utilizzarono delle macchine simili alle moderne gru, dotate di ruote mosse da schiavi che vi camminavano dentro.
L’altezza della colonna raggiunge la cima della collina che un tempo sorgeva in quel luogo, terra che venne rimossa a mano per consentire la costruzione del magnificente spazio dedicato alla celebrazione dell’imperatore.
COLONNA TRAIANA, L’URNA CON LE CENERI DI TRAIANO E PLOTINA
L’imperatore Traiano è il protagonista indiscusso delle raffigurazioni, condottiero valoroso, uomo di dirittura morale, organizzatore eccelso. Viene rappresentato in mezzo ai suoi uomini, mentre conversa con i suoi ufficiali, mentre si complimenta con il suo esercito vincitore.
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L’attenzione per i particolari è evidente nella descrizione dell’abbigliamento militare, nella rappresentazione delle armi usate dagli eserciti, nella narrazione delle torture e delle decapitazioni. La Colonna Traiana, oltre ad avere una funzione di propaganda e di promozione della figura dell’optimus princeps, fu concepita per ospitare le ceneri dell’imperatore Traiano e di sua moglie Plotina. Dalla porta ancora oggi visibile si accedeva all’interno della camera sepolcrale che conteneva i resti dell’imperatore, che era così ben voluto da essere seppellito all’interno del pomerio, il confine sacro della città di Roma.
Le ceneri di Traiano, morto improvvisamente in Cilicia, vennero collocate in un’urna dorata e poste nella camera funebre ricavata nel basamento. Sulla sommità della colonna era posta la statua dell’imperatore Traiano, andata perduta durante il periodo medievale e sostituita dalla raffigurazione in bronzo di San Pietro per volontà di papa Sisto V.
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