Monselice, in provincia di Padova, è uno di quei luoghi dove, in un unico posto, il viaggiatore può trovare arte, storia e natura. Un borgo da visitare, uno dei tanti orgogli dei Colli Euganei, una terra da sempre amata da artisti e scrittori, dove la quiete abbraccia il paesaggio, in un afflato straordinario, un ottimo compromesso per gli amanti dei borghi storici ma anche per gli escursionisti. Non resta, allora, che partire.
DOVE SI TROVA MONSELICE
Situato tra Padova e Venezia, più vicino alla prima, in verità, che alla seconda, Monselice è uno dei gioielli del Veneto, un luogo dalle origini antiche, circondato dalla natura rigogliosa, dove le sorprese sono a ogni angolo.
Quando, nel corso dell’Ottocento, lo scrittore americano Ralph Waldo Emerson passò per Monselice ne fu talmente esaltato da scrivere così nel suo Diario:
«Monselice è la città più pittoresca che ho visto in Italia. Su una collina c’è il rudere di un antico castello, e di lì sovrasta un panorama splendido e straordinario.»
Quello che colpisce, subito, visitando Monselice è proprio il panorama. Più si sale verso la parte collinare del paesino in provincia di Padova e più si rimane incantati dal paesaggio che fa da corona al borgo da cui, nelle giornate più nitide, è possibile vedere anche Venezia «con il suo diadema di svettanti torri» per usare le parole del “nostro” Emerson.
Piazza Mazzini (con al Torre Civica) e la scalinata di Villa Nani Mocenigo
Se le stradine di Monselice colpiscono per l’armonia, la cura dei particolari e per le tante attività commerciali che le animano è, tuttavia, la parte più in alto del borgo veneto che stupisce completamente, fra castelli, dimore storiche e antiche chiese.
COSA VEDERE A MONSELICE
Il primo consiglio, una volta giunti a Monselice, è quello di passeggiare per la centralissima via Roma o per Piazza Mazzini dominata dalla duecentesca torre civica, ammirando l’architettura di un paese che affonda le radici nel lontano medioevo, al punto da essere citato nella Historia Langobardorum di Paolo Diacono.
Dopo essersi rifocillati a un tavolino di uno dei tanti bar di Monselice (magari sorseggiando uno spritz, il celebre cocktail rosso che conobbe i suoi natali nelle terre tra Padova e Venezia, negli anni Venti del secolo scorso), potete partire alla volta della parte alta del paese, ma tranquilli si tratta, anche questo caso, di una passeggiata, corroborata, però, da una magnifica vista.
Monselice: San Giustina e, al centro, il castello
Da una delle stradine che si irradiano da via Roma è possibile raggiungere il primo luogo di interesse di Monselice: il Castello. Si tratta di una fortificazione altomedievale sorta tra l’XI e il XII secolo, in uno dei punti più elevati del paese e che, nei secoli a venire, fu oggetto di diverse ristrutturazioni per mano dei vari signori di Monselice.
I primi a intervenire furono gli Ezzelini, nel XIII secolo; poi, fu la volta dei Carraresi, infine, nel corso XIV secolo, fu la nobile famiglia veneziana dei Marcello a metter mano all’antico maniero, apportando migliorie che lo resero una raffinata residenza, secondo i gusti e i dettami dell’epoca.
La visita del castello è davvero una tappa obbligata, non solo per la sua architettura pressoché immutata ma anche per gli interni, valorizzati da arredi originali che permettono al visitatore di entrare nell’atmosfera castellana.
Di pregio è anche la ricca collezione di armi e armature europee, appartenenti a vari secoli.
Lasciatici alle spalle il profilo possente della fortezza proseguiamo a salire, direzione Santa Giustina, l’antica pieve di Monselice.
Prima, tuttavia, di arrivare alla chiesa, è obbligatorio soffermarsi, almeno un attimo, davanti di Villa Nani Mocenigo, l’elegante dimora seicentesca che si fece costruire Agostino Nani.
La villa, purtroppo, non è visitabile ma l’elegante scalinata, che si scorge attraverso la settecentesca cancellata e i muri di cinta della villa, sormontanti da alcune sculture di nani che alludono al nome dei proprietari, sono due motivi, più che sufficienti, per dedicare un attimo a questa bella villa.
Poco più in là ecco imbattersi nella medievale architettura di Santa Giustina, la pieve, consacrata nel 1254 e dedicata alla santa padovana, martirizzata nel 304 d.C.
Si tratta di una chiesa con evidenti riferimenti romanici, a partire dal campanile e passando, poi, per la facciata in pietra, scandita dalle cinque paraste di mattoni e decorata dal bel rosone centrale.
L’interno, invece, si caratterizza per il tetto ligneo a capriate e la navata unica, una sobrietà stilistica che piacque e non poco a uno dei suoi visitatori più celebri: Francesco Petrarca.
IL SANTUARIO DELLE SETTE CHIESE GIUBILARI
Proprio a ridosso della chiesa di Santa Giustina, in corrispondenza di un portone monumentale sormontato dalla scritta Romans Basilicis Pares, si diparte il Santuario delle Sette Chiese giubilari, probabilmente, il complesso monumentale religioso più importante di Monselice.
Si tratta di una serie di sei cappelle e una chiesa, quella dedicata a San Giorgio, collocate lungo il pendio del colle che domina Monselice, commissionate dalla potente famiglie dei Duodo all’architetto Vincenzo Scamozzi, il maestro di Bartolomeo Longhena, a cui si devono mirabili opere in Venezia, tra cui, la splendida Santa Maria di Nazareth o Chiesa degli Scalzi.
Oratorio di San Giorgio a Monselice
Scamozzi immaginò un vero e proprio percorso votivo, fatto di sei tappe, coincidenti con le sei cappelle e un approdo finale, in corrispondenza dell’oratorio di San Giorgio.
Le cappelle divennero ben presto, specie a seguito dell’indulgenza plenaria concessa da papa Paolo V, un luogo di pellegrinaggio molto popolare che, seppur in piccolo, ricordava il percorso delle sette chiese giubilari di Roma.
VILLA DUODO
Proprio in corrispondenza di quest’ultima chiesa si erge la splendida Villa Duodo, progettata sempre dallo Scamozzi e posta in una suggestiva spianata, da cui si gode un panorama sottostante, davvero suggestivo.
Villa Duodo e una strada del centro storico di Monselice
La dimora fu realizzata sul finire del XVI secolo sulle antiche fondamenta del castello di San Giorgio ma, nel corso del Settecento fu oggetto di altri interventi che ingrandirono e abbellirono l’originaria struttura.
ESCURSIONI DA MONSELICE: MONTE RICCO E MONTE CASTELLO
Monselice è anche un ottimo punto di partenza per un’escursione suggestiva e non particolarmente impegnativa che conduce nella parte più alta del paese da cui si può ammirare un panorama di tutto rispetto.
Il sentiero che porta a Monte Ricco, prima e a Monte Castello, poi, origina da una strada asfaltata posta proprio dietro la stazione ferroviaria di Monselice. Il cammino, per nulla difficile per l’assenza di pendenze significative, permette anche all’escursionista meno pratico di arrivare alla meta senza particolare difficoltà.
La rigogliosa vegetazione, composta perlopiù di querce, castagni e frassini e la presenza, lungo il tragitto, di splendide terrazze, come quella dove si erge la statua di Ercole, rendono il sentiero davvero piacevole e consigliabile davvero a tutti.
Nel 1942 Giorgio Bassani dedicò a Monselice, il suo “colle celeste” questo malinconico idillio:
A Monselice il vento va
sempre come al mare.
Gira il treno al largo, non sa
forse come approdare.
Monselice, colle celeste,
fronte pura e lontana,
ricordo, di te, fra le meste
casupole, una fontana.
A Monselice, anche di giugno,
la primavera non è senza nebbie.
Con foglie e foglie l’autunno.
L’inverno è tutto una sera.
Ma, l’estate, i tigli lungo la strada di Rovigo? Al loro quieto
stormire la luna m’amava,
quand’ero ragazzo, in segreto.
Il titolo dell’articolo è tratto da un verso di Giorgio Bassani.
Per approfondire:
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