Oratino, in provincia di Campobasso, è un paese piccolo ma che regala grandi emozioni, una gemma perfettamente incastonata nella magia dell’Alto Biferno, una realtà del Molise, come per Agnone, ad esempio, tutta da scoprire, immersa in una natura che fa da corona a questo borgo.

LE ANTICHE RADICI DI ORATINO, VICINO CAMPOBASSO

Le origini di Oratino, che dall’alto dei suoi 780 metri sul livello del mare domina la sottostante valle del fiume Biferno, sono antichissime e riportano, addirittura, all’Età del Bronzo, ben duemila anni prima della nascita di Cristo.

A quel periodo lontanissimo risalgono le prime importanti tracce di un primo insediamento umano nel territorio che in seguito assumerà il definitivo nome di Oratino, un approdo figlio di un percorso toponomastico decisamente affascinante che raggiunse l’apice in pieno Medioevo.

Intorno al 1100, infatti, il nome di questo borgo molisano era quello di Loretinum, toponimo probabilmente creatosi per deformazione dall’originario Laurentinum, già presente in alcune antiche fonti.

Oratino vicino Campobasso in Molise

Oratino, vicino Campobasso

In seguito, la trasformazione del nome proseguì e dall’iniziale Loretinum si passò, nel corso del XV, a Ratino fino all’attuale e definitivo Oratino, un dedalo intricato ma affascinante come i deliziosi vicoli che innervano questo piccolo borgo.

Difficile, invece, stabilire con certezza l’origine etimologica del nome.

Nel secolo scorso uno dei parroci di Oratino propose una “panoramica” spiegazione. Secondo il prelato, infatti, il nome deriverebbe dal latino oratenus, letteralmente, visibile dappertutto, una soluzione, magari ardita, ma che diviene credibile nel momento in cui ci si affaccia sulla sottostante Valle del Biferno, dove la natura si riappropria del potere unico della bellezza.

Non meno intricata è la storia di Oratino, la cui titolarità, nel corso dei secoli, passò spesso di mano, seguendo il senso vorticoso della storia. Da Eustachio d’Ardicourt, uno dei primi signori di Oratino, a Giovanni di Lando, che con il beneplacito di Carlo II d’Angiò, sul finire del Duecento, fu uno dei feudatari del borgo molisano, ai d’Evoli, una delle più antiche e nobili famiglie napoletane, la cui discendenza iniziò con il fondatore Evolo, nel corso del XII secolo.

A partire dal XV secolo ecco profilarsi sul borgo di Oratino il dominio dei Gambessa, a cui segue quello dei di Capua e, sul finire del Cinquecento, quello degli spagnoli di Silva.

Ma è in pieno XVIII secolo che avviene il passaggio più significativo relativamente alla proprietà su Oratino.

Il 10 agosto 1729, infatti, il borgo passò sotto la giurisdizione dei Giordano, famiglia originaria di Napoli che, ottennero il titolo di Duchi di Oratino, appellativo che mantennero fino all’abolizione della feudalità.

COSA VEDERE A ORATINO, TRA VICOLI SUGGESTIVI E PALAZZI STORICI

Questo borgo molisano pur piccolo (si sviluppa su una superfice di 18 chilometri quadrati) offre al visitatore scorci davvero suggestivi, una grammatica di vicoli e portali che non può non stupire il visitatore, aspetto che Oratino assunse prevalentemente tra il Seicento e l’Ottocento, quando dei rinomati scalpellini decorarono il paese, conferendogli l’attuale profilo.

Uno dei luoghi di maggiore interesse è certamente Palazzo Giordano, la dimora degli ultimi signori di Oratino, realizzato nel corso del Settecento per volontà del duca Giuseppe Giordano.

Cosa vedere a Oratino

Scorci del centro storico di Oratino

Il palazzo sorse su un preesistente edificio quattrocentesco, caratterizzato, prima del definitivo abbattimento, da un ampio fossato e, soprattutto, da quattro torri merlate angolari che il duca fece eliminare per addolcire, secondo i gusti dell’epoca, l’intera struttura, alla quale si accede attraverso l’imponente portale che fa il paio con gli altri due portali ottocenteschi delle case Petti e Giuliani presenti nel paese.

Degne di nota sono le chiese di Santa Maria Assunta, edificio più volte restaurato e caratterizzato dalla torre campanaria quadrata sormontata dal singolare cipollino e quella di Santa Maria di Loreto, opera trecentesca ma più volte restaurata nel corso dei secoli, in particolare nel 1716.

Un altro luogo che merita una visita è, senza dubbio, la Torre Longobarda, comunemente chiamata la Rocca, un luogo antichissimo, le cui origini risalgono al periodo sannitico, quando, sfruttando la posizione decisamente ideale offerta dalla natura stessa, fu realizzato su uno sperone a picco sull’argine destro del fiume Biferno, poco fuori da Oratino, un primo nucleo difensivo.

Ma è durante il Medioevo che l’antico manufatto conobbe il suo momento di splendore. Oltre alla costruzione della torre, infatti, venne realizzato anche un castello con annesso piccolo borgo.

Oggi di quel complesso, a causa degli effetti del rovinoso terremoto del 1456, rimane solo parte della torre, costruita a cavallo fra il X e l’XI secolo e che si sviluppava su quattro piani complessivi.

IL SOLITARIO DEL SANNIO, IL DUCA GIUSEPPE GIORDANO

La storia di Oratino si lega in particolare a quella di uno dei sui signori: il duca Giuseppe Giordano. Questi, nato a Napoli nel 1744, sviluppò fin dall’adolescenza una particolare passione per la letteratura, tanto che il Libro dei Morti di Oratino lo definì letterato e poeta.

Ma il duca nella sua permanenza a Oratino non si occupò solo di letteratura, mettendo il piccolo borgo al centro dei suoi interessi.

Oratino, borgo in Molise

Oratino in Molise

Ecco come una biografia ottocentesca descrive il rapporto fra il duca e il borgo molisano:

«Divideva le sue cure tra gli ozi letterali e la coltura dei suoi poderi. Aveva introdotto nel piccolo villaggio di Oratino le arti del ferraro, del vetraro, della scultura e della pittura. Vigilava per la retta amministrazione, e non mancava di sovvenire gl’indigenti.»

Un uomo amante delle lettere, con poche pretese, lontano dai vizi e dai lussi, ai quali preferiva il piacere della solitudine, tanto che fu ben presto ribattezzato “Il Solitario del Sannio”, un soprannome che lo rispecchiava appieno, visto che, quando non era impegnato in attività ufficiali, si chiudeva in una delle stanze del suo palazzo per leggere o comporre delle poesie.

Il suo legame con la solitudine, per la cronaca non si sposò mai, fu sempre saldissimo, fino alla fine dei suoi giorni, a proposito dei quali ebbe a dire: «Non voglio nella mia morte né medici, né notari, né preti.»

ORATINO, PUNTO DI PARTENZA DI SUGGESTIVI ITINERARI NATURALISTICI

Una visita a Oratino è consigliata non solo per la sua bellezza ma anche per la magnificenza della natura che fa da corona al borgo molisano. Da Oratino, infatti, si irradiano due itinerari naturalistici tutti da scoprire.

DA ORATINO A BUSSO

Il primo di questi è quello che conduce al paesino di Busso che diede i natali a Nicola Santangelo, il più longevo ministro degli Interni del Regno delle Due Sicilie.

Si tratta di un percorso segnato da boschi rigogliosi, come quello di Monte Vairano (997 mt s.l.m, composto specialmente di cerri, una realtà naturalistica che secondo alcuni studiosi funge da confine biogeografico tra due mondi: quello temperato e quello mediterraneo, definendo un vero e proprio microclima) ma anche da suggestive testimonianze del passato, come i resti della lunga cinta muraria di epoca sannita o quelli della Porta Vittoria.

L’itinerario da Oratino a Busso, la cui partenza è dalla piazza del Belvedere, ha una lunghezza complessiva di circa 12 chilometri, con un grado di difficoltà medio e una durata di circa 4 ore per la sola andata.

DA ORATINO A CASALCIPRANO

Non meno suggestivo è un altro cammino che parte da Oratino e che conduce a Casalciprano, il cui nome deriva dai primi signori del borgo, i Ciprano, per l’appunto.

Il percorso, da compiere a piedi, in bici o a cavallo, origina dalla piazza centrale di Oratino permettendo, di fatto, di marginare buona parte del flusso del fiume Biferno, l’unico fiume del Molise che nasce alle falde del Matese e sfocia non distante da Termoli.

Durante il cammino ci si immerge in una valle, quella del Biferno, davvero suggestiva, punteggiata da lussureggianti boschi, come quello di Difesa vecchia, ampi spazi naturali e terreni coltivati, spesso, quest’ultimi, delimitati da muri a secco, tutti angoli decisamente fuori dalle direttrici classiche turistiche.

L’itinerario, di difficoltà media, una lunghezza complessiva di 14.5 km e una durata di circa 5 ore, si conclude nel piccolo paese di Casalciprano, dove è possibile visitare il folcloristico museo dedicato alla cultura contadina. L’unica piccola complessità può essere rappresentata dall’obbligo, ad un certo punto del tragitto, di guadare il Biferno. Si tratta, tuttavia, di un attraversamento che viene fatto in totale sicurezza ed è accuratamente segnalato dalla cartellonistica posta su entrambe le sponde del fiume.

In entrambi i casi si tratta di due itinerari alla portata di tutti, con fondi variegati ma sempre sicuri da percorrere e adeguatamente segnalati dalle consuete bandierine bianche e rosse, oltre che dai diversi cartelli informativi posizionati lungo i percorsi.

Non rimane, dunque, che partire alla volta di Oratino per conoscere questo antico borgo e la sua valle circostante, due realtà che confermano che il Molise, non solo esiste ma che è anche una regione tutta da visitare.



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