Percorrendo le stradine di Rasiglia inevitabilmente riaffiorano reminescenze scolastiche che solleticano un’assopita memoria. Ecco allora l’acqua, principio primo del filosofo presocratico Talete, le petrarchesche chiare fresche dolci acque o i versi che all’acqua dedicò San Francesco nel suo bellissimo Cantico delle Creature:
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
COSA VEDERE A RASIGLIA
Rasiglia
Tutto nel borgo di Rasiglia è legato all’acqua che, con il suo placido incedere, irrora questo minuscolo luogo, poche case abbarbicate a ridosso di uno sperone, sovrastato dai resti di un castello medievale. Situato in Umbria, nella verdeggiante Valle del Menotre, a pochi chilometri da Montefalco e da Foligno, di cui Rasiglia è una delle tante frazioni, questo piccolo, incantevole borgo, collocato a 648 metri sul livello del mare, ricorda, con le sue case in pietra e i ruscelli attraversati dai piccoli ponti in legno, un presepe vivente.
Protagonista assoluta del borgo, uno dei “Luoghi del cuore” del FAI, è l’acqua, quella della sorgente di Capovena, che origina dalle fenditure della dura roccia. Rapida scende verso valle, accarezzando dolcemente il volto di Rasiglia con suggestivi rivoli e incantevoli cascatelle. Poi, stanca per il suo rapido avanzare, confluisce, prima di riversarsi nel vicino fiume Menotre, in una grande vasca, denominata Peschiera.
Il paese, oggi abitato da meno di cinquanta abitanti, si formò nel corso del medioevo. La vicinanza con l’antica via della Spina, strada commercialmente rilevante posta fra l’Adriatico e il Tirreno e la posizione in altura, convinse i Trinci, importante famiglia originaria di Foligno e proprietaria di svariate terre nella zona, a far erigere delle fortificazioni, incentrate intorno al castello, di cui oggi rimangono solo delle seducenti rovine.
Venuta meno nel corso dei secoli la funzione militare, Rasiglia divenne un fiorente centro mercantile, ancora una volta grazie al suo bene più prezioso: l’acqua, il cui sfruttamento permise la creazione di opifici per la lavorazione di prodotti ricercati quali lane e pellami.
Sorsero concerie, filande, tintorie e gualchiere da panno, nonché tre mulini per la lavorazione delle farine. La rinomanza dei prodotti fece di Rasiglia un punto di riferimento commerciale di primissimo piano.
Poi, dopo la seconda Guerra mondiale, iniziò il lento, inarrestabile declino che spopolò il paese, trasformandolo in un luogo della memoria.
RASIGLIA, IL BORGO DELLE ACQUE
Rasiglia, il borgo dei ruscelli
Quelle attività, che per secoli innervarono il tessuto sociale del piccolo borgo umbro, sono tornate a rivivere grazie all’esposizione permanente di alcuni preziosi attrezzi del mestiere e alla manifestazione “Penelope a Rasiglia”.
Si tratta di una ricorrenza che, nel nome della mitica moglie di Ulisse e della sua infinita tela, riporta in vita l’antica attività della filatura, attraverso una serie di apparecchi tipici dell’arte tessile, perfettamente funzionanti. La manifestazione, che si tiene nel mese di giugno, permette ai numerosi visitatori di toccare con mano, anche utilizzando direttamente alcuni di quegli oggetti, quali telai, arcolai e fusi, la realtà di quel lavoro, l’essenza della società rasigliese.
Un altro momento imperdibile è quello rappresentato dal presepe vivente. A partire dal 26 dicembre e fino al giorno dell’Epifania, il piccolo borgo si trasforma in un incantevole presepe, alla cui riproduzione partecipano attivamente tutti gli abitanti.
La bellezza di questo posto, definito il borgo dei ruscelli, ha visto il numero dei turisti crescere in modo esponenziale, specie d’estate quando le strette stradine, con i riconoscibilissimi ponticelli in legno, si animano di gente proveniente da tutte le parti d’Italia e non solo.
Non solo, però, l’acqua con i suoi splendidi giochi, ma anche la poesia degli oggetti del lavoro e non solo di quello tessile. Nel paese sono visibili anche gli strumenti della panificazione come i setacci e le grandi macine che sembrano poter riprendere vita in un attimo.
IL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLE GRAZIE
Ma Rasiglia è anche il Santuario della Madonna delle Grazie. Attraverso una bianca stradina, che si inerpica fra siepi di bossi e campi verdeggianti, si arriva al luogo di devozione religiosa più caro ai rasigliesi.
La tradizione vuole che l’edificio fosse costruito a seguito del miracoloso ritrovamento da parte di un pescatore nelle gelide acque del fiume Terminara, di un gruppo scultoreo in terracotta raffigurante il bambino Gesù, sua madre in preghiera e una coppia di angeli.
Il portico esterno, con il raffinato colonnato, l’interno riccamente decorato, a cui si accede dall’ampio portone d’ingresso, sono gli elementi essenziali di questo luogo di memoria e devozione che ripaga ampiamente lo sforzo per arrivarci.
Rasiglia, insomma, è un museo a cielo aperto, in cui si respira la natura, la storia e l’antica civiltà contadina e manifatturiera. Un mondo perduto, un luogo incantevole che merita di essere visitato.
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COME ARRIVARE A RASIGLIA
Arrivare a Rasiglia, nota anche con il nome di piccola Venezia umbra, è relativamente semplice. Se si viene da Foligno si deve percorrere la strada statale 77 che conduce a Collefiorito per poi deviare sulla SS Sellanese, direzione Valnerina. Superata Casenove, con l’apparire delle prime indicazioni per Rasiglia, alcune curve dopo, ecco profilarsi il volto del paese. A questo punto non resta che parcheggiare e farsi rapire dalla voce inimitabile dell’acqua.
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