Ubicato lungo l’antico tracciato della Via Francigena e a metà strada tra Pisa e Firenze, San Miniato è un tipico borgo toscano caratterizzato da un’impronta prettamente medievale. La città è oggi famosa per la produzione del tartufo bianco, ma non dobbiamo dimenticare che dalle sue dolci colline verdi transitarono anche dei personaggi illustri: fu proprio qua che, nel 1533, Michelangelo fu incaricato da papa Clemente VII di pitturare la Cappella Sistina.

COSA VEDERE A SAN MINIATO

Tra gli altri che si fermarono in visita a San Miniato, si annoverano i letterati stranieri Michel de Montaigne e Goethe, ma anche un giovane Napoleone vi fece tappa. I Bonaparte di Ajaccio avevano infatti lontane origini samminiatesi e l’attestato per dimostrarlo gli era necessario al fine di accedere all’Accademia Militare Francese. Vi tornò nuovamente nel 1796 durante la Campagna d’Italia per recare saluto al canonico Filippo Bonaparte, ultimo superstite del ramo toscano della famiglia.

San Miniato è oggi soprannominato “Città delle venti miglia” per la sua egual distanza dai principali centri della Toscana e il nome completo della località necessita però dell’aggiunta “al Tedesco”. Perché questa precisazione?

Dobbiamo tornare indietro di moltissimi anni, precisamente al 250 d.C. Il 25 ottobre di quell’anno a Firenze fu torturato Miniato, probabilmente un soldato romano qui di passaggio che si rifiutò di venerare gli dèi pagani. Diventò presto un martire e sul colle dove fu fondata la città i Longobardi nel secolo VIII edificarono una chiesa a lui dedicata. Qualche secolo dopo, nel 1218, l’Imperatore Federico II di Svevia vi costruì il suo castello facendo della città il punto focale della raccolta delle tasse imperiali nel centro Italia: per questo motivo fu aggiunto il nome “al Tedesco”.

IL CENTRO STORICO E LE CHIESE DI SAN MINIATO

Il centro storico della città risale prevalentemente al periodo medievale, ma come gran parte della Toscana, anche San Miniato finì per trovarsi sotto il controllo di Firenze per vari secoli e fu dunque influenzato dallo stile rinascimentale di cui si trovano tracce soprattutto all’interno degli edifici di culto, il più importante dei quali è sicuramente la Cattedrale intitolata ai Santi Maria e Genesio.

Questo luogo fu anche scenario di un triste fatto di cronaca, ossia la terribile strage avvenuta nel luglio del 1944. Il 22 luglio di quell’anno, infatti, un proiettile d’artiglieria statunitense penetrò tramite il semirosone nel braccio meridionale del transetto che esplose nella navata destra uccidendo 55 persone.

Rocca Federico II San Miniato

La Rocca Federiciana e la “Via Angelica”

Inizialmente la colpa fu data ai nazisti e non agli americani i quali avevano l’obiettivo di colpire un nido di mitragliatrici tedesche. L’episodio ispirò i registi Paolo e Vittorio Taviani per la realizzazione del loro più grande successo cinematografico, “La notte di San Lorenzo”.

La facciata della cattedrale di Santa Maria Assunta e di San Genesi era precedentemente decorata da 32 bacini ceramici (oggi ne rimangono 26) in base, almeno questa sembra essere l’ipotesi più probabile, agli interessi astronomici di Federico II; la disposizione in due scomparti fa pensare ai Carri dell’Orsa, indirizzati verso una stella bianca e verde posta in alto, a indicare la stella polare quale punto di riferimento per ogni fedele.

Molto suggestivo da visitare è un antico sentiero chiamato la “Via Angelica” che, in passato, veniva percorso dai contadini i quali dalle campagne si spostavano in direzione del centro storico. È collocato al di sotto della chiesa di San Domenico e ospita tre ambienti decorati e affrescati tra i secoli XIV e XVIII. L’Oratorio di Sant’Urbano, in particolare, è un autentico gioiellino artistico e vi si riunivano i seguaci della compagnia dedicata all’omonimo santo.

La Via Angelica è oggi gestita dalla Pro Loco locale ed apre solo su prenotazione.

Una tappa obbligatoria è la curvilinea Piazza del Seminario, aspetto conferitole dall’antica cinta muraria medievale, dove trova sede l’omonimo Seminario edificato a partire dal 1650 quando la città divenne appunto sede vescovile. Interessante è la facciata affrescata nei primi anni del 1700 con le Virtù accompagnate da trenta motti religiosi e patristici scritti in latino.

Il Seminario Vescovile di San Miniato

Il Seminario Vescovile di San Miniato

Le porte in legno massiccio alla base della struttura che circonda la piazza sembrano delle T dal baricentro leggermente sbilanciato e costituiscono un raro esempio di botteghe artigianali trecentesche.

IL PALAZZO COMUNALE E L’ORATORIO DEL LORETINO

Un’autentica gemma artistica è rappresentata dagli interni del Palazzo Comunale di San Miniato dove spiccano due sale, quella denominata delle Sette Virtù – con affreschi di rappresentazioni sacre realizzati tra 1300 e 1500 – e quella del Consiglio Comunale, affrescata e decorata in stile neogotico con episodi e personaggi della storia cittadina tra i quali il celebre condottiero Francesco Sforza, sanminiatese di nascita, ma meglio conosciuto per essere stato Duca di Milano.

Sempre all’interno del Palazzo Comunale è possibile visitare l’Oratorio del Loretino, una preziosa cappellina dove è custodita una statua lignea rappresentante la Madonna di Loreto. Finissime sono le decorazioni che ne ricoprono pareti e vele delle volte a crociera.

LA ROCCA DI FEDERICO II A SAN MINIATO

Ovviamente è impossibile lasciare San Miniato senza aver osservato da vicino il suo monumento simbolo, la Rocca Federiciana costruita in onore dell’Imperatore Federico II. Alta 37 metri, si trova sul più alto dei tre colli che compongono la città. La sua posizione strategica consentì nel Medioevo di porre controllo sul transito tra Pisa e Firenze e lungo il tracciato della Via Francigena. Purtroppo, la torre che vediamo oggi non è quella originale, fatta saltare in aria dai tedeschi durante la loro ritirata nel luglio del 1944: un altro crudo esempio di quanto il secondo conflitto mondiale abbia toccato questo territorio.

Ringraziamo la guida turistica Davide Diolaiti (discoverpisalucca@gmail.com) per l’articolo. 



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