A Roma, nella strada che più di ogni altra ha rappresentato il palcoscenico dell’Italia del benessere e del vivere sopra le righe, si erge la chiesa di Santa Maria Immacolata. Siamo al civico 27 di Via Veneto, in prossimità di Piazza Barberini; è qui che si trova l’edificio sacro finito di realizzare nel 1631 per volere di Urbano VIII e che accoglie la tomba del cardinale Antonio Barberini, fratello del papa. Ma è nel suo cuore sotterraneo che il visitatore scopre un mondo oscuro e affascinante: la cripta dei Cappuccini.

CRIPTA DEI CAPPUCCINI A ROMA, COSA VEDERE

Cripta dei Cappuccini a Roma, i teschi

Cripta dei Cappuccini a Roma, i teschi

La morte, un pensiero che si cerca di tenere nascosto, chiuso in qualche angolo al limite della percezione; un concetto quanto mai scomodo ed ingombrante, così invadente da far arrovellare generazioni di individui per fermarlo e mitigarlo. L’arte, la filosofia, la letteratura, la religione si sono poste domande, hanno tentato di fornire soluzioni o risposte ma rimane comunque l’incapacità da parte dell’uomo di accettare la fine della vita. Rimuovere è la parola-chiave, cancellare fino a rimanere sgomenti quando la morte si presenta nuovamente davanti ai nostri occhi. Capricciosa, violenta, inevitabile appare la morte che in passato veniva esorcizzata attraverso le immagini e le parole, in una presenza costante nella quotidianità umana.

Hic iacet pulvis, cinis et nihil‘ ricorda l’epitaffio posto sulla pietra tombale del cardinale Antonio Barberini. Polvere, cenere e nient’altro, come a sottolineare che il corpo è soggetto alle leggi naturali del decadimento e del disfacimento e che la vita terrena è soltanto un passaggio, una fase di transizione.

UN OSSARIO A VIA VENETO

Cripta dei Cappuccini a Via Veneto a Roma

La Cripta dei Cappuccini a Via Veneto

Il memento mori di maggiore impatto emotivo, però, lo si trova nella Cripta dei Cappuccini, al cui ingresso è presente una scritta che riporta le parole dei quattromila scheletri lì raccolti: ‘Quello che voi siete eravamo, quello che noi siamo voi sarete‘. Posta sotto la navata destra della chiesa di Santa Maria Immacolata, la cripta dei Cappuccini si snoda attraverso un corridoio lungo quaranta metri, che porta alle cinque cappelle contenenti le ossa dei frati morti tra il XVI ed il XIX secolo. Si tratta di un ossario artistico, in cui le tibie, i peroni, i teschi sono stati ricomposti per formare rosoni, lampadari, figure geometriche. Ogni cappella prende il nome dal tipo di ossa con cui queste sono state decorate. Possiamo visitare così la cappella delle tibie, quella dei teschi, quella dei bacini, quella dei tre scheletri fino ad arrivare a quella della resurrezione.

All’interno della cripta dei Cappuccini è possibile vedere scheletri di uomini rivestiti e coperti con gli abiti che indossavano quando erano in vita, ossa che rivestono le cappelle e che vengono utilizzate come decorazioni. Uno scheletro, incastonato in una composizione ovale di ossa,  regge una falce ed una bilancia. I teschi sovrapposti formano file verticali inframezzate da tibie; poi bacini, falangi, femori usati  per formare stelle, fiori, lampadari, clessidre.

Una Roma oscura, sotterranea, insolita conduce i visitatori nel mondo dei morti per insegnare  e ricordare la caducità dell’esistenza.



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