All’interno del Parco Nazionale della Maiella è possibile coniugare l’interesse per il trekking e per la storia attraverso un sentiero suggestivo e relativamente semplice. Il percorso che parte a quattro chilometri dal paese di Roccamorice, in provincia di Pescara, consente di visitare, difatti, l’eremo di san Bartolomeo in Legio ed il complesso agro-pastorale di Valle Giumentina, il tutto in un ambiente caratterizzato da un lungo canyon in cui scorre il fosso del Catenaccio. La prima parte del percorso (25-30 minuti) è frequentata da pellegrini e famiglie che affrontano la discesa del vallone di Santo Spirito per giungere all’eremo di San Bartolomeo. Il luogo religioso, ubicato a mezza costa a 600 metri s.l.m., fu ricostruito da Pietro di Morrone (il futuro papa Celestino V) nella località di un precedente eremo andato in rovina ed ancora oggi è frequentato a scopo di culto.

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SULLE ORME DI PIETRO DI MORRONE: L’EREMO DI SAN BARTOLOMEO IN LEGIO

L'eremo di San Bartolomeo in Legio ripreso da due angolazioni

L’eremo di San Bartolomeo in Legio ripreso da due angolazioni

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Il percorso ha inizio da una strada sterrata che si trova in località Macchie di Coco, sulla strada che da Roccamorice conduce verso la Maielletta. Lasciata la macchina in prossimità di un ristorante-bar, si comincia a seguire il sentiero n.3 (o S) che inizia a degradare attraverso il Piano delle Felci per poi arrivare al ciglio della valle. Da qui lo sguardo si allarga sulla Maiella e attraverso dei gradoni artificiali si continua a scendere lungo il fianco del vallone di Santo Spirito.

Si giunge, quindi, in prossimità di un corridoio roccioso naturale: l’accesso dell’eremo di San Bartolomeo. Ricostruito durante la metà del XIII secolo da Fra Pietro di Morrone, ci troviamo davanti la chiesetta con l’altare e la statua di San Bartolomeo posta in una nicchia. Sulla facciata sono presenti affreschi del Duecento raffiguranti una Madonna con bambino ed un Cristo benedicente. Nella parte retrostante si trova, invece, la piccola cella in cui meditava e pregava il futuro papa Celestino V.

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Scendendo dalla seconda scalinata di pietra è possibile osservare il Riparo Ermanno De Pompeis (dal nome dell’archeologo che ha scoperto il sito), utilizzato 14.000 anni fa dai cacciatori di epoca paleolitica per ripararsi dalle intemperie durante il periodo di caccia. Durante i mesi estivi le popolazioni originarie del bacino del Fucino si spostavano in questo territorio per seguire le mandrie che migravano fino alla Maiella in cerca di nuovi pascoli.

DALL’EREMO ALLA VALLE GIUMENTINA

Una delle capanne in pietra a secco presenti nell'area archeologica della Valle Giumentina

Una delle capanne in pietra a secco presenti nell’area archeologica della Valle Giumentina

Risalendo la scalinata si continua a scendere dalla scalinata centrale che conduce ad un masso che funge da ponte. Si attraversa il torrente e si risale tra le felci il costone del versante opposto della montagna. Da qui è possibile fotografare l’eremo ed il paesaggio roccioso in cui è collocato. Raggiunta la cima, si prosegue su una sterrata nel pianoro della Cerratina e si arriva poco dopo al complesso agro-pastorale di Valle Giumentina, costituito da capanne costruite con pietra a secco ed utilizzate da pastori ed agricoltori che qui coltivavano o portavano le greggi al pascolo. La costruzione principale, con un diametro superiore ai 5 metri ed un’altezza di 8 metri, è la più grande della regione abruzzese. Vicina si trova una rara capanna a pianta quadrata. Dopo la visita si ripercorre il sentiero al contrario fino a tornare al punto di partenza.

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Caratteristiche del percorso – Sentiero n.3 o S poi CP- Segni bianco-rossi 

Tempo di andata e ritorno: 2.30-2.40 circa (0.25-0.30 per l’eremo: sentiero per famiglie)

Difficoltà: E

Dislivello: 150 metri

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