Nel cuore di Trastevere, a Largo Ascianghi, si trova un edificio che ha fatto la storia dell’architettura italiana del Novecento: il palazzo della G.I.L. (la Gioventù Italiana del Littorio) di Roma. Era il 1933 quando l’architetto Luigi Moretti, appena ventiseienne, diede vita alla Casa del Balilla, un luogo dedito all’assistenza e all’educazione fisica e morale della gioventù italiana. L’opera, promossa a livello nazionale dall’Opera Nazionale Balilla (poi confluita nella G.I.L.) è un esempio dell’architettura razionalista che in quegli anni stava cambiando la struttura della città. Oggi l’edificio della ex Gil di Trastevere è stato restaurato ed aperto al pubblico nel 2017 per renderlo uno spazio aperto e fruibile dalla cittadinanza. La WEGIL è uno spazio polivalente e creativo che ospita mostre ed eventi culturali.

CASA DELLA GIL A TRASTEVERE, LA STORIA

Siamo in pieno fascismo, è l’undicesimo anno dell’avvento di Mussolini al potere e quello che si vuole mettere in atto è un progetto di rinnovamento di Roma: la città antica deve aprirsi al moderno e alle istanze del XX secolo. Le antiche radici e la storia dell’Urbe devono collegarsi al nuovo che è dietro l’angolo e che sta arrivando velocemente. I fasti dell’impero non possono essere racchiusi soltanto nel passato ma devono essere ricordati e, soprattutto, devono essere proiettati nel presente.
La facciata dell'ex GIL di Trastevere

La facciata dell’ex GIL di Trastevere

Così l’idea base di questo programma di rinnovamento architettonico è quella di creare un ponte tra la città moderna e la città antica. E come fare se non aprendo nuovi spazi ed eliminandone altri ritenuti vecchi e fatiscenti? Pensiamo soltanto a come Roma cambia volto con lo sventramento della spina di borgo, con l’apertura di Via della Conciliazione, di Via dell’Impero e con la costruzione di un nuovo quartiere come l’Eur.
E vediamo come anche il quartiere di Trastevere viene trasformato con quest’opera razionalista del giovane Luigi Moretti. Si deve necessariamente snaturare un contesto urbanistico accreditato per proiettare Roma verso la modernità, verso la velocità. Ma non basta perché un’altra cosa che sta a cuore alla propaganda fascista è l’uomo nuovo, la sua formazione fisica e morale, la costruzione ideologica della razza italiana che deve primeggiare sulle altre.
Così l’esaltazione dello sforzo fisico e la celebrazione dell’esercizio quotidiano sono i punti cardine per la formazione dei giovani che dovranno diventare cittadini-modello, eroi di una guerra da combattere per avere il proprio spazio vitale. E che si dovrà lottare ce lo ricorda la scritta che campeggia sulla Torre del Littorio della G.I.L.: “NECESSARIO VINCERE PIÙ NECESSARIO COMBATTERE.

Arte dura quella razionalista, almeno nelle linee rigide e nette degli spazi esterni, arte che gioca con i volumi, con i pieni ed i vuoti ma che gioca anche (e questo lo si vede in Moretti) con le vetrate e con la luce, facendo dialogare lo spazio esterno con quello interno.

All’entrata della ex Gil di Trastevere sono presenti tre grandi aquile in bronzo, ripristinate dopo la rimozione dei due fasci littori. Le loro ali squadrate formano la M di Mussolini ed attendono il visitatore che si appresta ad entrare nella struttura. Internamente gli spazi sono amplissimi e sono stati studiati per far interagire le persone che dovevano fruirne in modo rigoroso. Il refettorio, il cinema-teatro, la biblioteca, le palestre ed il bellissimo salone di rappresentanza sono solo alcune aule progettate per l’educazione dei giovani balilla romani. A meravigliare poi sono la sinuosità e la morbidezza degli interni che si contrappongono nettamente alle linee dure della parte esterna.

L'interno dell'ex GIL di Trastevere

L’interno dell’ex GIL di Trastevere

Le pareti erano decorate e di quel periodo rimane oggi il brandello di un affresco a tempera realizzato nel 1936-1937 da Mario Mafai, pittore appartenente alla Scuola Romana. La scena raffigura il corteo trionfale di un imperatore romano reduce dalla vittoria, i colori della scena e dei due personaggi recuperati dal restauro sono innaturali, quasi allucinati.
Oltre il salone si trova una parete che delimita lo spazio riservato alle palestre con la rappresentazione in stucco del continente africano. Siamo nel 1936 e sul muro, in alto, campeggia la scritta NOI TIREREMO DIRITTO, la frase di propaganda che pronunciò Mussolini inneggiando all’espansione ed alla colonizzazione. Tutta la parete è un manifesto programmatico con la mappa dell’Africa in cui si evidenziano le due colonie italiane della Libia e dell’Etiopia mentre, ai lati, vengono sciorinate le date delle battaglie vinte.
La scritta mussoliniana "Noi Tireremo Dritto" all'interno della ex Gil di Trastevere

La scritta mussoliniana “Noi Tireremo Dritto” all’interno della ex Gil di Trastevere

Non può mancare sulla destra una grande M a ricordare il nome di Mussolini. Al primo piano, poi, si trova la sala d’onore con la finestra circolare ad illuminare volti in stucco di sei imperatori romani, a ricordo nuovamente dell’antico fasto che si proietta sul nuovo impero fascista.
Ringraziamo la storica dell’Arte Elisa Fabrizi dell’associazione Bell’Italia 88 per averci sapientemente guidato alla scoperta dell’ex Gil di Trastevere.

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