Roma è la città dai mille volti, il conglomerato urbano che ha visto modificare il proprio assetto urbanistico nel corso dei secoli, che ha saputo inglobarlo e digerirlo, accettando le sfide della modernità e dell’antichità. Il fascismo ha prodotto modificazioni importanti che hanno apportato tagli, stravolgimenti e ricostruzioni del tessuto urbano, una visione moderna che si prefigurava di unire la Roma antica ed epica dei secoli passati con quella nuova e contemporanea voluta da Mussolini. Ripercorriamo la storia del Foro Italico, inaugurato nel 1932 con il nome di Foro Mussolini.

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STORIA DEL FORO ITALICO, GIÀ FORO MUSSOLINI


Il piano regolatore degli anni Trenta dello scorso secolo ha previsto interventi di abbattimento di vecchie abitazioni come quelle che si trovavano al centro della spina di Borgo, ha progettato la costruzione di nuovi assi viari come quello di Via dell’Impero ed ha concepito l’edificazione della Città Universitaria della Sapienza, la prima università di Roma. Ma nella nuova concezione moderna e razionalista della Roma fascista si innesta anche un altro grande intervento voluto dal capo del fascismo, quello relativo alla realizzazione del Foro Mussolini, il vasto complesso di edifici ed impianti sportivi sorto in quella che allora era la periferia nord della capitale.

Foro Italico a Roma

L’Università degli Studi Foro Italico

Sotto Monte Mario, sulla sponda destra del fiume Tevere, doveva essere costruito un centro per la formazione e l’educazione fisica in grado di preparare i giovani fascisti che desideravano rinforzare il proprio fisico, intraprendendo una disciplina sportiva come quella del tennis, del nuoto, dell’atletica e che volessero comunque rinforzare la propria prestanza fisica. Quell’area, oggi, si chiama Foro Italico ed ingloba lo Stadio Olimpico, le piscine olimpioniche, lo stadio del tennis e lo stadio dei Marmi. Inoltre ospita la sede dell’Università degli Studi Foro Italico, la facoltà che si occupa dell’insegnamento delle scienze motorie. Qui si sono svolte le Olimpiadi di Abebe Bikila del 1960, i campionati mondiali di atletica del 1987, quelli di calcio del 1990, quelli di nuoto del 2009.

LA PROGETTAZIONE DEL COMPLESSO SPORTIVO INAUGURATO NEL 1932

Eppure non molti sanno che questo centro polisportivo venne inaugurato nel novembre del 1932 sotto il regime fascista. L’architetto Enrico del Debbio fu l’artefice di quest’area voluta da Renato Ricci, allora presidente dell’Opera Nazionale Balilla, l’organizzazione giovanile che si occupava della formazione morale e fisica dei giovani italiani.

Foro Italico Roma

Foro Italico:  a destra i mosaici pavimentali

La progettazione del Foro Mussolini ebbe inizio cinque anni prima, nel 1927, quando venne individuata l’area posta alle pendici di Monte Mario, il perimetro di terra che doveva ospitare il centro sportivo in grado di occuparsi della formazione ideologica, fisica e sportiva dell’uomo nuovo. Il programma politico ed architettonico era chiaro: realizzare un grande impianto sportivo che, collegandosi alla tradizione imperiale romana, formasse lo spirito ed il fisico dei giovani italiani, rapportandolo all’emergente civiltà fascista.

L’OBELISCO MUSSOLINI AL FORO ITALICO

Il piano regolatore di Del Debbio prevedeva la realizzazione di impianti sportivi che richiamavano l’architettura classica e quella razionalistica, opportunamente decorati attraverso mosaici pavimentali e parietali. Il Foro doveva contenere due stadi, quello dei Cipressi (oggi Stadio Olimpico) con una capienza di 100.000 persone e quello dei Marmi, cinto da statue di atleti. L’intera area doveva essere collegata con l’antistante quartiere Flaminio attraverso la realizzazione di due ponti e doveva essere abbellita con un obelisco dedicato a Mussolini, uno degli obelischi moderni di Roma.

L'obelisco Mussolini al Foro Italico a Roma

L’obelisco Mussolini al Foro Italico a Roma

Si trattava di un monolite che ancora oggi svetta tra il Tevere e Monte Mario, un unico pezzo di marmo di Carrara alto 18 metri, realizzato dall’architetto Costantino Costantini che recava la scritta MVSSOLINI DUX e che, nella mente di chi lo aveva ideato, doveva accogliere i visitatori che percorrevano l’arcata in cemento armato del nuovo ponte Duca d’Aosta, costato 12 milioni di lire e terminato soltanto nel 1939. L’obelisco era stato trasportato a Roma grazie ad un carro trainato da 60 buoi e successivamente era stato fatto risalire lungo il Tevere per essere installato poi nel piazzale del Foro nel 1932.

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LO STADIO DEI MARMI

Il fulcro del Foro Mussolini era l’edificio dell‘Accademia Fascista di Educazione Fisica, intonacato con il suo colore rosso pompeiano. Attraverso il suo arco si accedeva allo Stadio dei Marmi, costituito da dieci gradinate che ospitavano 20.ooo spettatori attorniati dalle statue marmoree di 60 uomini muscolosi e virili posti lungo l’impianto, atleti vigorosi che rappresentavano le varie attività sportive.

Stadio dei Marmi a Roma

Alcune delle statue dello Stadio dei Marmi

Sosteneva l’architetto Mario Paniconi che il Foro Mussolini ‘avesse un significato più alto e più completo, quasi una celebrazione solenne alla imperitura giovinezza e forza italica[1]’, un deciso richiamo alla classicità e alla grandiosità della Roma imperiale. A queste prime architetture vennero aggiunti altri edifici e decorazioni. Tra questi ricordiamo la Fontana della Sfera realizzata tra il ’33 ed il ’35 come simbolo della perfezione ed il Palazzo delle Terme con la piscina coperta ed i mosaici che riproducevano le fattezze di atleti e di personaggi mitologici.

Lungo il Piazzale dell’Impero vennero collocate tessere bianche e nere che pavimentavano il viale, disegnando personaggi, discipline sportive e scene evocative. Accanto al Foro Mussolini, nel 1937, venne poi iniziata la costruzione di quello che sarebbe dovuto diventare il Palazzo del Littorio, la sede del Partito Nazionale Fascista, ma la guerra non consentì di terminare l’edificio. I lavori ripresero soltanto nel corso degli anni Cinquanta ed il palazzo della Farnesina, con le sue geometrie razionali e la sua simmetria classica, divenne sede del Ministero degli Affari Esteri.

[1] Gentile E., “Il fascismo di pietra”, Editori Laterza 2007, pag.103.

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