Immaginate un palazzo nobiliare nel cuore di Roma con il suo ampio giardino, un edificio ancora oggi abitato da una famiglia proveniente da un paese a sud di Roma, Colonna, da cui il casato ha preso il nome. Poi pensate allo sfarzo del barocco, alla ricchezza delle decorazioni, ad una stanza con un trono che ospitava il pontefice, ad una ricca collezione di quadri risalenti soprattutto al Seicento: tutto questo è la Galleria Colonna, un’appendice del nobile palazzo costituita nella metà del XVII secolo ed ideata come sala di rappresentanza (ed insieme di celebrazione) della famiglia giunta a Roma nel Duecento.
GALLERIA COLONNA: LE OPERE
Gli esponenti più celebri del casato furono senza ombra di dubbio Oddone, divenuto papa con il nome di Martino V, il papa che pose fine alla cattività avignonese, e Marcantonio II Colonna, il comandante della flotta pontificia che sconfisse la compagine turca nella battaglia di Lepanto nel 1571.
Questo episodio cruciale della storia viene commemorato negli affreschi della Sala Grande mentre altri affreschi riguardanti l’ammiraglio cristiano decorano la Sala della Colonna Bellica e la Sala dei Paesaggi.
La palla di cannone conficcata nel pavimento della Galleria Colonna
Intorno il bellissimo marmo giallo di Siena, specchiere dipinte da Carlo Maratta e da Mario dei Fiori, consolle di legno dorato alternate a statue e busti antichi e pregiati arazzi francesi ed italiani.
Interessantissima è la collezione di quadri che si susseguono sulle pareti dell’antica dimora con una preponderanza di tele seicentesche come quelle di Annibale Carracci e degli allievi che si misero in evidenza nell’Accademia degli Incamminati, Domenichino, Guido Reni e Francesco Albani.
PALAZZO COLONNA: CATALOGO DEI DIPINTI
Ma si ammirano anche artisti manieristi come il Bronzino ed il Ghirlandaio in cui le figure hanno colori accesi, i paesaggi del Dughet, il Lanfranco a cui si deve la prima cupola barocca di Sant’Andrea della Valle, il Guercino con il suo interesse per il dato reale, il Tintoretto.
A sinistra “Il mangiafagioli”, di Annibale Carracci. A destra particolare della Galleria Colonna
E poi quella tela che sembra fuori luogo per la sua contemporaneità, Il mangiafagioli di Annibale Carracci, in cui il contadino viene colto di sorpresa dallo spettatore nell’atto in cui sta per assaggiare i legumi, mentre nella fascia inferiore compaiono vari oggetti di natura morta: una brocca, il pane, i piatti, le posate.
Particolare poi la palla di cannone che dal 1849 è conficcata sui gradini della Sala della Colonna Bellica, lasciata lì in memoria degli scontri avvenuti tra l’esercito francese comandato dal generale Oudinot ed i difensori della neonata Repubblica Romana, tra i quali ricordiamo Giuseppe ed Anita Garibaldi nonché Mameli che vi morì.
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