Il Cilento con i suoi colori accesi e la sua costa piena di vita non è sinonimo solo di mare e spiaggia, bagni e passeggiate. Questa porzione di territorio campano offre anche l’opportunità di muoversi nell’entroterra sui percorsi del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. A pochi passi da Felitto, un piccolo paese situato tra i boschi e le creste montuose del salernitano famoso per i fusilli, si trova un’affascinante località in cui è possibile organizzare un’escursione rigenerante, un modo diverso di passare alcune ore nel fresco del bosco e del sottobosco. Ci riferiamo alle gole del Calore, che prendono il nome dal fiume che scorre tra le pareti rocciose.
GOLE DEL CALORE: COSA VEDERE
Gole del Calore
L’ambiente incontaminato del parco del Cilento e la presenza di numerose varietà di piante ed animali caratterizzano il percorso di questo tracciato solcato dal fiume Calore che, seppur lungo soltanto 63 chilometri, attraversa ben cinque gole calcaree. Le sue acque cristalline si insinuano con vigore e potenza tra le forre ed i canyon, dando vita, grazie all’azione idraulica del torrente, alle caratteristiche rocce su cui si aprono dei fori circolari denominati marmitte dei giganti.
Lasciata la macchina al parcheggio che si trova in località Remolino, ci si avvia lungo uno stradello in terra battuta fino ad incontrare il pannello informativo indicante il percorso da affrontare. Il tragitto prevede di raggiungere un primo ponte in pietra detto Petratetta (1,760 chilometri) da cui è possibile immortalare dall’alto le correnti rapide del fiume Calore e, se si ha voglia ed energia, consigliamo di continuare attraverso un saliscendi continuo che porta dritti al secondo ponte costruito in epoca medievale (altri 4,3 chilometri). Il percorso è ben segnalato con i segni orizzontali bianco-rossi posti sulle pietre che si incontrano lungo il cammino.
IL FASCINO SELVAGGIO DEL CILENTO
Gole del Calore: il ponte medievale
Le gole del Calore presentano una elevata eterogeneità ambientale con la presenza di macchia mediterranea, rarissime specie di felci e boschi di ontano, alloro ed acero. Passando alla fauna, la regina del territorio è sicuramente la lontra che dal basso controlla il volo del gheppio, della poiana, del passero solitario.
Il sentiero ha inizio da un luogo molto frequentato (almeno d’estate), luogo in cui si riuniscono visitatori che si avvicinano alle gole del Calore per effettuare esplorazioni in canoa o in pedalò, per fare un bagno o per organizzare un picnic all’ombra degli alberi ma basta camminare per dieci minuti e si è avvolti dal silenzio.
Chi non ha voglia di camminare (e sono molti) rimane infatti all’inizio del sentiero e noi, inoltrandoci lungo il percorso, abbiamo la fortuna di godere appieno del senso di pace e di tranquillità che i dolci rumori della natura ci offrono. Ad accompagnarci c’è sicuramente l’acqua del fiume che corre veloce tra le rocce bianche, i versi degli uccelli e lo strisciare delle lucertole.
In 30 minuti si arriva agevolmente al ponte Petratetta, un arco naturale formato da due rocce crollate dalle quali è possibile ammirare la potenza delle acque del fiume Calore.
IL PONTE MEDIEVALE
Si prosegue, quindi, sempre sullo stesso versante della montagna su un percorso che nel tratto finale si fa più impegnativo con passaggi sulla roccia viva aiutati dalla presenza di corde di acciaio. Durante il cammino ci fanno compagnia carpini, pioppi e frassini e poi, finalmente, si scende attraverso una rampa a gradini e si raggiunge il bellissimo ponte medievale a schiena d’asino, collegamento utilizzato dalle genti della costa per raggiungere l’entroterra.
Oggi, rispetto al passato, si può transitare raggiungendo l’altra sponda del fiume senza pagare l’obolo previsto e ci si può riposare e rifocillare nell’area pic-nic presente.
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COME ARRIVARE
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