Dopo avere attraversato un corridoio lungo più di 200 metri e dopo avere superato le tre porte a tenuta stagna che sbarrano l’ingresso all’aria proveniente dall’esterno si entra nella prima cavità delle grotte di Frasassi, il complesso carsico situato nel territorio di Genga, in provincia di Ancona.
Siamo nelle Marche, all’interno del Parco naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi, istituito nel 1997 ed oggi gioiello di biodiversità in un territorio carsico.
COME FURONO SCOPERTE E COSA HA ORIGINATO LE GROTTE DI FRASASSI?
La prima grotta che si apre agli occhi dei visitatori è qualcosa di impressionante, di incredibilmente potente. È qualcosa di impensabile considerata la sua vastità. L’abisso Ancona è talmente ampio da poter contenere comodamente l’intero duomo di Milano.
La prima cavità delle grotte di Frasassi fu scoperta da un giovane nel 1971 mentre si avventurava tra queste montagne con l’intento di conoscerle più a fondo. Avvenne che il ragazzo vide sul terreno un foro del diametro di un pallone schiacciato, ci avvicinò la testa e sentì fuoriuscire da quel buco una colonna di aria fredda, il segno che lì sotto la terra era vuota.
Parlò della sua scoperta con dei suoi amici speleologi che per primi si introdussero nell’antro. Con la luce fioca sopra i loro caschi potevano rischiarare soltanto una piccola parte di quell’ambiente immenso ma quel poco bastò a capire che si trovavano dinanzi ad una scoperta sensazionale. Erano davanti a quella che sarebbe stata riconosciuta come la grotta più grande d’Europa.
Per comprendere la vastità di quella cavità lanciarono un sasso e contarono i secondi che impiegò a toccare il suolo. Ne passarono cinque, segno che la cavità raggiungeva i 200 metri di profondità.
Grotte di Frasassi
Il percorso spettacolare delle grotte di Frasassi si snoda lungo le cinque sale che si susseguono nell’arco di 800 metri in un ambiente che si mantiene costantemente intorno ai 14 gradi, con un tasso di umidità prossimo al 100%.
Il profilo ed i lineamenti delle grotte sono dovute alle particolari forme delle concrezioni che si sono venute componendo lentamente: si stima che ci siano voluti 190.000 anni per la formazione di stalattiti e stalagmiti così come le vediamo oggi.
L’acqua piovana, infatti, attraverso un continuo stillicidio, colpisce la roccia sciogliendo il calcare e rilasciando molecole di anidride carbonica che si depositano sia dall’alto verso il basso, formando concrezioni denominate stalattiti, sia dal basso verso l’alto, dando vita alle stalagmiti.
Si tratta di vere e proprie opere naturali che hanno stimolato la fantasia degli speleologi che, studiando ed osservando le grotte di Frasassi, hanno dato i nomi alle concrezioni che si trovano all’interno delle cavità.
Abbiamo così la serie degli animali come il cammello, l’orsa, il dromedario poi le canne d’organo, le cascate del Niagara, la spada di Damocle per non parlare, in sede culinaria, della fetta di lardo e della fetta di pancetta.
GROTTE DI FRASASSI: COSA VEDERE
Alcune immagini delle Grotte di Frasassi
Il percorso tradizionale prevede la visita a cinque grotte, andiamole a vedere insieme. L’Abisso Ancona è la cavità più grande del complessivo di grotte carsiche, con un’ampiezza di 180 x 120 metri ed un’altezza di 200 metri accoglie la bellissima Cascata del Niagara ed il Castello delle Fatine, costituito da pinnacoli e guglie, nonché il gruppo dei Giganti, una serie di stalagmiti millenarie che raggiungono misure epiche. Le concrezioni nate dalla paziente azione delle acque pluviali ha formato stalagmiti alte 20 metri e del diametro di 5 metri.
La Sala dei Duecento deve il nome alla sua lunghezza (200 metri appunto) ed ospita al suo interno concrezioni di colore rosso che formano il Castello delle Streghe mentre dall’alto incombe minacciosa con i suoi 7,40 metri la Spada di Damocle. Imponente appare l’obelisco, una stalagmite alta 15 metri formatasi su una roccia caduta dall’alto.
La terza sala che si visita è quella del Grand Canyon che, a differenza delle altre cavità, presenta ambienti con acqua. Qui le grotte di Frasassi raggiungono, infatti, la falda freatica del fiume Sentino formando dei bei laghetti.
Dall’alto di questa cavità si staccano delle esili e sottili stalagmiti che formano la Sala delle Candeline, piccole concrezioni che contrastano con l’imponenza e la grandezza delle stalattiti parallele che, invece, danno vita alle Canne d’organo, chiamate così per la somiglianza con lo strumento musicale.
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QUANTO CI SI IMPIEGA A VISITARE LE GROTTE DI FRASASSI?
Concludono il tour guidato, che dura circa un’ora e mezza, le ultime due grotte: quella dell’Orsa e la Sala Infinito.
In realtà le grotte non finiscono qui ma continuano in un intricato groviglio sotterraneo. Per chi volesse provare il brivido di una visita speleologica con caschetto ed attrezzatura ad hoc le grotte di Frasassi offrono la possibilità di esplorare cunicoli ed altre sale attraverso il percorso blu ed il percorso rosso.
Per maggiori info potete visitare il sito Frasassi.com
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