Camminare. Da soli, con compagni di viaggio conosciuti da sempre, o magari conosciuti durante la via. Camminare senza meta o con un obiettivo preciso nella testa e nei piedi. Camminare su sentieri nuovi o percorsi già battuti, la cui polvere ha già coperto centinaia, a volte migliaia di altri piedi.

Tante sono le modalità con le quali possiamo ancora intraprendere un cammino nel 2016 che è stato proclamato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo “Anno nazionale dei cammini”. Per scoprire e riscoprire la nostra penisola, lungo la quale si snoda una rete di 6500 km che aspettano solo di essere conosciuti attraverso i nostri piedi, presi che siano dall’avanzare passo dopo passo a contatto con la terra o a premere ritmicamente sui pedali di una bicicletta.

Forse meno noti di altri cammini europei, ma ugualmente ricchi di suggestioni e di storia, la Via di Francesco e il Cammino di San Benedetto sono i più frequentati fra i cammini che ripercorrono le orme dei Santi.

IL CAMMINO DI SAN BENEDETTO

Migliaia di persone ogni anno raggiungono i luoghi significativi della vita di Francesco e di Benedetto, spinte dalla fede, da una più ampia spiritualità, da una “semplice” intuizione d’infinito.

Per un totale di 300 km, il Cammino di San Benedetto congiunge la città natale del Santo, Norcia, con Montecassino, toccando nel corso delle sue 16 tappe la suggestiva Subiaco, con il suo Monastero straordinariamente incastonato nella roccia.

Tra l’11 e il 13 novembre 2016, il Cammino di San Benedetto, in particolare, si è arricchito grazie all’inaugurazione di un nuovo tratto, battezzato “A piedi con Benedetto”. Questo include 4 ulteriori tappe che, partendo da Piazza di San Lorenzo in Piscinula a Roma, raggiungono Affile, paese adagiato su un versante dei Monti Affiliani.

La ripulitura, tabellatura e apertura del nuovo tratto sono state realizzate da Federtrek – Escursionismo e Ambiente, una federazione che attraverso l’attività di associazioni dislocate su tutto il territorio nazionale promuove il territorio attraverso l’escursionismo. Grazie soprattutto all’ideazione e coordinamento di Pietro Pieralice e al lavoro in prima linea dei partecipanti al corso per Accompagnatori Escursionistici Volontari (AEV), il progetto ha consentito non solo di raccordare il Cammino di San Benedetto con la Via Francigena del Sud, ma anche di includere nel Cammino paesi lasciati ai margini del percorso ufficiale, nonostante le diverse tracce, più o meno dirette, della presenza di S. Benedetto in quei luoghi.

SAN BENEDETTO A ROIATE E AFFILE

Il simbolo del cammino di San Benedetto e la piazza di Affile

Il simbolo del cammino di San Benedetto e la piazza di Affile

Una breve tappa di 6 km ha così incluso i paesi di Roiate ed Affile. Il primo, col suo centro storico arroccato su un colle di tufo, reca le tracce del passaggio del Santo nella sua Chiesa omonima.

Questa piccola chiesa è caratterizzata dalla presenza, ai piedi dell’altare, di una roccia sulla quale secondo la tradizione S. Benedetto si è adagiato per trovare risposo. Il masso presenta infatti una spaccatura centrale che si crede sia l’impronta del corpo del Santo, cui i cittadini di Roiate avevano impedito l’accesso al paese per timore della peste che imperversava nei dintorni.

Una volta usciti dal paese, il percorso, in parte asfaltato, sale fino ad incrociare una mulattiera. Questa semplice ascesa consente di godere del suggestivo panorama di Roiate, il cui centro storico sembra quasi fluttuare sulle nuvole.

La “b” di Benedetto marcata su tronchi d’albero e massi rocciosi ricorda al camminatore che la polvere sollevata dai suoi passi si mescola a quella sollevata centinaia di anni fa da S. Benedetto e dai suoi monaci. Consente inoltre di riconoscere agevolmente il percorso. Questo entra in una macchia e conduce a valle, dove si ricomincia poi a salire per raggiungere Affile. Questo tratto della tappa è la più bella da un punto di vista naturalistico e paesaggistico.

Nella tranquillità della campagna romana si incontrano uliveti e vecchi casolari in pietra, in un paesaggio che invita ad un cammino lento e silenzioso. Una volta raggiunta Affile, attraversando il paese, si giunge al suo cimitero, che custodisce il tesoro del paese: la piccola chiesa di S. Pietro. Si tratta di una costruzione probabilmente di epoca paleocristiana, sottoposta negli anni a vari rimaneggiamenti che le conferiscono il suo aspetto attuale.

Le pareti della chiesa, sebbene parzialmente danneggiate, recano i segni del passaggio di San Benedetto nelle storie raccontate dai suoi affreschi. Dai colori sbiaditi emerge così il ricordo del primo miracolo del Santo, quando, come attestato da S. Gregorio Magno, San Benedetto miracolosamente ricompose nella sua interezza un setaccio che la sua nutrice aveva preso in prestito.

LE ALTRE TAPPE DEL CAMMINO

Roiate ed Affile sono soltanto due dei paesi lungo questo nuovo tratto del Cammino di San Benedetto, che attraversa, tra gli altri, anche i borghi di Palestrina e Castel S. Pietro, tocca il monte Guadagnolo nonché il Santuario della Mentorella sui Monti Prenestini. Il nuovo tratto incrocia così il Sentiero della Pace (che va da Roma a Subiaco) e ripercorre le tracce del “Sentiero Woytila” che collega il piccolo borgo di Pisoniano proprio al Santuario della Mentorella.

Piccoli centri della nostra penisola, i cui nomi sono sconosciuti a più. Paesi che silenziosamente e con umiltà ci raccontano una storia, ci restituiscono segni di un passaggio. Che è quello di S. Benedetto, dei suoi monaci operosi. Ma anche il nostro.

Articolo scritto da Maria Gabriella

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