Il labirinto Borges sull’isola di San Giorgio a Venezia è uno di quei posti che definire magici, non è un’iperbole.
Si tratta, infatti, di un luogo dove la clessidra del tempo è priva di sabbia, un posto che marginando il visitatore con migliaia di filari di bosso, lo conduce alla scoperta del grande scrittore argentino, a cui il labirinto è dedicato.
Un percorso botanico e al tempo stesso letterario, scandito da una serie di simboli direttamente legati alle opere di Borges ma anche da mitologici richiami al più atavico dei nostri passati, perché questo luogo, dove si respira natura e letteratura, avrebbe fatto invidia persino a Dedalo, il leggendario creatore del labirinto di Cnosso, la prigione del Minotauro.
LA NASCITA DEL LABIRINTO DI BORGES
Sull’isola di San Giorgio, una delle tante splendide note che punteggiano il pentagramma veneziano, dal 2011 esiste un luogo che racchiude arte e letteratura, mito e mistero, natura e simbologia. Questo posto è il labirinto di Borges, un luogo di rara bellezza, dedicato a uno dei più grandi scrittori del secolo scorso, legato alla città di Venezia da un rapporto speciale, una città che considerava una sua seconda casa e che, in più di un’occasione, aveva definito un labirinto in pietra, innervato dai pittoreschi calli, immensi fili di storia che tratteggiano una città unica nel suo genere.
A volere questo labirinto (il termine deriva dal greco labýrinthos che, a sua volta discenderebbe da labyr, l’ascia bipenne simbolo del potere reale a Creta) è stata la Fondazione Giorgio Cini che si è fatta promotrice del desiderio di Maria Kodama, la vedova di Jorge Luis Borges, desiderosa che venisse realizzato a Venezia qualcosa che ricordasse il marito e il suo legame con Venezia.
La Fondazione Cini, nel concepire il labirinto, si è affidata a un esperto assoluto in materia, l’architetto inglese Randoll Coate che, in tal modo, ha voluto omaggiare, in modo davvero originale, il grande Borges con un giardino decisamente singolare, un enigmatico legame fra lo scrittore e la città lagunare.
COSA VEDERE SULL’ISOLA DI SAN GIORGIO A VENEZIA
Sono oltre 3200 le piante di bosso, rigorosamente potate a un’altezza di 90 cm, che definiscono questo intreccio labirintico di oltre 2300 mq, un insolito giardino firmato da Coate, già autore di opere similari in varie parti del mondo, a partire dal The Imprint of Man, un giardino labirinto realizzato nel 1975 a Lechlade Mill nel Gloucestershire.
A quel primo, fortunato esordio seguirono altre decine di labirinti, alcuni dei quali realizzati con Adrian Fischer, un altro grande esperto.
Coate, nel creare il labirinto dedicato a Borges, si è voluto ispirare a un racconto dello scrittore argentino, intitolato, non a caso, Il Giardino dei sentieri che si biforcano, scritto del 1941 e in seguito confluito nella raccolta Finzioni.
«Il giardino dei sentieri che si biforcano è un enorme indovinello, o parabola, il cui tema è il tempo: è questa causa recondita a vietare la menzione del suo nome. Omettere sempre una parola, ricorrere a metafore inette e a perifrasi evidenti, è forse il modo più enfatico di indicarla. È il modo tortuoso che preferì, in ciascun meandro del suo infaticabile romanzo, l’obliquo Ts’ui Pen.»
Isola di San Giorgio: il labirinto di Borges (foto: Elena Sacco)
“IL GIARDINO DEI SENTIERI CHE SI BIFORCANO”
Nel racconto, ambientato in Inghilterra durante la Prima Guerra mondiale, è narrata l’avvincente storia del cinese Yu Tsun, ufficialmente professore universitario, in realtà spia al soldo dei tedeschi.
Borges, nella brevitas tipica della forma letteraria del racconto, concentra il massimo dei contenuti narrativi, regalando al lettore, in una suggestiva struttura di scatole cinesi, un ricco intreccio fatto di spionaggio, labirinti fisici e mentali e, naturalmente, degli amati libri.
Una simile trama non poteva non ispirare Coate che realizzò, con il labirinto di Borges, un dedalo in cui lo stupefatto visitatore ritrova non solo i tanti richiami al racconto ma anche diversi simbolici oggetti legati ad altri scritti e, in generale, alla vita di Borges, come una tigre, un enorme punto di domanda ma anche due clessidre, nonché le iniziali dello scrittore argentino e di sua moglie, sapientemente ricavate dalle piante.
ALTRI LABIRINTI ITALIANI, DOVE PERDERSI È MERAVIGLIOSO
Il labirinto di Borges sull’isola veneziana di San Giorgio non è, ovviamente, l’unico presente in Italia. Lungo lo stivale sono diversi questi giardini che, emuli del primo e leggendario a Cnosso, affascinano con il loro mistero, la loro palpabile seduzione, ieri come oggi, migliaia di visitatori.
IL GIARDINO DI VALSANZIBIO
Uno dei più belli e visitati è, senza dubbio, quello presente dentro il giardino di Valsanzibio, una delle meraviglie di Villa Barbarigo che l’omonima famiglia fece erigere nella seconda metà del Seicento come ex voto per sconfiggere la grande peste del 1630.
Una vista aerea del “Secolare Labirinto di Bossi” – © Stefano Maruzzo & Tenuta Valsanzibio srl
In questo parco di oltre 15 ettari c’è anche un labirinto, i cui dedalici percorsi sono definiti da piante di bosso, alcune addirittura risalenti al 1664.
IL LABIRINTO DELLA MASONE
Non meno bello è il labirinto della Masone, nel comune parmense di Fontanellato. Si tratta del più grande labirinto al mondo, realizzato, a partire dal 2005 e terminato nel 2015, da Franco Maria Ricci insieme agli architetti Pier Carlo Bontempi e Davide Dutto.
Labirinto della Masone
Degno erede del mitologico giardino di Creta, questo labirinto offre un percorso di oltre tre chilometri, interamente composto da oltre duecentomila piante di bambù, appartenenti a venti specie diverse.
IL LABIRINTO DEL CASTELLO DI DONNAFUGATA
Nell’incantevole Sicilia, invece, nei giardini dello storico Castello di Donnafugata, in provincia di Ragusa, si trova un labirinto in pietra, uno dei tanti scherzi disseminati nel grande parco di otto ettari che circonda l’edificio, tra cui come non citare un originalissimo sedile, all’interno del quale era stato posizionato un irrigatore che si azionava nel momento in cui l’improvvido visitatore ci si sedeva sopra.
Castello di Donnafugata: il labirinto
La struttura del labirinto, la cui forma trapezoidale si ispirava al labirinto inglese di Hampton Court, fu realizzata con muretti a secco in pietra bianca, un materiale tipico della zona, e all’epoca, era impreziosito da piante di rosa rampicanti che impedivano a chi lo percorreva di poter sbirciare il percorso.
IL LABIRINTO DEL CASTELLO DI MASINO
In Piemonte, invece, per la precisione a Caravino, provincia di Torino, si trova il secondo labirinto più grande d’Italia, situato all’interno del parco che margina il castello medievale di Masino, maniero fatto erigere nel corso dell’XI secolo per volere dei conti Valperga, una casata che si dichiarava discendente del Re Arduino.
Il labirinto botanico, le cui prime testimonianze scritte risalgono al 1753, consta di oltre duemila piante di carpini, ancora potate secondo le indicazioni originarie, presenti nei documenti d’archivio.
COME VISITARE IL LABIRINTO DI BORGES: ORARI E PRENOTAZIONI
Il labirinto Borges è visitabile tutti i giorni, escluso il mercoledì. Le visite si prenotano sul sito della Biglietteria VisitCini, dove sono disponibili anche i tour della Fondazione Giorgio Cini e delle Vatican Chapels ed esperienze che includono anche una sosta al San Giorgio Café. Per informazioni o comunicazioni: info@visitcini.com
Ringraziamo Elena Sacco per le foto del labirinto di Borges.
Per approfondire:
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