La pittoresca Favignana, la silenziosa Marettimo e, infine, la selvaggia Lèvanzo, in poche parole l’incanto delle isole Egadi. Tre isole, tre versi di una poesia, tre colori di uno splendido arcobaleno, tre note di una sinfonia suonata dal vento.
ISOLE EGADI, PUNTI D’INTERESSE
Situate nell’estremità occidentale della Sicilia, davanti a Trapani, le isole Egadi rappresentano un luogo magico dove natura, storia e folklore si fondono in un unico, infinito abbraccio.
L’arcipelago sorse all’inizio dell’era quaternaria, circa 600.000 anni fa, a seguito di fenomeni di bradisismo ed erosione. La prima fu Marettimo, poi venne alla luce Favignana e, infine, la piccola Lèvanzo.
Dopo essere stato per molto tempo un possedimento spagnolo, nel corso del XVI secolo l’arcipelago passò in mano ai Pallavicini-Rusconi di Genova che, nel 1874, lo cedettero per 2 milioni di lire alla famiglia Florio, originaria della Calabria, che fece la fortuna delle tre isole siciliane.
Il nome dell’arcipelago (di cui fanno parte anche gli isolotti di Formica e Maraone), dal greco Aigatai, letteralmente isole delle capre, assurse ai fasti della storia il 10 marzo del 241 a.C. quando fu teatro della decisiva battaglia della Prima Guerra Punica, che vide la flotta romana, guidata da Gaio Lutazio Catulo, sbaragliare l’invincibile marina cartaginese.
Così lo scrittore greco Polibio ricorda l’esito di quell’epico scontro:
«L’impresa fu una lotta per la vita, e la vinsero i romani».
ISOLE EGADI: FAVIGNANA
Isole Egadi: gatti a Favignana
La prima delle tre isole Egadi è quella di Favignana, la più grande, con i suoi 19 km² di superficie e anche la più vicina alla costa trapanese.
Il nome deriva dal latino favonius, termine con cui gli antichi romani indicavano il vento caldo proveniente da ovest. L’isola, che romanticamente ricorda la forma di una farfalla, si può suddividere in due parti. Una, quella orientale, decisamente più pianeggiante, tanto da essere la sede del vero e proprio centro abitato. L’altra, rivolta verso occidente, rimane più montuosa, come visivamente testimoniato dal castello di Santa Caterina che, con i suoi 302 metri sul livello del mare, domina incontrastato l’intera isola.
Il mare di Favignana dai colori cangianti, dall’azzurro al blu passando per il verde smeraldo, le cave trasformate in folcloristiche dimore, le splendide calette o le pittoresche case, sono solo alcuni dei tratti salienti di questo luogo paradisiaco.
Impossibile elencare tutte le splendide cale disseminate lungo la frastagliata costa favignanese. Da Cala Rossa, dove i massi tufacei si tuffano nell’azzurrità del mare, a Cala San Nicola, con il cosiddetto Bagno delle donne, una grande vasca di epoca romana riempita di acqua di mare, ma anche la piccola e deliziosa Cala Azzurra e la spiaggia di Burrone, la più grande e frequentata di tutta l’isola.
Favignana non è solo natura incontaminata e paesaggi mozzafiato ma anche tradizione e cibo squisito, a partire da sua maestà il tonno. Questo pesce per moltissimo tempo ha rappresentato la cifra di questa fantastica isola, dove il tempo pare essersi fermato, dove l’azzurro del mare imita quello del cielo.
Per secoli buona parte dell’economia di Favignana è ruotata intorno alla leggendaria pesca del tonno, specie di quello rosso, la più prelibata delle specie di questo esemplare ittico.
Fino a qualche anno fa la vita dell’isola era intimamente legata alla cattura e alla lavorazione del tonno, attività che impegnava centinaia di uomini e donne che si riversavano sull’isola in precisi momenti dell’anno, mutando i normali equilibri del piccolo borgo marinaro.
Ora di quel mondo rimane la vivida memoria custodita nello splendido museo della Tonnara di Favignana.
Situato negli ex stabilimenti Florio, una volta vanto dell’isola, questo luogo, la cui visita è assolutamente obbligata, rappresenta un lungimirante esempio di riconversione di un sito industriale in uno spazio espositivo. Visitare questo museo significa toccare con mano quel mondo fatto di pesca, di mare, di fatica ma anche di ingegnose soluzioni industriali che fecero degli stabilimenti Florio un esempio da esportare in tutto il mondo.
Oltre al museo e al suggestivo Centro di Primo Soccorso per Tartarughe Marine, situato sempre nel complesso degli ex stabilimenti Florio, un altro consiglio per trascorrere il tempo a Favignana è quello di passeggiare per le pittoresche vie del piccolo centro storico.
Impossibile non rimanere affascinati dai vari negozietti che vendono eccellenti prodotti enogastronomici, dagli splendidi gatti ma anche dalla chiesa dedicata all’Immacolata Concezione, posta nella piazza principale di Favignana ed edificata per volere di re Filippo II nel 1704. A impreziosire l’architettura dell’isola c’è anche il Villino Florio, oggi sede del Comune, edificio liberty realizzato dall’architetto Giuseppe Damiani Almeyda nel 1876.
ISOLE EGADI: LA PICCOLA LÈVANZO
A pochi chilometri da Favignana si trova Lèvanzo, l’antica Phorbantia, forse la Bucinna di Plinio, la più piccola delle isole Egadi con i suoi 5 km di lunghezza complessiva.
Coperta da colline, la più alta delle quali è Pizzo Monaco, Lèvanzo è decisamente la più selvaggia, anche per la totale assenza di sorgenti d’acqua dolce. La sua fama è legata alla presenza di numerose grotte fra cui spicca la più importante: la grotta del Genovese.
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Situata a nord-ovest del minuscolo centro abitato, dove in media abitano 200 persone, la grotta, raggiungibile in barca o attraverso una mulattiera, conserva due cicli di arte parietale, risalenti a circa 6000 anni fa e raffiguranti uomini, pesci e altri animali.
Questa straordinaria grotta fu scoperta nel 1949 dalla pittrice Francesca Minellono, in vacanza sull’isola. L’artista, incuriosita dai racconti di un pescatore su degli strani disegni dentro una grotta, dopo averli visti e riprodotti su un album, li mostrò al professor Paolo Graziosi. Questi, docente di Paleontologia all’Università di Firenze, li studiò attentamente sentenziando che si trattasse di graffiti risalenti al neolitico e, addirittura, al paleolitico, quando Lèvanzo non era ancora un’isola, ma parte integrante della Sicilia.
ISOLE EGADI: MARETTIMO, UN INCANTO
Isole Egadi: scorcio e tramonto da Favignana e una delle grotte di Marettimo
La più lontana delle isole Egadi è Marettimo, l’antica Hiera. Ricchissima di sorgenti, l’isola in passato fu sede di una sinistra prigione borbonica, da cui fuggire era praticamente impossibile.
Oltre al pittoresco centro abitato, che si estende con un dedalo di viuzze a ridosso del piccolo porto, il punto forte di Marettimo è dato dalla natura incontaminata. Le falesie di bianco calcare dolomitico e le splendide grotte marine sono luoghi che meritano assolutamente una visita.
Fra queste la Grotta del Cammello, quella della Pipa e la Grotta del presepe, le cui rocce per l’effetto dell’erosione eolica e marina ricordano le statuette di presepio.
Il miglior modo per vedere Marettimo è dal mare, a bordo di una delle tante piccole imbarcazioni che compiono in vari momenti della giornata il giro dell’isola. Impossibile resistere alla tentazione di fare un bel tuffo in un mare che vi stupirà per l’incredibile varietà cromatica.
Immergersi nelle acque di Marettimo, così come in quelle che lambiscono le isole Egadi, equivale a tuffarsi nel mezzo di un immenso acquario che, dal 1991, è un’area marina protetta dove, oltretutto, nuota una delle creature marine più belle: la tartaruga.
Il consiglio è di andare alle isole Egadi nei mesi meno affollati, come settembre, giugno, ma anche ottobre quando le acque del Mediterraneo sono ancora placide e sorprendentemente calde.
Buon viaggio e fatevi circondare dalla bellezza.
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