Riprendiamoci il nostro tempo. Umano. Rimettiamoci in viaggio, seppur per pochi chilometri, per conoscerci e per conoscere. La comprensione di quello che ci circonda si realizza con lo sguardo del camminatore stanco ma attento. La pienezza dell’andare, sempre e comunque, si concretizza nell’essenza del viaggiatore. Quando ci si muove lentamente si arriva dritti al punto. Con lo zaino in spalla, la nostra casa, si giunge al fondo delle cose. E’ l’arte del camminare.
L’ESSENZA DEL VIAGGIO
Il movimento più antico, quello dello spostamento, quello del mettere un passo dietro l’altro, rappresenta il nostro bisogno di esplorare e di conoscere. Il mondo oggi si è adeguato alla velocità. Macchine, aerei, navi. Le distanze non si misurano più. Si calcolano i minuti, non i chilometri. Si misura il tempo, non lo spazio. Quello che conta è l’arrivo.
Camminare
Il viaggio è diventata un’autostrada, un porto o un aeroporto. L’avventura inizia dal luogo che si è scelto di visitare. Mai dal viaggio in sé. Il turismo ha fatto perdere l’arte del camminare. Foto ai monumenti più celebri, soste nei negozi del centro e ripartenza verso nuovi luoghi da catalogare e postare sui social network. Gli spostamenti sono diventati utili al raggiungimento della meta. Ma se questa non è conquistata faticosamente rimane sempre una meta?
L’essenza del viaggio non è il luogo-culto che vogliamo immortalare ma la preparazione al suo raggiungimento.
Sentire la fatica, mettersi alla prova, provare il senso della privazione e del dolore ai tendini o ai muscoli indica che siamo umani. Finiti. Ognuno con il proprio limite. Si conosce se stessi in queste condizioni. Lo stravolgimento delle abitudini, la condivisione delle sofferenze con persone sconosciute mette in relazione gli uomini. Persone che si ritrovano nella stanchezza della sera, quando le glorie delle visioni paesaggistiche si smorzano nel senso di spossatezza e debolezza.
L’ARTE DEL CAMMINARE
Camminare, il gesto più antico dell’uomo. Il verbo più rivoluzionario, che ha fatto di un Io un Noi. Un conoscersi, un parlarsi ed un condividere. Nessuna frontiera, nessuna nazionalità. Un solo modo di essere uomini e donne. E’ l’arte del camminare.
Il viaggio include due aspetti, due caratteristiche che si riscontrano nell’essenza dell’essere umano: la sofferenza del corpo e l’aspettativa. Si parte per cercare, per cercarsi. Ci si apre all’altro, lo si vuole conoscere, scoprire. Comprendere la sua storia, il territorio, la sua formazione. Ogni singolo passo, anche breve o affaticato, è il risultato di questa voglia di capirsi. Ci si mette in viaggio per l’attesa, non per la meta. E proprio quando si arriva si prova sconcerto, perché termina la motivazione al movimento. Se è vero che ci si muove per il senso della sfida allora, quando si arriva, ci si sente un po’ morti.
Indossare le scarpe, mettersi lo zaino sulle spalle e partire con entusiasmo. Con i dubbi, la paura del viaggio, lo sconcerto. Un viaggio è una vita. Può accadere di tutto ma è proprio nella mentalità del viaggiatore accettare l’oscuro, il non preventivato. La certezza la lasciamo a chi ha paura e si accontenta di legarsi ad un luogo.
AD OTTOBRE LA GIORNATA DEL CAMMINARE
Ogni anno ad ottobre, in Italia, si celebra la Giornata del Camminare, ideata ed organizzata dalle associazioni che fanno capo a Federtrek. L’iniziativa nasce dalla volontà di promuovere la cultura del movimento lento.
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