Tra i numerosi percorsi di pellegrinaggio c’è anche la Via degli Abati, lo storico itinerario che attraversa l’Appennino settentrionale nelle province di Piacenza e di Parma, muovendo dalla Lombardia (Pavia) e approdando in Toscana (Pontremoli), dove il percorso si ricongiunge con la Via Francigena in direzione di Lucca e di Roma.

LA VIA DEGLI ABATI: STORIA DEL CAMMINO

La Via degli Abati è un cammino sorto all’inizio dell’età longobarda per assicurare il necessario collegamento tra la Langobardia (e la capitale Pavia) e la Tuscia (e in particolare Lucca, capoluogo del relativo ducato), oltreché con i ducati centro-meridionali e con Roma. Esso ha anticipato così l’avvento della via Francigena durante il periodo di svariati decenni in cui il passo della Cisa (monte Bardone) era rimasto impraticabile per i Longobardi, essendo saldamente controllato dai Bizantini.

A supporto di questo iniziale itinerario i sovrani longobardi avevano tra l’altro promosso la creazione nel cuore dell’Appennino, ai piedi del monte Penice, della celebre abbazia di Bobbio, fondata dall’abate irlandese San Colombano. Oltre che dai Longobardi per esigenze civili e militari, il percorso veniva quindi utilizzato anche dai monaci e dagli abati di Bobbio nei loro frequenti spostamenti in direzione di Pavia e di Roma, per i necessari contatti con la corte regia e con la curia papale, da cui l’abbazia direttamente dipendeva.

Ponte Gobbo e la Via degli Abati

Ponte Gobbo e alcuni camminatori lungo la Via degli Abati

Il cammino degli Abati era inoltre frequentato dai numerosi pellegrini, provenienti dalla Francia e soprattutto dalle Isole Britanniche, che nel loro viaggio devozionale a Roma deviavano verso Bobbio per venerare la tomba di San Colombano, al tempo venerato come grande taumaturgo e padre con San Benedetto del monachesimo occidentale. Per questo tanto a Pavia che a Piacenza (come pure a Lucca) esistevano strutture di accoglienza (foresterie e ostelli) collegate all’abbazia di San Colombano, mentre altre si registravano, oltre che a Bobbio, anche nei pressi di Bardi ed a Borgotaro e a Pontremoli.

Anche dopo l’affermarsi della Via Francigena come percorso principale verso Roma, l’antico itinerario oggi conosciuto come “Via degli Abati” ha continuato se pur in misura più ridotta ad essere praticato. Il passaggio di pellegrini francigeni e di abati diretti a Roma è proseguito a lungo, risultando ancora puntualmente attestato tra il X e il XII secolo.

UNO DEI CAMMINI PIÙ SUGGESTIVI D’ITALIA

Riscoperta a partire dal 2000 (anche grazie ad un convegno nazionale), la Via degli Abati è oggi un itinerario escursionistico ben conosciuto ed apprezzato nel mondo dei camminatori, che lo considerano uno dei cammini più suggestivi in Italia. È considerata anche come la variante di montagna che offre un possibile percorso alternativo per i pellegrini sulla Via Francigena nel tratto tra Pavia e Pontremoli.

La via degli Abati

La via degli Abati

La Via degli Abati è lunga circa 190 km, percorribili in 8/10 tappe, per la maggior parte in territorio emiliano, e si svolge attraverso alcune delle zone più attraenti e incontaminate del crinale appenninico, intersecando le valli dei fiumi Tidone, Trebbia, Nure, Ceno e Taro; zone ricche di bellezze paesistiche e ambientali sorprendenti e di diffuse memorie storiche, oltre che della perdurante cordialità e ospitalità delle popolazioni locali.

Il percorso è interamente segnato e georeferenziato, dispone di alcune carte escursionistiche e delle tracce GPS, di due guide a stampa pubblicate da case editrici nazionali e di altro materiale informativo, oltre che di un apposito sito web (www.viadegliabati.com). Lungo il cammino è funzionante una essenziale rete di strutture di accoglienza (ostelli, canoniche, agriturismi, alberghetti di montagna).

Ogni anno l’itinerario della Via degli Abati è interessato dalla Abbots Way, una manifestazione non competitiva di corsa in natura tra Bobbio e Pontremoli (la più lunga in territorio italiano), che vede la partecipazione di centinaia di appassionati. Nell’anno appena trascorso, ricorrendo il XIV centenario della morte di San Colombano, la Via ha registrato anche un’accresciuta affluenza di pellegrini, in aggiunta alle centinaia di escursionisti che abitualmente vi transitano (a piedi, in bicicletta o a cavallo).

 

L’autore dell’articolo è il Presidente dell’Associazione “Via degli Abati”, che ringraziamo anche per le foto.

 

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