Il lago di Bled in Slovenia, un bacino lacustre di origine glaciale coronato dalle Alpi Giulie, è uno di quei posti che sembra davvero uscito dalle pagine di una fiaba e, fidatevi, non stiamo esagerando.

Conosciamo, allora, questa porzione di paradiso, un luogo ammantato di leggenda che, una volta visitato, è davvero difficile da dimenticare.

IL LAGO DI BLAD IN SLOVENIA, TRA STORIA E LEGGENDA

Nel nordest della Slovenia, alle pendici delle suggestive Alpi Giulie, nella regione dell’Alta Carniola, sorge uno dei luoghi più belli non solo della Slovenia ma di tutta l’Europa, questo luogo è il lago di Bled, un posto tutto da vedere.

Di origine glaciale, il lago di Bled si formò a seguito dello scioglimento del ghiacciaio di Bohinj, le cui acque colmarono la conca plattonica presente.

Largo, nel punto più ampio, 1380 metri e lungo 2120 metri, il lago di Bled nasconde nelle sue profondità, che richiamano in vari momenti dell’anno numerosi sommozzatori, ben diciannove specie di pesci, tra cui carpe, trote e pesci siluro, un patrimonio ittico di rara originalità.

Ma più della sua formazione e della fauna che lo caratterizza, oltre ai pesci anche anatre e cigni, il lago di Bled è legato a un’affascinante leggenda che da secoli si perpetua, ammaliando milioni di turisti.

Si narra, infatti, che in origine al posto delle acque del lago vi fosse una vallata rigogliosa, con al centro una montagnola intorno alla quale, rigorosamente al calar del sole, si radunavano le fate che sul quel morbido manto erboso ballavano fino al sopraggiungere dell’alba.

Lago di Bled in Slovenia

Bled, località slovena ai piedi delle Alpi Giulie

Oltre alle fate, però, quella vallata era utilizzata anche dai pastori che su quei campi verdeggianti portavano le loro greggi a pascolare. Le fate, temendo che gli animali potessero strappare l’erba intorno alla montagnola, chiesero ai pastori di costruire un piccolo recinto in modo che l’area dove loro danzavano fosse sempre verdeggiante.

Ma i pastori non lo fecero, continuando a far pascolare le loro pecore ovunque, anche intorno alla roccia.

Così, una notte, la più giovane delle fate, mentre con le compagne piroettava serenamente, a causa della mancanza di erba in un punto, cadde e si ruppe un piede.

L’ira delle fate per quell’incidente fu tale che decisero di vendicarsi.

Dalle vicine montagne richiamarono tutti i torrenti, specie quelli più irruenti. In poco tempo la grande vallata fu totalmente sommersa dalle acque da cui si salvò solo la montagnola dove le fate, finalmente indisturbate, poterono continuare a danzare.

Quella porzione di terra in mezzo all’acqua, da quel momento in poi, divenne, per tutti, l’Isola delle fate.

GITA SULLE PLETNE, LE STORICHE BARCHE DEL LAGO DI BLED

Quest’isola, l’unica di tutta la Slovenia, meta irrinunciabile per chiunque, è davvero un luogo magico, facilmente raggiungibile da vari punti del lago con le pletne, le caratteristiche imbarcazioni che giornalmente fanno la spola tra le rive del lago di Bled e l’Isola delle fate.

Le pletne non sono delle imbarcazioni qualsiasi ma veri e proprio pezzi di storia, visto che solcano le placide acque di Bled dal 1590.

Costruite dagli artigiani locali, praticamente sempre allo stesso modo, le pletne, barche rigorosamente fatte di legno che si ispirano alle gondole veneziane, hanno il fondo piatto e un tetto arcuato che grazie a dei teli protegge i passeggeri dal sole ma, eventualmente, anche dalla pioggia.

Dove prendere la pletna al lago di Bled?

Una pletna al lago di Bled

Le pletne, sulla cui etimologia gli storici sono divisi, per alcuni tale termine deriverebbe dallo sloveno pletena per altri dal tedesco plateboot, sono lunghe 7 metri e larghe 2, capaci di ospitare fino a un massimo di 18 persone.

A Bled le pletne sono 23, un numero che, fin dai tempi dell’imperatrice Maria Teresa, è rimasto immutato; tali, infatti, sono le licenze massime concesse, in origine, a quei contadini proprietari dei terreni meno fruttuosi, una sorta, insomma, di parziale risarcimento.

A condurre la pletna è il pletnar, il gondoliere locale che, rigorosamente in piedi e con la forza delle sole braccia, muove i due remi con cui conduce i passeggeri sull’Isola delle fate, il minuscolo pezzo di terra che erge dalle acque di Bled.

L’ISOLA DELLE FATE E LA LEGGENDA DELLA CAMPANA

La prima immagine che coglie l’ammaliato visitatore non appena giunge sull’isola è l’imponente scalinata, ben 99 gradini che, dal piccolo molo, dove ormeggiano le pletne, conduce alla sovrastante chiesa, dedicata a all’Assunzione di Maria.

Questo edificio, praticamente l’unico sull’isola, salvo un paio di attività commerciali, si caratterizza per il pittoresco campanile, a cui è legata un’altra imperdibile leggenda.

Intorno al 1500, il feudatario di Bled scomparve improvvisamente. I suoi concittadini si misero subito alla ricerca, setacciando ogni angolo del castello dove viveva e dei boschi circostanti, ma invano.

Hartman Kreigh, questo il suo nome, era letteralmente svanito nel nulla.

La moglie Polissena, disperata per l’inspiegabile sparizione del marito, decise di far costruire, fondendo tutto l’oro e l’argento che possedeva, una grande campana che avrebbe fatto collocare dentro il campanile della chiesa sull’isola di Bled.

Ma il giorno del trasporto della campana dalle rive del lago all’isolotto, la pletna su cui era stata collocata, forse a causa del maltempo o del suo eccessivo peso, si rovesciò e la campana finì nelle profondità del lago.

Quella notizia sconvolse Polissena, la quale lasciò per sempre il castello dove dimorava per trasferirsi a Roma, ritirandosi, per sempre, dentro a un monastero.

Il papa dell’epoca, commosso da quella vicenda, decise di far dono alla chiesa dell’Isola delle fate di una campana che, proprio perché nata da un gesto di amore, si racconta che se ascoltata dai neosposi abbia il potere di esaudire il loro desideri.

IL CASTELLO DI BLED

Bled, tuttavia, non è solo il suo cristallino lago o l’affascinante isolotto al suo centro ma anche le sue suggestive strade, i diversi sentieri che si innervano dal lago verso le montagne o il lungo lago con i caratteristici negozietti.

Impossibile, poi, non notare l’imponente castello di Bled, il più antico di tutta la Slovenia, la cui prima costruzione affonda le origini nel 1011, quando venne eretto per volontà del vescovo di Bressanone per soli scopi difensivi, infatti nessun porporato visse mai nel castello, ritenuto inadeguato per il loro rango.

Il castello del lago di Bled

Lago di Bled

Nel corso dei secoli la struttura ha conosciuto vari cambiamenti, come la costruzione delle torri, del ponte levatoio o dell’ampio fossato, oggi non più visibile.

Tra gli ambienti più meritevoli di una visita certamente la cappella in stile gotico che si trova nel cortile superiore. Dedicata al vescovo Albuino e a San Ingenuino, la cappella, edificata nel secolo XVI, è stata rinnovata in stile barocco alla fine del secolo XVII e ornata con affreschi a trompe-l’-oeil.

GLAMPING AL LAGO DI BLED

Il lago di Bled offre una ricca gamma di strutture ricettive, dagli alberghi di lusso a quelli più modesti, passando per affittacamere, centri termali e, soprattutto, per i rinomati glamping, campeggi alcuni assolutamente da provare, perché capaci di coniugare il rispetto dell’ambiente con un’ospitalità indimenticabile.

Difficile indicare un periodo ideale per visitare il lago di Bled, visto che ogni stagione offre spunti molto originali.

Vista sul lago di Bled in Slovenia

Vista sul lago di Bled

Se in estate è possibile fare rinfrescanti bagni nelle cristalline acque lacustri, in autunno, il trionfo dei colori lascia estasiati ma è, probabilmente, in inverno che la magia del lago di Bled tocca vette inarrivabili, specie se la neve fa la sua comparsa, conferendo a tutto il luogo un aspetto davvero fiabesco.

A proposito di inverno, il 25 dicembre, proprio il giorno di Natale, un gruppo di sommozzatori si immerge nelle gelide acque del lago di Bled per riportare in superficie, tra l’entusiasmo dei tantissimi visitatori, una campana, in ricordo, proprio, di quella che, secoli prima, era affondata per la disperazione della povera Polissena.

Mi raccomando se decidete di arrivare a Bled in macchina e di utilizzare le autostrade slovene non dimenticatevi di acquistare la “vignetta”, il bollino adesivo indispensabile per utilizzare la rete autostradale.

Che dire, Bled vi aspetta per regalarvi un’esperienza da favola.



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