Snodo viario fra più importanti e caotici di Roma, Largo Magnanapoli è, innanzitutto, un crocevia di storie, leggende, luoghi storici, il tutto sotto il velo del mistero, a cominciare dallo stesso toponimo, la cui origine rimane, al netto delle ipotesi, ancora incerta. Diverse le teorie in merito. Dalla storpiatura di Balnea Pauli, stazione termale romana che sorgeva nella zona, alla contrazione di Magnus Neapolis Connestabilis, uno dei titoli dei Colonna, famiglia che aveva molti possedimenti in quest’area. Esiste, infine, una terza ipotesi, secondo la quale, il nome di Magnanapoli deriverebbe da bannum neapolis, una fortezza di origine bizantina presente nell’area. Toponimo a parte, Largo Magnanapoli è un luogo che meriterebbe davvero maggiore attenzione.

LARGO MAGNANAPOLI. LA CHIESA DI SANTA CATERINA

Largo Magnanapoli. La Chiesa di S. Caterina e la Torre

Largo Magnanapoli. La Chiesa di S. Caterina e la Torre

Realizzato nel 1876, approdo finale del lungo rettifilo di via Nazionale, stretto fra i colli Quirinale e Viminale, Largo Magnanapoli svela subito una sorpresa. In un’aiuola presso Porta Sanqualis, troviamo i resti delle mura Serviane, il primo complesso difensivo costruito a Roma sotto il regno di Servio Tullio, quinto re della città eterna. Queste mura, che furono ricostruite in età repubblicana dopo l’invasione gallica e che in età imperiale saranno inglobate in successive cinte murarie, avevano una lunghezza complessiva di 11 km, un’altezza di 10 metri e uno spessore di 4. Questo sistema di difesa, realizzato in tufo con la tecnica dell’opus quadratum, presentava, tuttavia, un punto debole, collocato tra porta Esquilina e porta Collina, all’angolo fra le attuali via XX Settembre e via Goito e questo perché tale tratto si presentava in piano. Per tale motivo le mura furono rinforzate da un terrapieno addossato al lato interno e sostenuto da un muro di controscarpa, posto a 40 metri di distanza, al cui esterno correva un fossato.

Altro elemento di rilievo è certamente la chiesa di Santa Caterina a Magnanapoli. Fondata con il convento delle Domenicane da Porzia Massimo intorno al 1575, venne ricostruita nella prima metà del Seicento per mano dell’architetto Giovanni Battista Soria, che aveva già posto la sua firma a Roma su altre importanti opere quali le chiese di Santa Maria della Vittoria, di San Gregorio al Celio, di San Carlo ai Catinari, nonché il restauro della trasteverina San Crisogono.

Santa Caterina a Magnanapoli presenta una facciata di gusto tardo cinquecentesco, a due ordini della medesima ampiezza. A quello inferiore, caratterizzato da un portico a tre arcate, si accede da una scala a doppia rampa, al di sotto della quale è collocata la Cripta dei Caduti. L’interno è a unica navata, ai cui lati si aprono tre cappelle. Degni di nota, fra le altre opere presenti, sono l’affresco della cupola che raffigura l’Eterno in gloria di Francesco Rosa e i monumenti funebri a Virginia e Giovanni Bonanni, realizzati da Giuliano Finelli, scultore cresciuto all’ombra di Gian Lorenzo Bernini con il quale collaborò più volte, realizzando, fra l’altro, le dita di Dafne che diventano rametti d’alloro, nello splendido gruppo scultoreo di Apollo e Dafne.

Consulta la mini guida di Roma da Termini al Palazzaccio

LARGO MAGNANAPOLI E LA TORRE DELLE MILIZIE

Dietro la chiesa si staglia la celebre Torre delle Milizie, oggi priva dell’ultimo dei tre piani, demolito nel 1348 a seguito di un rovinoso terremoto che aveva fortemente danneggiato l’estremità, determinandone, anche, un’evidente inclinazione tuttora visibile. La torre, una delle testimonianze più vivide dell’architettura medievale, fu realizzata da Marchionne Aretino, sotto il pontificato di Gregorio IX (1227-1241), il papa che scomunicò Federico II. In seguito fu acquistata da Bonifacio VIII nell’ambito della politica promossa dal papa contro la potente famiglia dei Colonna. Nel 1619 fu inglobata nel convento di Santa Caterina e, a partire dal 1927, fu sottoposta a un’importante opera di restauro per volontà di Antonio Munoz, volta a liberare la torre da altre costruzioni, nel frattempo sorte e a fortificarne le fondamenta.

La Torre delle Milizie, il nome sembra legato alla presenza di un acquartieramento di soldati, oltre a essere con i suoi oltre 51 metri la più alta fra le 40 torri romane, è legata ad alcune imperiture leggende. La prima vuole che dalla sua sommità l’imperatore Nerone avrebbe ammirato, non senza un evidente compiacimento, la città in fiamme. Un falso mito visto che, al tempo del rovinoso incendio che distrusse buona parte di Roma, scoppiato nel luglio del 64 d.C., la torre neanche esisteva. La seconda è legata a un altro imperatore, il divo Augusto, che la leggenda vuole dorma da secoli in una favolosa reggia ipogea, collocata sotto la torre che sarebbe, quindi, una sorta di occhio sull’urbe, un periscopio che si alzerebbe incontrastato sulla città. Lo stesso avvincente mito narra che Augusto riapparirà, affacciandosi dalla stessa torre, il giorno in cui Roma tornerà a splendere in tutto il suo fulgore.

LARGO MAGNANAPOLI. LA CHIESA DEI SANTI DOMENICO E SISTO

Largo Magnanapoli a Roma

Largo Magnanapoli a Roma

Su Largo Magnanapoli si affacciano altri due edifici degni di nota. Uno è il complesso dell’Angelicum, il Pontificio Istituto Universitario costruito a partire dal 1569 per volontà di una comunità di suore domenicane che avevano lasciato il vecchio convento di San Sisto Vecchio, collocato in una zona decisamente malsana della città. L’altra meritoria costruzione è la chiesa dei santi Domenico e Sisto. L’attuale edificio religioso, innalzato per volere di papa Pio V, fu realizzato su progetto di Giacomo della Porta (anche se poi subentrarono altri architetti, fra cui Vincenzo Torriani), molto noto soprattutto per le sue meravigliose fontane, fra cui la Terrina, dalla storia decisamente singolare.

L’esterno si contraddistingue per la facciata barocca, dove sono inserite quattro statue fra cui quella di San Tommaso d’Aquino eseguita da Carlo Maderno, ma anche per la doppia e imponente scalea che conduce alla chiesa realizzata da Orazio Torriani, fratello di Vincenzo. L’interno a unica navata, ai lati della quale si aprono diverse cappelle, è ricco di opere di rilievo fra cui l’altare maggiore disegnato dal Bernini, che realizzò anche una delle cappelle laterali, e il gruppo scultoreo Noli me tangere dello scultore Antonio Raggi.

Largo Magnanapoli è davvero molto più che un semplice crocevia viario, è un luogo sorprendente e misterioso che merita un pizzico di attenzione in più da parte del distratto e frettoloso visitatore.



Booking.com

Leggi anche: 
La Torre delle Milizie, l’emblema del potere dei Conti di Segni
Prospettiva Borromini, l’incanto barocco di un’incredibile illusione ottica
Villa Farnesina a Roma: lo splendore degli affreschi di Raffaello
Villa Aldobrandini, una terrazza affacciata su Roma