Il Primo Maggio 2014 terminavo il Cammino di San Francesco. Alle 4 del pomeriggio, dopo 27 chilometri, io e due compagni di Parma conosciuti lungo il percorso, Paola e Marco, entravamo nella basilica di Assisi. Stanchi, emozionati e con il fango su scarpe e pantaloni, facevamo visita alla tomba di Francesco. La sera mi raggiungeva Gabriella, la mia amica di Roma. Erano quasi le 19.30, eravamo dentro una cioccolateria a bere un tè caldo e mangiare pasticcini e lei, guardando l’orologio, mi diceva che era tardi. Doveva acquistare una guida di trekking per un suo amico.
Pioveva a dirotto e, correndo sulle strade bagnate della cittadina umbra, arrivavamo alla piazza del Comune dove, davanti a noi, si apriva una libreria di Assisi dal sapore antico: la Libreria Zubboli. Confesso che non la avevo notata nel pomeriggio, forse distratta dalla fatica del cammino. Aprendo la porta, chiedevo se il negozio stesse per chiudere. Il libraio, cortese, rispondeva di no ed io, come rapita da quella meraviglia di scaffali pieni zeppi di libri e di articoli tipografici, mi mettevo a parlare di storia, di arte e di San Francesco con lui. Da quella libreria indipendente, oramai una rarità in Italia, uscivo con un libro. Marco lo aveva preso dallo scaffale, lo aveva aperto e ce ne aveva letto alcuni brani. Ricordo un passaggio in cui veniva chiesto come riconoscere Dio senza farsi ingannare dal Diavolo. Nella mia mente si è sedimentata la poesia di quel libro che ricordo ancora con profonda emozione. Da quell’incontro con Marco Zubboli nasce questa intervista.
ANTICA LIBRERIA ZUBBOLI AD ASSISI
Marco Zubboli nella sua libreria ad Assisi
Marco, raccontaci di te e della tua attività.
Vivo ad Assisi, il paese in cui sono nato, e faccio un lavoro che sta scomparendo: il libraio indipendente. Per me è un onore vivere tra questo sapere ma, oramai da anni, la mia attività è diventata un peso per molte ragioni. Quel che incide maggiormente è la crisi culturale, e ci tengo a sottolineare culturale e non economica, che il nostro paese sta attraversando. Fino a poco tempo fa le cose erano diverse, le persone apprezzavano il bello, l’arte e la cultura. Ora chi fa visita alla mia libreria esprime un distacco, quasi un senso di fastidio, ritenendo che libri, agende in pelle ed articoli di tipografia siano oggetti desueti e destinati al dimenticatoio.
Quando è nata la libreria Zubboli?
La nostra attività risale alla fine dell’Ottocento, più precisamente al 1870, anno in cui il mio bisnonno ha aperto contemporaneamente una tipografia ed una cartolibreria. L’attività è passata attraverso quattro generazioni ed ora, a portarla avanti, ci siamo io e mio fratello.
Qui ci sono nato. Da piccolo passavo le mie vacanze estive in tipografia insieme agli operai che lavoravano per mio nonno paterno. Ero combattuto tra l’odore dell’inchiostro del laboratorio e l’odore del cioccolato che sentivo all’interno della pasticceria gestita dall’altro nonno, quello materno. Da una parte, quindi, avevo nonno Luciano con l’inchiostro da stampa ed i rulli delle macchine; dall’altra nonno Raniero con il cioccolato fondente che arrivava in ballette da 25 chili ed i profumi della torta di Pasqua.
Come hai preso la decisione di diventare libraio?
Il mio sogno, all’inizio, era quello di diventare pasticciere poi ho cambiato idea. E’ stata decisiva una conversazione avuta con mia mamma Donatella, una donna meravigliosa. Era su un letto di ospedale a Perugia. Io avevo da poco lasciato la facoltà di Economia e Commercio, procurandole un grande dispiacere. Quella mattina espresse un suo desiderio, mi confidò un suo cruccio. Non voleva che facessi una vita di sacrifici, come suo padre che aveva passato serate insonni, lavorando ininterrottamente dall’una di notte fino a mezzogiorno. E così ho preso la mia decisione. Ho fatto anni di gavetta in tipografia poi sono passato alla libreria. Ho cominciato a leggere libri su San Francesco, sui classici greci e latini, sulla storia medievale. Ho approfondito i vangeli apocrifi, le apocalissi gnostiche quindi ho studiato gli affreschi della basilica di San Francesco.
Che tipo di libri si trovano nella tua libreria Zubboli?
Nella mia libreria non ci sono romanzi o libri di varia; sugli scaffali sono collocati saggi di qualità di carattere sociale, umanistico e filosofico. Cito Avicenna, Porfirio, Zosimo, Agostino, Macrobio oltre a tutto il filone della medievalistica come Le Goff, Duby, Cardini e Frugoni. Si trovano poi articoli della nostra tipografia: libri rilegati in cuoio, quaderni, carta da lettere.
Quanto è forte ad Assisi la presenza di San Francesco?
Quando Francesco è nato, Assisi aveva alle spalle più di duemila anni di storia. La sua presenza ha cambiato profondamente la nostra città, dandole un’impronta spirituale che ancora oggi è viva. In brevissimo tempo Francesco è riuscito a radunare intorno a sé migliaia di “fratelli” disposti a seguire i suoi insegnamenti e quelli del Vangelo, interpretato alla lettera. Ha dedicato tutta la sua vita agli umili, ai semplici e ai bisognosi. Non è un caso che l’attuale papa abbia scelto di chiamarsi con il nome del “mio” santo.
Quando a gennaio le presenze turistiche calano, mi reco sulla tomba di Francesco e mi fermo a meditare. Comincio a pensare a quello che ha fatto per tutti gli esseri viventi e, riflettendo, metto in discussione i miei gesti, i miei comportamenti quotidiani, il mio modo di vivere. Quando gli parlo in silenzio riesco a percepire i suoi insegnamenti e le sue predicazioni. Non sono un cristiano praticante, credo a modo mio eppure San Francesco riesce ad essere il santo di tutti, credenti e non, laici e prelati, atei ed agnostici. Francesco è stato l’uomo che ha anticipato di sette secoli il dialogo interreligioso, ha cercato di mediare tra opposte fazioni e ha difeso con fermezza la pace. Pensate, ad esempio, alla visita che fece al sultano.
Assisi
Qual è il tuo rapporto con il camminare?
Il mio lavoro mi impegna sette giorni su sette, siamo chiusi solo il giorno di Natale e lavoriamo dieci ore al giorno. Quando posso, però, io e mio figlio ci inoltriamo per le salite della Rocca Minore da cui partono tutti i sentieri per il Monte Subasio e per le città vicine, strade che percorreva Francesco per professare il Vangelo.
Ci consigli un libro sulla figura di Francesco?
Me ne vengono in mente due. Il primo è un bellissimo libro di Aldo Nove che si intitola Tutta la luce del mondo, edito da Bompiani, che illustra in maniera nuova ed unica la vita di Francesco. In esso si racconta la sua esistenza con gli occhi di suo nipote, Piccardo, affascinato dalla figura dello zio. Questo libro lo ho consigliato ad Alessandra. Ricordo che è entrata nella mia libreria in compagnia di una sua amica. Abbiamo parlato a lungo della figura di San Francesco ed abbiamo coltivato un’amicizia a distanza che ancora dura.
Il secondo è un libro di Nikos Kazantzakis edito da Crocetti Editore, che si intitola Francesco. Fa capire e fa entrare nel midollo delle persone che lo leggono tutta l’esperienza e tutto il vissuto di San Francesco.
Un pensiero al terremoto che ha colpito il Centro Italia.
Questo è l’ennesimo terremoto che ci ha fatti ripiombare al 1997. Dopo quella scossa Assisi è stata ricostruita tutta con criteri antisismici ma chi viene a passare qualche giorno nella nostra terra ha paura. La gente si spaventa, è terrorizzata.
Noi che ci viviamo siamo abituati e, anche se siamo preoccupati, sappiamo che ad Assisi sono stati eseguiti i lavori di adeguamento sismico. Siamo consapevoli delle sofferenze che i nostri fratelli vicini stanno provando. Noi ci siamo rialzati e lo faranno anche loro.
Quando nel 1984 Assisi era scossa dal terremoto mia nonna mi ha raccontato una storia, una leggenda. Francesco morente, durante il tragitto tra la Porziuncola e San Damiano, volle fermarsi a metà strada per benedire Assisi. Disse queste parole: “Assisi, avrà guai ma non perirà mai”.
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