Vivere un rapporto, di qualsiasi natura sia, con un/una narcisista, può essere davvero logorante e sfiancante. Se li si frequenta a lavoro o in amicizia, può essere complicato riuscire a neutralizzarli e sottrarsi al loro tentativo di manipolazione. Se, però, si vive con loro perché famigliari o si è dentro una relazione sentimentale e affettiva con un narcisista manipolatore, può diventare un vero inferno e uscirne può sembrare davvero molto difficile. Comprendere che si è all’interno di una relazione abusante può non essere sempre così chiaro e ancor meno ci si rende conto di essere manipolati. La manipolazione, comunque, è una prerogativa di molti disturbi della personalità. Il narcisismo patologico rientra tra questi. Ma al narcisista risulta davvero istintivo manipolare, perché è una risorsa che ha sperimentato quando era piccolo, per sopravvivere alla sofferenza della ferita narcisista che gli è stata inferta.

COMPORTAMENTO DEL NARCISISTA MANIPOLATORE

La manipolazione, ad opera del/della narcisista, mira a soggiogare la”vittima” e a riuscire a trarre nutrimento energetico (e purtroppo spesso anche economico) da questa, sottoponendola alla continua alternanza tra idealizzazione e svalutazione, tra ripescaggio e scarto.

È necessario, però, fare una breve distinzione tra i tipi di narcisisti in cui ci si può imbattere. Perché non solo sono dannosi per la propria serenità quando ci si relaziona con loro, ma possono presentare caratteristiche diverse, sebbene li accomuni sia l’insaziabile vuoto che hanno dentro, sia la proiezione di un Sé grandioso.

Esistono due categorie di narcisisti, anche se gli psichiatri hanno individuato una decina di sottocategorie (tra cui i maligni, i perversi, gli elitari, i puri, i compensativi, etc.), ma in questa sede vi parlerò delle due classificazioni più importanti, per semplificazione del concetto: gli overt e i covert.

NARCISISTA OVERT E COVERT

Nicolas Poussin, "Eco e Narciso" (1628)

Nicolas Poussin, “Eco e Narciso” (1628)

Il/la narcisista overt mostra un’elevata (e ingiustificata) autostima e una spiccata incapacità di sostenere le critiche che gli vengono mosse. Reagisce a queste con livelli diversi di aggressività. È sicuro di sé e svalutante nei confronti del prossimo. Si mostra a suo agio nelle relazioni sociali. Distaccato emotivamente, sebbene sembri coinvolto all’inizio di una relazione (durante la fase del love bombing) denigra e sminuisce i rapporti affettivi, i suoi ma anche quelli altrui.

Le caratteristiche principali del narcisismo overt sono determinate dal suo Sé grandioso. Una proiezione grandiosa e inconsistente che compensa l’incolmabile vuoto interiore che lo rende perennemente “affamato”. Tale fame viene provvisoriamente saziata ogni qual volta il /la narcisista riesce a prostrare e umiliare la sua vittima.

Di frequente il narcisista overt mostra anche uno scarso autocontrollo nella gestione della rabbia e può giungere anche a violenze di tipo fisico. Il suo atteggiamento sprezzante e l’idea di essere superiore agli altri, lo/la porta verso un’ossessione per il successo. Mostra attitudine a dominare o comandare, manca totalmente di empatia, sebbene sia abile nel comprendere quando è il caso di fingere di possederla, e tiene in piedi relazioni sociali superficiali e fasulle.

Il/la narcisista covert è molto più difficile da individuare. La sua aggressività è più celata, mistificata. Sembra più remissivo/a e docile. Sensibile anche lui/lei alle critiche, soprattutto se vengono messe in discussione le sue capacità o il suo operato, rimugina costantemente e mostra un’apparente scarsa autostima. È più difficile da individuare, anche perché sviluppa un apparente attaccamento alle relazioni affettive. Teme l’abbandono e non tollera il rifiuto. Sembra sensibile e vulnerabile quando lo/la si attacca, ma lo fa, inconsciamente, esclusivamente per instillare un senso di colpa nel suo interlocutore. Suscettibile al giudizio e alle critiche altrui, teme costantemente la svalutazione di sé.

Che siano overt che covert, i narcisisti sono perennemente bisognosi di suscitare ammirazione e invidia negli altri, costantemente affamati di complimenti, si percepiscono come brillanti, nutrono fantasie di grandezza e sono convinti che tutto gli sia dovuto. Entrambi i tipi di narcisisti rafforzano l’autostima massacrando quella altrui. Sono manipolatori e presuntuosi (meno evidente a prima vista nei covert). Disinteressati ai bisogni altrui, cercano costantemente di soddisfare i propri. Hanno molto spesso difficoltà a controllare gli impulsi e possono nutrire delle dipendenze (gioco, sesso, droga…)

Questa convinzione di essere superiori e migliori degli altri nasconde, in realtà, solo una grandiosa proiezione di quello che vorrebbero essere, ma non sono e mai lo saranno. Ecco perché non riescono a guardarsi dentro e a farsi un esame introspettivo. Non troverebbero niente dentro di loro, se non quella ferita narcisistica così profonda e dolorante. Questo Sé grandioso caratterizza entrambi i due tipi, ma l’overt lo camuffa con un atteggiamento arrogante e dispotico, il covert, invece, è passivo-aggressivo.

Fatta la dovuta distinzione, esaminiamo le più comuni tecniche di manipolazione del narcisista.

NARCISISTA MANIPOLATORE: LOVE BOMBING, SVALUTAZIONE, HOOVERING

Il mito di Narciso

John William Waterhouse, Eco e Narciso, 1903

Il love bombing. È la fase che caratterizza l’inizio della relazione. Il narcisista mette la sua preda su un piedistallo, “bombardandola” letteralmente di amore e attenzione. Perché lo fa? Perché per sua natura ha bisogno di conquistare. Idealizza l’oggetto delle sue attenzioni, conquistandolo si sentirà “momentaneamente” appagato. E la vittima si percepirà come l’unica persona al mondo a cui realmente tenga il narcisista. Si sentirà, inoltre, inebriata, amata e desiderata, fino ad avere, poi, un brusco risveglio.

La svalutazione. Il narcisista si stanca presto e si annoia ancor prima. Appena la “vittima” è conquistata, perde importanza e valore per il narcisista, che già si sta guardando intorno, in cerca di nuove fonti di approvvigionamento. Alla vittima, confusa e frastornata per questo cambio repentino di rotta da parte del narcisista, non resta che trovare una spiegazione, addossandosi tutte le colpe possibili e umiliandosi (il più delle volte) ricercando di nuovo le attenzioni perse.

Hoovering. Letteralmente significa “aspirapolvere”, inteso come qualcosa che “risucchia” ed è quello che fa il narcisista utilizzando questa tecnica manipolativa. Vuole ristabilire un contatto e risucchiare l’ex vittima, proprio nel momento in cui questa ha preso le distanze. Quando ci si sente meglio, si inizia a ritrovare la forza e la voglia di gettarsi la relazione alle spalle, il narcisista ricompare, gettando di nuovo nella confusione.

L’hoovering avviene tramite incontri (per niente casuali) e messaggi. Messaggi con connotazioni ben precise. Messaggio in cui il narcisista si propone come se niente fosse successo prima, anche se magari il rapporto è finito a seguito di terribili litigi o se è finito a seguito della scoperta di un tradimento da lui/lei consumato. Messaggio in cui simula “interesse emotivo”, magari perché sa che state passando un momento difficile. Messaggi per ricorrenze o festività. Messaggi inviati “fintamente per errore” all’ex vittima invece che ad altre destinatarie. Messaggi con contenuti che mirano a far nascere sensi di colpa in cui si mostra come degno di compassione. Messaggi in cui sottolinea la connessione mentale, emotiva e/o sessuale tra lui/lei e l’ex.

Questi sono solo alcuni esempi. La sfacciataggine e la fantasia non mancano a un narcisista manipolatore. Il reale problema è che la vittima inizia a fantasticare su cosa potrebbe esserci dietro, quali intenzioni hanno mosso il narcisista: “Ci avrà ripensato? Ha capito che gli manco e che mi ama?”. La risposta, ovviamente, è “no”. Non ci ha ripensato. È solo un test. Uno dei tanti a cui il narcisista sottopone l’ex partner. Testa, semplicemente, ancora il proprio potenziale. Non vuole riprendere nessuno, ma vuole trattenere nel proprio raggio di azione più “risorse” possibili.

IL GASLIGTHING, IL TERGIVERSARE, LA TRIANGOLAZIONE

Caravaggio, "Narciso" (1597-1599)

Caravaggio, “Narciso” (1597-1599)

Il gasligthing è forse la più subdola e pericolosa forma di violenza psicologica a cui sottopone il narcisista, con l’intento di manipolare. È il portare la vittima, tramite menzogne e falsificazioni della realtà, a dubitare di se stessa, della sua memoria e della sua percezione.

I narcisisti, a volte, sembrano lasciare qua e là indizi che rivelano i loro tradimenti. A volte sembra quasi che lo facciano di proposito. Il gasligthing è il loro riuscire a mettere in dubbio, davanti anche a prove palesi, i sospetti e le idee che la vittima si fa su un determinato evento. È il far passare per reale le loro assurde giustificazioni nate per coprire le loro colpe. È il far credere al/alla partner di aver frainteso, di aver tratto le conclusioni errate, di essere addirittura impazzita. La vittima vacilla, si lascia convincere perché vuole disperatamente credere che sia vero quello che gli somministra il narcisista, come “realtà dei fatti”. La vittima ci vuole credere perché, spesso, in queste relazioni, è meno doloroso prendere per buono una bugia piuttosto che vivere tutto il dolore della verità.

Il tergiversare. In caso di confronto a seguito di una discussione o per chiarire situazioni spinose o, ancora, per avere delle risposte, i narcisisti se non vogliono rispondere, perché è più conveniente per loro, non lo fanno. Risposte evasive, cambi di argomento, giri di parole che lasciano un senso di fuggevole chiarezza… tutto pur di non rispondere e lasciare nel dubbio e nell’incertezza. Ai sensi di colpa nell’interlocutore, quindi, si aggiunge anche tanta confusione e, arbitrariamente, si attribuiscono significati a frasi dette a metà o silenzi piazzati qua e là dal narcisista.

La triangolazione. Dopo la fase del love bombing, in cui si era al centro dei pensieri e del cuore del narcisista, qualcosa cambia. Si scende a forza dal piedistallo su cui si era stati messi dal narciso e ci si rende conto che si fa parte di un harem (vale la stessa cosa se ad essere narcisista è una donna, anche se generalmente non ha più di due uomini contemporaneamente).

Si intravede la presenza di altre donne, l’interesse del narcisista si sposta da una all’altra. Le “risorse” del narcisista, vale a dire le donne con cui si accompagna, però, non hanno tutte la stessa importanza. Si dividono in risorsa primaria e risorse secondarie. La prima è la compagna ufficiale, la moglie, la fidanzata (a cui il narcisista può rimanere legato per molto tempo, sia perché tiene alla cosiddetta “facciata” sia per motivi economici o perché a sua volta la partner presenta dei lati di sé “sfuggenti”), le seconde, le risorse secondarie, sono le amanti, le donne che a loro volta subiscono l’altalenanza tra ripescaggio, hoovering e allontanamento. Difficile anche per queste ultime riuscire a svincolarsi dal narcisista perché quest’ultimo, durante l’hoovering, scredita e denigra il rapporto che ha con la risorsa primaria, riuscendo ad illudere e a creare l’aspettativa che, finalmente, lasci la compagna per loro.

La triangolazione può avvenire anche tra la vittima e il lavoro del narcisista, per esempio. O può triangolare con qualche altra cosa, come un hobby, una passione per cui ha un interesse maggiore tanto da trascurare il rapporto sentimentale. Oppure può triangolare con qualcosa di fisico, come la tv, la Playstation e così via. Qualcosa o qualcuno che assorbe tutta l’attenzione e l’interesse del narcisista, tanto da lasciare il/la partner con un profondo senso di solitudine.

Capire che si è stati manipolati non è semplice da elaborare come violenza psicologica. Quando si è all’interno della relazione abusante, non si riesce quasi mai a rendersene conto, a meno che qualcuno non lo fa notare alla vittima. Ma capirlo, vederlo e nonostante tutto continuare a permettere al narcisista di farlo ancora, quella sì che è una violenza, la più terribile, perché la facciamo contro noi stessi.

Per saperne di più:

 

Leggi anche:
Viaggio nella mente di un narcisista
Il silenzio punitivo del narcisista