L’antica civiltà etrusca prende la scena nell’alto Lazio, raccontando la sua storia attraverso borghi, paesi, aree boscose e parchi archeologici. La testimonianza di questo popolo, che ha dato vita a città e porti prima che Roma divenisse la padrona indiscussa, ha formato e plasmato un intero territorio, quello della Tuscia e della Maremma laziale che custodisce monumenti, tombe, monili ed oggetti che ci raccontano tasselli di un’esistenza lontana. La vita e la morte. Il vino ed i banchetti. La navigazione e l’arte orafa. Il mare e la terra. Tanti piccoli pezzi che riuniti ci narrano e ci parlano di un popolo elegante, gioioso, misterioso che sapeva apprezzare la vita e l’amore, il cibo ed il riposo il commercio ed il vino. Questo è un viaggio immersivo nei luoghi dell’Etruria meridionale attraverso immagini, percezioni ed impressioni di antiche suggestioni. Un viaggio tra le necropoli etrusche nel Lazio.
NECROPOLI ETRUSCHE NEL LAZIO: VIAGGIO NEI SITI DELL’ETRURIA MERIDIONALE
A Roma, lungo il tracciato della Via Francigena, si aprono scenari inconsueti ed inaspettati per quanti conoscono la Capitale. Sulla Via Cassia, nella parte nord della città, si trova un territorio agreste che ci fa comprendere quanto l’Agro Romano dovesse essere magnifico prima della lottizzazione. In primavera con i campi di grano dorato e le nuvole basse ci si incammina verso spazi e realtà sorprendenti ed inattese, lasciando i rumori del traffico ed immergendosi nel Parco di Veio.
Parco Regionale di Veio
Siamo vicino ad Isola Farnese, antico borgo appartenuto agli Orsini e poi ai Farnese ed oggi un piccolo gioiello di grazia e tranquillità. Poco distante da qui si trovano i resti dell’antica città di Veio, l’abitato etrusco più meridionale che entrò in conflitto con l’Urbe per il controllo del Tevere e del territorio circostante. La pulcherrima urbs, così la definì Tito Livio, era una città popolosa, florida e dalla vivace attività culturale.
La città era circondata da mura e da numerose necropoli che si possono trovare anche lungo il tracciato della Via Francigena che passa in quest’area. Ci si immerge nei resti dell’antica città dove si trovava uno dei santuari più antichi e venerati dell’Etruria, quello di Portonaccio, dedicato alla dea Menerva (la latina Minerva). Ma non meno affascinante è la Tomba dei Leoni Ruggenti, la più antica affrescata dagli Etruschi (datata tra il 700 e il 690 a. C.).
CERVETERI E LA NECROPOLI DELLA BANDITACCIA
Il viaggio tra le necropoli etrusche nel Lazio continua verso nord, a Cerveteri, 40 chilometri da Roma, località posta su un’altura dalla quale è visibile la distesa del mare. Se si dovesse descrivere questo luogo con un’immagine si potrebbe farlo attraverso uno dei suoi simboli: il sarcofago degli Sposi, un’opera in terracotta risalente al VI secolo a. C. oggi esposta al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia (una seconda scultura si trova al Museo del Louvre a Parigi).
La posa rilassata e distesa dei coniugi, il loro sorriso dolce, gli occhi bellissimi ed allungati esprimono un senso di serenità davanti alla morte, un atteggiamento placido e calmo dinanzi al trapasso. Esempio mirabile di scultura funeraria dalle evidenti influenze greco-orientali, questa urna conteneva le ceneri dei due sposi raffigurati in un momento di serenità e tranquillità.
Questo prezioso reperto archeologico, simbolo di Cerveteri, è stato rinvenuto nella necropoli della Banditaccia, sito entrato nel novero della lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Siamo nell’antica Caere che vanta un’area archeologica tra le più estese al mondo, un luogo modellato nel tufo da cui tutto prende origine attraverso un cammino lungo e fascinoso nei luoghi di sepoltura etrusca.
Cerveteri, tombe a dado
Su un’altura che prospetta sul mar Tirreno sono disposte circa duemila tombe di varie tipologie ed epoche: si passa dalle sepolture a fossa a quelle a pozzo, dall’area dei grandi tumuli alle più contenute tombe a dado costruite per risparmiare spazio. Un’arte quella di incenerire i corpi e di seppellire i morti, adagiandoli su giacigli di tufo e circondandoli di oggetti quotidiani, utili per proseguire la vita oltre quella porta così tanto rappresentata sul tufo, simbolo dell’accesso all’oltretomba.
Pettinini, ampolle, armi, coppe, unguenti: tutto ciò che serviva veniva seppellito con il defunto perché nell’aldilà tutto poteva essere utile per proseguire l’esistenza. Ma Caere non era solo sepoltura e necropoli, qui c’era vita e tanta. Gli scambi commerciali erano molto intensi e le imbarcazioni salpavano dal vicino porto di Pirgy (oggi Santa Severa) verso il Mediterraneo.
CRATERE DI EUFRONIO: UN CAPOLAVORO DELLA CERAMICA ATTICA
Grazie a traffici molti oggetti provenienti dalla Grecia sono stati rinvenuti a Caere durante gli scavi. Tra di essi risplende su tutti il meraviglioso cratere di Eufronio, un gioiello della ceramica del VI secolo a.C, oggi esposto al Museo Archeologico di Cerveteri. Emoziona vedere una ceramica attica a figure rosse di un’eleganza sublime sulla quale, tutt’intorno, si animano le figure.
Il cratere di Eufronio nel Museo Archeologico di Cerveteri
Da una parte è dipinta l’immagine del corpo di Sarpedonte sollevato dal Sonno e dalla Morte che lo riportano in patria e dall’altra, altrettanto bella, le figure di tre giovani ateniesi che si preparano per la battaglia. È uno dei capolavori assoluti dell’arte antica, ritrovato di commercio clandestino e venduto illecitamente al Metropolitan Museum di New York, rientrato definitivamente in Italia nel 2008.
LA NECROPOLI DI BARBARANO ROMANO
Il caratteristico paesaggio etrusco dell’Etruria meridionale continua varcando la provincia viterbese, la Tuscia appunto. Ci immergiamo con gli occhi e con lo spirito nei primi due centri abitati di Barbarano Romano e di Blera, placidi borghi dal sapore antico, collegati tra di loro anche da un sentiero del CAI (Sentiero dei Valloni) che si snoda lungo un ambiente davvero incredibile.
I due paesi si trovano all’interno del Parco Regionale Marturanum, un sito naturalistico e storico-archeologico che racchiude vie cave, necropoli etrusche con tombe intagliate nel tufo, forre e canyon scavati dall’azione del fiume Biedano. Camminare qui significa incontrare un territorio ricco di acqua, pietra, antiche mole e lussureggiante vegetazione.
Barbarano Romano: tombe nella necropoli di San Giuliano
La necropoli di Barbarano, a circa 3 chilometri dal paese, è immersa in un paesaggio incredibilmente ricco e di notevole pregio naturalistico. Nel bosco si susseguono tombe rupestri di varia tipologia che condividono lo spazio con felci ed alberi in una fitta vegetazione arborea e arbustiva. Imponente la monumentale Tomba della Regina e la Tomba del Cervo, al cui interno è scolpita in bassorilievo la scena di questo mammifero che lotta contro un lupo, un’immagine che è diventata il simbolo dell’area protetta.
LE NECROPOLI ETRUSCHE A BLERA: PIAN DEL VESCOVO E SAN GIOVENALE
La vicina Blera non è da meno. Bellissimo il sentiero che dal paese conduce alla scoperta dei resti etruschi sparsi lungo il fiume Biedano attraverso un bosco umido e di mille colori. L’affascinante Cava Buia scolpita nel tufo, i colombari, il ponte del Diavolo costruito dai Romani nel I secolo a. C., e poi la bella ed imponente necropoli di Pian del Vescovo rappresentano una sequenza incredibile di reperti archeologici.
La Necropoli di Pian del Vescovo a Blera
Ci si ritrova a camminare su un tappeto di terra umido ricoperto da foglie dai colori sgargianti ed il paesaggio unito ai resti sono un ottimo modo per immergersi in una dimensione diversa. A sud di Blera poi, in direzione di Civitella Cesi, si apre un altro antico abitato etrusco con l’annessa necropoli di San Giovenale. La città, dall’aria affascinante, è stata costruita su un pianoro che domina la valle del Mignone.
Visualizza questo post su Instagram
Abitata dall’uomo in epoca preistorica, l’area venne poi colonizzata dagli Etruschi, divenendo successivamente un centro medievale di cui si riconoscono alcuni edifici come il castello dei prefetti Di Vico e la chiesa di San Giovenale, dedicata al vescovo (e martire) di Narni. [Leggi la seconda del viaggio tra gli Etruschi nel Lazio]
Prima parte dell’articolo di Alessandra La Ruffa “Sulle orme degli Etruschi” pubblicato a ottobre 2021 sulla rivista cartacea “Viaggi e Cammini” (trimestrale – anno 3 – n. 10).
Per approfondire:
Leggi anche: Etruschi nel Lazio: le necropoli (parte II) Maremma: alla scoperta delle città del tufo Necropoli di Sovana: un tuffo nella civiltà etrusca