Orgosolo non è solo un paese della Sardegna pastorale o un luogo collinare all’interno della Barbagia, è semmai un museo a cielo aperto, un’esposizione che si sviluppa tra le vie della cittadina attraverso le immagini ed i colori dei suoi murales. Il primo venne dipinto nel 1969 e denotava una chiara connotazione politica. Dei giovani anarchici appartenenti al gruppo Dioniso disegnarono, lungo l’attuale Corso Repubblica, una piantina dell’Italia mancante proprio della Sardegna. Al suo posto venne dipinto un punto interrogativo, a sottolineare l’indifferenza ed il distacco della classe dirigente del paese nei confronti dell’isola. Accanto venne riprodotta una donna, la personificazione del nostro paese, con un cappello a stelle e strisce ed una bilancia che pendeva da una parte. Cosa era successo? Perché proprio quel dipinto venne scelto come primo murale?
I MURALES DI ORGOSOLO
Murales dedicato a Fabrizio De André ad Orgosolo
Era accaduto che il 27 maggio del 1969 sui muri di Orgosolo erano apparsi dei volantini che invitavano i pastori ad abbandonare i pascoli in località Pratobello, poiché quell’area doveva essere adibita a poligono di tiro e di addestramento per l’esercito. La popolazione si organizzò per protestare e la lotta e l’occupazione pacifica della zona diedero ragione al movimento popolare.
A questo primo murale, dalle forti connotazioni politiche, non ne seguirono altre e la cosa si fermò lì, almeno fino al 1975, anno in cui Francesco Del Casino, professore di educazione artistica della scuola media di Orgosolo, coinvolse i suoi alunni per celebrare i trenta anni dalla Resistenza. La sua idea fu quella di riportare i disegni dei ragazzi suoi muri della città per renderli fruibili e visibili da parte dei paesani e di quanti si fossero addentrati nei vicoli della cittadina.
Orgosolo, murales
Da allora Orgosolo è divenuta la patria del muralismo italiano con i suoi spazi esterni aperti sulle problematiche sociali e politiche, in una pittura che racconta gli umori, le speranze e le preoccupazioni di una popolazione.
Via via, negli anni, il professor Del Casino ha esortato le sue classi ed i suoi allievi nel continuare ad affrescare ed abbellire le strade cittadine, in un susseguirsi di opere che a volte venivano cancellate per poter lasciare spazio ad altre, a volte venivano ritoccate o integrate. Gli stili sono diversissimi tra loro e si mescolano, passando dal cubismo all’impressionismo, dal realismo al tratto naif, dal cubismo alla pittura murale messicana degli anni ’20.
È il Messico, infatti, il paese d’origine di questa forma espressiva nata dopo la rivoluzione del 1910. Le tematiche principali dei murales di Diego Rivera (marito di Frida Khalo), Josè Clemente Orozco ed Alfaro David Siqueiros riguardavano i temi della giustizia sociale e delle libertà, trattati però non in un ambiente chiuso ed accademico ma esposti in luoghi pubblici. L’arte divenne collettiva, aperta anche agli strati più popolari della società.
Orgosolo
Ad Orgosolo i vari stili pittorici si intrecciano con le tematiche più disparate: i moti di protesta, le scene di vita quotidiana, la condanna della guerra, la lotta all’inquinamento, gli attacchi terroristici, l’emigrazione.
Con un linguaggio espressivo chiaro ed efficace, i murales parlano dritti al cuore e agli occhi dei passanti, sollevando questioni etiche, domande esistenziali, riflessioni storiche. Le vernici ad acqua che vengono utilizzate per la realizzazione dei dipinti rendono le opere fortemente deteriorabili ma questa è una scelta consapevole e voluta. L’idea di base è che tutto è soggetto al cambiamento, pertanto soltanto i murales percepiti dalla comunità come attuali vengono rinfrescati e ritinteggiati. Il resto delle opere è destinato a rimanere soltanto nella memoria di quanti le hanno viste ed osservate.
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