Giovanni Battista Embriaco era un frate domenicano ligure nato l’ultimo giorno dell’anno 1829 che aveva, oltre alla religione, due passioni smisurate: quella per la meccanica e quella per gli orologi. Ed era così attratto ed interessato dagli ingranaggi e dai pendoli che quando aveva soltanto 17 anni costruì il suo primo misuratore di tempo, fabbricato con l’utilizzo del semplice cartone. Il nome del domenicano, oggi, è collegato alla sua opera più conosciuta, quell’intuizione che è possibile ammirare nel cuore verde di Villa Borghese a Roma e che sicuramente può essere ritenuta un pregevole prodotto dell’ingegno: l’orologio ad acqua del Pincio.
OROLOGIO AD ACQUA DEL PINCIO: L’IDEA DI PADRE EMBRIACO
Orologio ad acqua del Pincio, Roma
Si tratta di un idrocronometro realizzato nel 1867, un orologio che funziona con la sola forza dell’acqua e che è collocato al centro di un laghetto artificiale. Chi si trova a passeggiare tra i giardini ed i busti del Pincio, potrà ammirare, a pochi passi dall’ottocentesca Casina Valadier, questo piccolo gioiello dell’ingegneria che utilizza la forza idraulica per muovere i suoi ingranaggi.
L’orologio ad acqua del Pincio si trova in questo luogo, in Viale dell’Orologio, dal 6 ottobre del 1873 ed è collocato al centro di una fontana, sotto gli occhi di turisti distratti che vi passano accanto senza fermarsi. Eppure rappresenta una particolarità sia per il meccanismo in sé, sia per la collocazione in una villa pubblica. Posto su una roccia artificiale, l’orologio con quattro quadranti, uno per lato, raggiunge l’altezza di quattro metri e sfrutta un sistema di contrappesi costituito da una vaschetta oscillante che, attraverso la forza idraulica, muove il pendolo e le lancette.
Questo gioiello della fisica ha scandito il tempo dei cittadini romani per almeno 40 anni, segnando lo scorrere del tempo ai passanti che tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento passeggiavano lungo i viali di Villa Borghese, villa sorta all’inizio del Seicento per volere dell’omonima famiglia di origine senese.
UN IDROCRONOMETRO NEL CUORE DI VILLA BORGHESE A ROMA
La collocazione dell’orologio ed il suo allestimento nel parco di Roma è dovuta a Gioacchino Ersoch, architetto del comune di Roma, di origine svizzere, che volle posizionare l’orologio ad acqua su una roccia che affiorava da una fontana ovale. Sopra questo isolotto pose l’idrocronometro con le sue lancette in ottone, sorretto da una struttura in ghisa che ricorda i tronchi di un albero. Intorno all’opera di ingegneria meccanica ed idraulica del padre domenicano Embriaco sorgevano presenze arboree che delineavano quell’ambiente vegetale che ancora oggi è presente.
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Grazie all’intervento dell’amministrazione comunale nel 2007, dopo anni di incuria e di trascuratezza, l’orologio ad acqua è tornato a funzionare e a scandire nuovamente le ore. In un’area così ricca di monumenti e palazzi, in quella villa fatta costruire dalla famiglia Borghese a partire dal 1607, tra pattinatori, ciclisti e corridori è possibile scoprire questo piccolo angolo dimenticato.
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