Lasciando Roma alle spalle e dirigendosi verso nord, al 49esimo chilometro della Via Cassia si incontra sulla destra il borgo di Sutri, paese in provincia di Viterbo arroccato su un masso tufaceo. La città di Sutri, entrata di diritto nella lista dei Borghi più Belli d’Italia, è stata al centro delle guerre tra il popolo etrusco e e quello romano e, una volta conquistata dall’Urbe, è diventata un importante crocevia dell’Italia centrale. Prospiciente ad essa si trova la più piccola area protetta del Lazio, quella del Parco archeologico di Sutri racchiusa in un territorio di soli 7 ettari ma ricca di testimonianze storico-archeologiche, artistiche e naturalistiche di estremo riguardo. Questa riserva, stretta tra i monti Cimini e il distretto dei monti Sabatini, abbraccia un insieme di reperti di primissimo valore: lo splendido anfiteatro, la necropoli etrusca e il mitreo di Santa Maria del Parto.

I percorsi che sono stati sviluppati all’interno del Parco Urbano dell’Antichissima Città di Sutri permettono di immergersi nel paesaggio bucolico e rilassante della Tuscia, incrociandosi con la via medievale di pellegrinaggio d’eccellenza, la Via Francigena.

ALLA SCOPERTA DEL PARCO ARCHEOLOGICO DI SUTRI: COSA VEDERE

Sutri conserva due leggende legate al suo nome. La prima riguarda le origini del borgo che sono indelebilmente connesse alla figura del dio Saturno, raffigurato nello stemma comunale mentre, a cavallo, stringe nella mano spighe di grano a simboleggiare la generosità della terra di Sutri. La seconda, invece, riguarda la nascita all’interno di una tomba etrusca di Orlando, paladino di Carlo Magno incensato nella Chanson de Roland e nell’Orlando Furioso. Ma il borgo della Tuscia è entrato nei libri di storia per la cosiddetta donazione di Sutri, la cessione di terre che il re longobardo Liutprando fece al papa Gregorio II nel 728 e che fu il punto d’avvio del potere temporale della Chiesa.

Il Parco Archeologico di Sutri

Il Parco Archeologico di Sutri

Al di là del centro storico dell’antico borgo di Sutri, che costituisce il cuore pulsante di questo paese della Tuscia con la cattedrale di Santa Maria Assunta del XII secolo e la chiesa di San Francesco, ci piace oggi fermare il nostro sguardo sull’area storico-naturalistica fuori dal centro urbano e caratterizzato dal paesaggio calmo e sereno che ricorda la vita agro-pastorale di un tempo.

Il Parco archeologico di Sutri è stato istituito dalla Regione Lazio nel 1988 e protegge un territorio straordinario, ricco di evidenze archeologiche perfettamente armonizzate in un contesto di straordinaria bellezza.

 

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L’ANFITEATRO DI SUTRI

Passeggiare in questo luogo tranquillo consente di scoprire, in uno spazio relativamente piccolo, un insieme di monumenti interessanti. Il primo ed il più emblematico è costituito dall’anfiteatro romano, perfettamente conservato ed in grado di contenere fino a 7000 persone. La sua costruzione è risalente al periodo compreso tra il I secolo a.C d il I secolo d.C. e la sua pianta, di forma ellittica a tre ordini di gradinate, è interamente scavata nel tufo. Poco distante da questo gioiello del passato, si apre la necropoli, formata da 64 tombe di varia foggia, che delinea e caratterizza questa zona. Si tratta di sepolcri di epoca romana utilizzati tra il I secolo a.C. e il III-IV secolo d.C. ricavati direttamente dall’abbondante tufo presente in tutta l’area della Tuscia. Il percorso a piedi continua costeggiando la via Cassia ed arrivando ad un altro luogo suggestivo.

Anfiteatro di Sutri

L’anfiteatro di Sutri

Dalle pareti tufacee poste poco più a nord, infatti, nell’antichità si è ricavato un antico mitreo che successivamente è stato convertito in chiesa. Il mitreo era in genere una caverna naturale adibita al culto del dio orientale Mitra, divinità della luce di origine persiana che veniva ritratto nell’atto di sgozzare un toro. Successivamente questo ambiente venne riutilizzato e trasformato nella chiesa della Madonna del Parto che conserva ancora affreschi trecenteschi raffiguranti la Vergine con il Bambino, San Michele e San Giacomo di Compostela.

Da qui parte una strada in salita che giunge ad un altro luogo imperdibile. Proprio al di sopra del parco archeologico, infatti, è possibile godere di una splendida vista su Sutri e ammirare la dimora storica di Villa Savorelli con il suo bel giardino all’italiana ed il bosco sacro.

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