Il parco degli Acquedotti a Roma si trova inglobato all’interno del più vasto Parco Regionale dell’Appia Antica ed offre un ampio sguardo sui tempi passati, su quella campagna romana tanto amata e riprodotta dai pittori paesaggisti del Settecento e dell’Ottocento. Si tratta di un ampio territorio situato nel versante sud-est della Capitale che regala scorci suggestivi e fuori dal tempo.
LA MAGIA DI UN TRAMONTO AL PARCO DEGLI ACQUEDOTTI
Il nome del Parco degli Acquedotti non è stato scelto a caso ma deve la sua origine proprio alla presenza di antiche condotte romane che corrono parallele tra di loro, condotte ancora oggi visibili grazie alle loro imponenti arcate. Questo parco davvero prezioso è stato salvato dal degrado che lo aveva interessato nei decenni passati quando qui si trovava una baraccopoli.
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Nel 1968 Don Roberto Sardelli, sacerdote e maestro che aveva abbracciato la pedagogia di don Milani, così scriveva all’allora Sindaco di Roma: ‘Il luogo dove viviamo è un inferno. L’acqua nessuno può averla in casa. La luce illumina solo un quarto dell’Acquedotto’. Le persone vivevano nell’umidità di queste baracche costruite lungo l’acquedotto Felice e i luoghi malsani causavano morte e malattia nella popolazione, soprattutto tra i bambini.
Oggi il parco sembra un paradiso terrestre, somigliando ad uno degli acquerelli che raffigurano i resti archeologici dell’Urbe avvolti dalla vegetazione. Di certo non è più quel luogo pieno di miseria nera fatto di catapecchie in cui un tempo alloggiavano operai, prostitute e sottoproletari, quegli stessi che Pasolini venne a conoscere per girare il film Mamma Roma, in cui ha recitò magistralmente Anna Magnani.
IN BICI O A PIEDI NEL PARCO DEGLI ACQUEDOTTI
Il parco degli Acquedotti è un’immersione nella natura e nella storia ed è stato salvato dal degrado e dall’abusivismo grazie ad un comitato di cittadini che negli anni Ottanta si è battuto per inserire l’area nel Parco regionale dell’Appia Antica. Scorci meravigliosi si aprono agli occhi dei visitatori che vengono qui a passeggiare, fare una corsa, andare in bici nell’Appia Antica o più semplicemente si siedono immergendosi nella lettura.
L’agro romano con i Colli Albani sullo sfondo, i resti dei sette acquedotti che ne connotano il profilo, i pini, la marrana e l’antica Via Latina sono gli elementi caratterizzanti di questo luogo recuperato e riassegnato al quartiere Tuscolano nonché alla città stessa.
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I Romani erano sapienti ingegneri e nella zona sud di Roma costruirono, in epoche diverse, sei degli undici acquedotti urbani grazie all’apporto delle acque provenienti dal bacino dell’Aniene e dalle sorgenti dei Colli Albani.
L’acqua correva sotterranea per la maggior parte del tragitto e in prossimità della città defluiva lungo le arcate degli acquedotti, garantendo nel periodo più florido un flusso di ben 13 metri cubi al secondo. A queste antiche condotte se ne aggiunge un altro: l’acquedotto Felice, opera cinquecentesca voluta da papa Sisto V per il rifornimento idrico dei Colli Viminale e Quirinale ed ancora oggi funzionante.
Parco degli Acquedotti a Roma
Ma qui, tra i pini secolari, si trovano anche in resti di due ville antiche, villa delle Vignacce e villa dei Sette Bassi, ed un casale di origine medievale. Svetta imponente poi con i suoi 30 metri tra l’acquedotto Claudio e l’acquedotto Marcio la torre del Fiscale (o Tor Fiscale) risalente al XII-XIII secolo, che deve il suo nome ad un certo Filippo Foppi che nel XVII secolo ne divenne proprietario.
Foppi svolgeva il lavoro di tesoriere papale, era in altri termini il ‘fiscale’ del pontefice, appellativo che diede il nome alla torre. Nel medioevo la torre venne utilizzata per controllare l’area circostante alla Via Latina grazie anche all’incrocio tra i due acquedotti dell’Aqua Claudia e dell’Aqua Marcia, che in questo modo andavano a formare un quadrilatero fortificato.
Per visitare il Parco degli Acquedotti (ingresso in Via Lemonia, 221) e passeggiare attraverso la quiete della natura e degli imponenti resti archeologici, è possibile arrivare con la metro A e scendere alla fermata Giulio Agricola o Subaugusta; se invece si vuole vedere l’attigua Tor Fiscale è consigliabile scendere alla fermata Porta Furba e proseguire a piedi fino a Vicolo dell’acquedotto felice, 459.
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