A cavallo tra due regioni, la Basilicata e la Calabria, il Parco Nazionale del Pollino è l’area protetta più grande d’Italia e comprende al suo interno i massicci del Pollino e quelli dell’Orsomarso. Esteso tra le province di Potenza e di Cosenza, questo parco ospita le vette più elevate dell’Appennino meridionale, tra le quali spiccano due cime che superano i 2200 metri di altitudine: la Serra Dolcedorme con i suoi 2267 metri ed il monte Pollino che raggiunge i 2248 metri. Dal 2015 questa splendida area protetta è entrata a far parte dei siti UNESCO.
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PARCO DEL POLLINO: COSA VEDERE TRA BASILICATA E CALABRIA
All’interno del Parco Nazionale del Pollino si trovano molti percorsi escursionistici in ambienti straordinari e diversificati, tracciati che raccontano tanto della storia di questi luoghi. Affascinanti gole, pianori carsici, rocce dolomitiche, paesi abbarbicati sulle rocce: tutto contribuisce a caratterizzare questi territori che spaziano dal mar Tirreno allo Jonio, racchiudendo un passato incredibile, pieno di storie antiche, di anacoreti basiliani venuti dall’Oriente, di scoperte archeologiche straordinarie, di mari ancestrali che un tempo ricoprivano queste montagne.
Il Parco Nazionale del Pollino, a destra il fiume Lao
Dalla Serra Dolcedorme ai Piani del Pollino, dalle gole del Lao a quelle del Raganello, dal fiume Argentino all’Abatemarco, il viaggiatore e il camminatore scoprono un mondo incantato, ammantato dal fascino di luoghi pieni di suggestioni, sempre accompagnati dallo sguardo vigile del pino loricato, il simbolo del Parco Nazionale del Pollino.
PINO LORICATO: IL SIMBOLO DEL PARCO
Il pino loricato è un albero con una capacità di adattamento incredibile, un autentico guerriero vegetale in grado di resistere allo sferzare del vento, al gelo della neve e agli inverni freddi, un essere vivente capace di sopravvivere in ambienti estremi, così duri da non consentire la vita ad altre specie. Il nome loricato deriva dalla lorica (la corazza usata dal popolo romano) perché la struttura del tronco presenta scaglie simili a piccole squame lucenti che ricordano appunto la corazza romana.
Il pino loricato è presente in Italia solo nell’area del Parco Nazionale del Pollino ed è tra gli alberi più antichi presenti sul nostro territorio nazionale. Vederlo regala emozioni pure e molti escursionisti che frequentano i sentieri del parco si mettono alla ricerca delle sue radici nodose e dei suoi fusti che possono arrivare a 30 metri d’altezza. Questa specie è giunta in Italia durante l’era quaternaria dall’area balcanica durante una delle ultime glaciazioni avvenuta 100.000 anni fa.
Con il forte abbassamento del mare Adriatico, si sono scoperte terre sommerse che hanno avvicinato la costa italiana a quella balcanica, favorendo il passaggio di questa specie arborea attraverso il Gargano. Dalla Puglia poi il pino loricato si è diffuso in Calabria e in Basilicata. Essendo una specie relitta, il pino loricato è considerato un fossile vivente e lo si trova al di sopra dei 1000 metri su pietraie calcaree. A causa della presenza del faggio, il suo areale si è sposato in fasce altimetriche superiori, adattandosi a condizioni proibitive. Unica eccezione la presenza di questi alberi nella stazione di Canale Cavaiu (Orsomarso) posta a 530m s.l.m.
Il maestoso Patriarca del Pollino
Il pino loricato è presente sui versanti aridi ed esposti delle montagne, vive talvolta in comunità costituite da boschi radi, spesso si erge solitario. Nel Parco del Pollino sono presenti pini loricati plurisecolari che portano sulla loro corteccia e sui loro rami i segni del tempo trascorso e le tracce degli eventi climatici che si sono succeduti in un arco temporale amplissimo.
ITALUS E IL PATRIARCA: I GIGANTI DALLE IMPONENTI RADICI
Camminando lungo i sentieri del Parco Nazionale del Pollino si possono avvistare questi alberi con i rami protesi e le chiome spettinate. Uno dei luoghi più interessanti per farne una conoscenza più approfondita è sicuramente il Giardino degli Dei, raggiungibile partendo dal Santuario della Madonna del Pollino – a Mezzana Salice, una frazione di San Severino Lucano (PZ) – oppure da Colle dell’Impiso nel comune di Viggianello (PZ). Risalendo verso la Serra di Crispo, gli escursionisti incontrano i primi esemplari dei pini loricati, queste sculture viventi che con la loro sacralità popolano il meraviglioso Giardino degli Dei.
Le imponenti radici del Patriarca del Pollino
Sul versante calabrese, invece, si trova uno degli alberi più longevi d’Europa, un pino loricato che ha più di 1230 anni. Si tratta di un autentico veterano della montagna nato alla fine dell’VIII secolo quando Carlo Magno ancora doveva essere incoronato imperatore! Si chiama Italus, nome che gli è stato attribuito in memoria del re di Enotria che governava la Calabria tra l’età del bronzo e quella del ferro e che successivamente ha identificato lo Stivale.
Così Italus dall’alto dei suoi quasi 2000 metri ha guardato lo scorrere del tempo ed il passaggio degli uomini, degli alberi e degli animali che sono nati e sono morti. Questo pino loricato è uno degli esseri viventi più longevi, ma non è l’unico esemplare ad essere plurisecolare.
Anche il maestoso Patriarca non scherza con i suoi 900 anni d’età e questo gigante buono che si trova a 1900 metri d’altitudine può essere raggiunto con un sentiero che conduce sul monte Pollinello.
I PIÙ BEI BORGHI NEL PARCO NAZIONALE DEL POLLINO
Il Parco Nazionale del Pollino racchiude al suo interno una varietà così vasta di territori da offrire tante possibilità di visita e di scoperta. Oltre alla possibilità di fruire di questo territorio attraverso le innumerevoli escursioni che si possono organizzare sia sul versante lucano che su quello calabrese, è possibile muoversi all’interno del parco alla scoperta dei piccoli nuclei abitativi che sorgono arroccati tra le rocce. Se ne contano ben 50.
La ricchezza dei corsi d’acqua e la presenza di prosperose piante officinali ha consentito, infatti, a diverse comunità di installarsi qui, dando vita a numerosi borghi e paesini di montagna.
Cosa vedere sul Pollino? Ecco un elenco dei borghi più belli:
- VIAGGIANELLO
- ROTONDA
- MORANO CALABRO
- ORSOMARSO
- PAPASIDERO
- CERCHIARA DI CALABRIA
- BORGHI ARBËRESHË IN CALABRIA
VIGGIANELLO
Viggianello (PZ), conosciuto anche come il paese delle ginestre, sorge alle pendici del Pollino, nella Valle del Mercure (fiume che in Calabria prende il nome di Lao). Fa parte dei Borghi più Belli d’Italia ed ha una forte connotazione normanna e bizantina. Da non perdere il suo castello e le laure eremitiche, le celle costruite dai monaci basiliani che si insediarono qui nel X secolo.
ROTONDA
Rotonda (PZ), paese lucano entrato a far parte dei Borghi Autentici d’Italia, che conserva un castello medievale, palazzi storici, chiese e l’interessante Museo Naturalistico e Paleontologico del Pollino al cui interno sono esposti i resti risalenti al Pleistocene medio superiore (400.000–700.000 anni fa) di un Elephas antiquus italicus, mammifero che popolava il bacino del fiume Mercure.
MORANO CALABRO
Morano Calabro (CS) è uno dei Borghi più Belli d’Italia e vi consigliamo di fermarvi nel suo centro storico per conoscere il suo animo medievale costituito da antichi portali in pietra, torrioni e contrafforti medievali. Le case addossate l’una all’altra, il Pollino, il castello normanno e le chiese lo rendono uno dei centri storici più affascinanti dell’intera Calabria.
ORSOMARSO
Orsomarso
Caratteristico e ricco di edifici civili e religiosi di pregio è Orsomarso (CS), il borgo montano a due passi dal mare (15 km da Scalea) che sorge sul versante calabrese del Parco Nazionale del Pollino. Bella la Torre dell’Orologio ed il suo piccolo centro storico. Il paese, circondato dalle montagne e dai boschi, è inserito all’interno della Riserva Naturale del fiume Argentino, il corso d’acqua limpido e cristallino lungo appena 40 chilometri che sfocia nel mar Tirreno.
PAPASIDERO
Il Santuario della Madonna di Costantinopoli a Papasidero e il fiume Lao
Ricca di storia e di tanti luoghi interessanti è Papasidero, il borgo che sorge sopra il fiume Lao e che custodisce alcuni siti di straordinario valore religioso ed archeologico. Tra questi ricordiamo il Santuario della Madonna di Costantinopoli immerso in una cornice da brivido (si trova addossato ad una parete rocciosa in prossimità del fiume), la splendida cappella di Santa Sofia di origine basiliana e uno dei siti preistorici più antichi ed affascinati d’Europa, la Grotta del Romito con il graffito rupestre del Bos primigenius, un bovide del Paleolitico.
La Grotta del Romito con il graffito rupestre del Bos primigenius
CERCHIARA DI CALABRIA
Il pane di Cerchiara di Calabria
Sul versante Jonico della Calabria sorge il borgo di Cerchiara di Calabria, il paese conosciuto per la produzione del pane, incastonato tra le montagne del Pollino che strizzano l’occhio alla Piana di Sibari e al mare. Luoghi incantevoli da non perdere sono le Gole del Raganello e la Grotta delle Ninfe con le acque sulfuree che raggiungono una temperatura di 30 gradi.
BORGHI ARBËRESHË IN CALABRIA
Particolari poi i borghi arbëreshë, piccole comunità formate dagli albanesi fuggiti tra il XIV e il XVIII secolo in seguito all’invasione ottomana dei Balcani. Si trovano sia in Calabria che in Basilicata e conservano un patrimonio culturale incredibile: lingua, feste, danze e funzioni religiose fortemente legate al rito greco-bizantino. Tra questi borghi ricordiamo San Costantino Albanese (PZ), popolatosi intorno al XVI secolo e Civita (CS), uno dei Borghi più Belli d’Italia. Entrambi i paesi ospitano un Museo Etnico in cui potere approfondire la cultura delle popolazioni arbëreshë.
Il Parco Nazionale del Pollino racchiude numerosi corsi d’acqua, importanti per l’ecosistema di questo straordinario ambiente. Il suo territorio è ricco di fiumi, laghi e cascate; basti pensare che qui scorrono il fiume Sinni, il più importante corso d’acqua lucano, il Coscile, l’Esaro, il Sarmento, l’Abatemarco e il Lao che corre incassato tra le montagne per molti chilometri. Questa estrema abbondanza rende il parco un luogo adatto non solo per praticare l’escursionismo, il trekking e la mountain bike ma anche per praticare il rafting, la canoa, il kayak, il canyoning e l’acqua trekking. Tante sono le proposte di attività outdoor tra cui poter scegliere. Non resta che decidere cosa fare e affidarsi ai professionisti del settore ambientale.
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LE ESCURSIONI PIÙ BELLE SUL POLLINO
Se avete intenzione di scoprire il Parco Nazionale del Pollino attraverso il cammino per meglio assaporare i paesaggi e per godere dei panorami mozzafiato che si aprono sull’intera area, vi suggeriamo alcune imperdibili escursioni.
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Parco del Pollino
Se non siete esperti, è preferibile farsi accompagnare dalle guide del parco per fruire dei sentieri in tutta sicurezza. Ecco alcune delle escursioni più suggestive del Pollino:
- DAL SANTUARIO DELLA MADONNA DEL POLLINO ALLA SERRA DI CRISPO
- DA COLLE IMPISO AL MONTE POLLINO
- DAL RIFUGIO DE GASPERI AL BELVEDERE DEL MALVENTO
- DA COLLE IMPISO A SERRA DOLCEDORME
- DA COLLE IMPISO A SERRA DELLE CIAVOLE
DAL SANTUARIO DELLA MADONNA DEL POLLINO (1537 M) ALLA SERRA DI CRISPO (2053 M)
Si parte dal Santuario della Madonna del Pollino nel paese di San Severino (PZ) e si percorre il sentiero 931 che si affaccia sull’alta valle del Frido e che poi si addentra nella faggeta. Si sale fino alla Serra di Crispo e si incontra il magico mondo dei pini loricati del Giardino degli Dei. Spettacolo puro.
Difficoltà: E
Dislivello: 500 metri
DA COLLE IMPISO (1573 M) AL MONTE POLLINO (2248 M)
La partenza di questa escursione è da Colle dell’Impiso, a Viggianello (PZ), e si percorre il sentiero IPV2 che conduce fino al Piano Gaudolino. Da qui il sentiero prosegue sulla sinistra salendo dalla cresta nord del monte Pollino. Affascinante per il panorama e per l’incontro con i pini loricati. Su tutti domina il meraviglioso Patriarca.
Difficoltà: EE
Dislivello: 687 metri
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DAL RIFUGIO DE GASPERI (1535 M) AL BELVEDERE DEL MALVENTO (1575 M)
Si tratta di una escursione semplice che parte dal rifugio De Gasperi in località Piano Ruggio e che prosegue lungo verdi praterie e faggete. Si raggiunge il meraviglioso Belvedere del Malvento, una terrazza panoramica che affaccia sulla Piana di Castrovillari e sulle cime dei monti dell’Orsomarso.
Difficoltà: T
Dislivello: 40 metri
DA COLLE IMPISO (1573 M) A SERRA DOLCEDORME (2267 M)
Quella che porta alla vetta più alta dell’Appennino meridionale è un’escursione molto lunga ed impegnativa, adatta alle persone più allenate ed esperte. Si parte sempre dal Colle dell’Impiso e si prosegue in direzione della sella che divide la vetta del Pollino dal Dolcedorme. Salendo si apre una bella visuale sul versante calabrese e sui suoi boschi. Panorama imperdibile.
Difficoltà: EE
Dislivello: 700 metri
DA COLLE IMPISO (1573 M) A SERRA DELLE CIAVOLE (2130 M)
Escursione bellissima per l’estensione del panorama e l’unicità dei paesaggi che parte ancora una volta da Colle dell’Impiso. Questa volta si segue il sentiero per Serra delle Ciavole che passa attraverso il cimitero dei pini loricati, un’area in cui i giganti vivi convivono con alberi morti ancora tenacemente aggrappati alla terra.
Difficoltà: EE
Dislivello: 650 metri
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