“Cerca’ Maria pe’ Roma” è un’espressione che nella Città Eterna viene usata spesso per enfatizzare la difficoltà nel trovare qualcosa o qualcuno. Un modo di dire che ben rende l’idea di quanto possa essere ardua la ricerca di una donna con un nome comunissimo in una città molto grande. Eppure pochi sanno che la Maria protagonista del detto popolare non è una donna qualsiasi, bensì la Vergine in persona, ed in particolare la Madonna della Misericordia posta all’intero del Passetto del Biscione, un camminamento coperto, talmente mimetizzato nel tessuto urbano che, ora come nei secoli addietro, ha sempre messo in difficoltà chi andava a cercarlo.
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PASSETTO DEL BISCIONE: UNA SORPRESA A DUE PASSI DA CAMPO DE’ FIORI
Chi ama Roma e vuole assaporarne le atmosfere più intime, nascoste, poco note al turismo di massa, testimoni di una stratificazione identitaria millenaria, non può negare ai propri sensi l’esperienza del Passetto del Biscione, uno scorcio della città che fino a pochi anni fa era in uno stato di degrado tale da apparire come una piccola discarica in cui le uniche suggestioni olfattive erano tutt’altro che gradevoli, come pure i possibili avventori. Dal 2014, grazie ad un serio ed efficiente intervento di recupero, questo piccolo santuario popolare è stato recuperato ed è possibile fruirne, valorizzandone la storia e gli aneddoti ad essa legati.
Immaginate di trovarvi immersi nella “movida” notturna di piazza Campo de’ Fiori, oppure nella confusione mattutina del mercato ortofrutticolo tra le primizie e le spezie. La sera il chiasso e la baldoria delle comitive di ragazzi, i tonfi delle bottiglie di vetro gettate a terra e poi rotolanti, la mattina il confusionario e affascinante clima mercantile tra i banchi ambulanti: la città si manifesta nella sua vitalità fagocitante, il Rione Parione mostra il suo cuore pulsante. La statua di Giordano Bruno che svetta nel punto in cui il domenicano venne arso vivo, sembra ricordare il carattere focoso e acceso di una delle piazze più affascinanti di Roma.
Passetto del Biscione. A destra Piazza Biscione
Se si attraversa Campo de’ Fiori nella direzione del suo lato corto meridionale (verso il Cinema Farnese), si hanno tre alternative: voltare a destra inforcando la frequentata via dei Giubbonari o sfilare sulla laterale via dei Balestrari; girare a sinistra su Piazza del Biscione. Ed è quest’ultima opzione, la meno scontata, a condurci all’ingresso di un angusto passaggio che si infila sotto il palazzo che ci si para di fronte. Un cancello ne riempie l’apertura celandone il mistero.
LA STORIA DEL CAMMINAMENTO
L’audacia di chi non teme l’esplorazione di questa curiosa voragine urbana, è ripagata dalle tinte appena restaurate degli affreschi antichi e degli stucchi che, avvolgendo il visitatore (o per dir meglio il pellegrino), lo accompagnano al cospetto di una rassicurante Madonna della Misericordia, copia di quella dipinta da Scipione Pulzone da Gaeta. L’immagine originale della Vergine, oggi conservata nella vicina chiesa di San Carlo ai Catinari, alla fine del Settecento, si rese protagonista di episodio miracoloso di aperture e chiusure delle palpebre e variazioni del colorito, tanto da suscitare un clamore che presto rafforzò la devozione popolare per l’Icona e per il sito.
Ma la storia del camminamento è antica quasi come Roma. L’intera area sorge sulle vestigia di quello che fu il Teatro di Pompeo, un edificio talmente imponente e maestoso, la cui cavea poteva ospitare fino a trentamila spettatori ed il cui profilo è tutt’oggi intuibile dalla concavità e curvatura dello strano palazzo che si trova appena usciti dall’altro lato del Passetto del Biscione, su via Grottapinta.
Nel medioevo la zona fu appannaggio della famiglia Orsini che, oltre a dimore e stalle, fece costruire due chiese: Santa Barbara dei Librai (accesso da via dei Giubbonari) e Santa Maria in Grottapinta (sconsacrata dopo un fatto di sangue). Proprio quest’ultima Chiesa, aveva accesso diretto dal Palazzo degli Orsini, per cui rappresentò una sorta di cappella privata frequentata dalla famiglia e dai sui ospiti, tra cui, a quanto pare, anche la donna più controversa del Rinascimento: Lucrezia Borgia. La Chiesa deve probabilmente il suo nome agli affreschi di una delle tante stanze del Teatro di Pompeo da cui venne ricavata, caratterizzando anche il toponimo della via su cui si affaccia.
Quando si riemerge dal Passetto del Biscione, su via Grottapinta, con la sua quiete, la sua tranquillità surreale, pare di essere stati espulsi violentemente da un buco nero spazio temporale o, più fiabescamente, di aver incontrato per caso un Bianconiglio e di averlo seguito, come Alice, in una di quelle porticine magiche che fanno scoprire dimensioni nuove e sorprendenti in un posto che credevi di conoscere a menadito. Anche questo è il fascino di una Città che non smette mai di farsi scoprire.
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