Il 28 gennaio 2018, a ridosso della Giornata della Memoria, si è tenuta la tredicesima edizione della manifestazione sportiva Pedalando nella Memoria, Memorial Settimia Spizzichino, una biciclettata attraverso alcuni siti che hanno segnato la storia degli ebrei romani e non solo. La pedalata ha toccato luoghi simbolo come la basilica di San Paolo, Ponte Spizzichino (Settimia Spizzichino, scomparsa nel 2000, fu l’unica ebrea romana sopravvissuta ai campi di sterminio), le Fosse Ardeatine dove vennero trucidati 335 italiani, il Portico d’Ottavia, uno dei luoghi simbolo della comunità ebraica romana, ed il Museo della Liberazione in via Tasso. A raccontarci di questa lodevole iniziativa, nata per non disperdere la memoria, è uno degli storici organizzatori del Memorial, Gianluca Di Girolami, il presidente della UISP Roma.

Pedalando nella Memoria: il passaggio sul ponte Spizzichino a Roma

Pedalando nella Memoria: il passaggio sul ponte Spizzichino a Roma

Fondata nel 1948, la UISP (Unione Italiana Sport per tutti) è un’associazione, con 1.335.000 soci, suddivisi in 17.646 società sportive affiliate, nata con lo scopo di promuovere lo sport sociale che, come si legge nello stesso statuto dell’associazione, è un diritto per tutti. Alla base dell’UISP c’è il desiderio di promuovere l’educazione, il civismo e l’etica attraverso lo sport, dimostrando che un altro tipo di attività fisica, molto diversa da quella che troppo spesso occupa le prime pagine dei giornali, è davvero possibile.

Come è nata l’idea di pedalare per Roma per non dimenticare?
Dall’utopia del professor Massimo Marzano che, quattordici anni fa, individuò nella bicicletta un mezzo privilegiato per aiutare a ricostruire dei percorsi di memoria dentro la città e noi dell’UISP semplicemente riuscimmo a dare un corpo a quella visione. Questo intreccio di fili immaginari, tracciati dalle ruote delle biciclette, rappresenta da allora la trama di un ordito che parla di passato ma anche di presente e futuro.

L’edizione 2018 ha visto, accanto a luoghi storici e celebri, come le Fosse Ardeatine, altri meno noti come la Palestra Audace in via Frangipane o la Gay Street a due passi dal Colosseo. Perché queste due scelte?
La Palestra Audace in via Frangipane 12 (rione Monti) è entrata nel nostro percorso per la prima volta proprio quest’anno e si lega alla vicenda del pugile ebreo Leone Efrati, per tutti Lelletto, che in quella palestra si allenava. Efrati, negli anni Trenta, era uno dei migliori dieci pesi piuma del mondo. Con le leggi razziali del 1938 gli venne vietato di partecipare alle gare. Deportato ad Auschwitz, riuscì a salvare il figlio di sei anni gettandolo dal camion che li portava via di casa. Morì nelle camere a gas il 19 aprile 1944. La Gay Street, invece, è diventata tappa fissa di Pedalando nella Memoria a partire dal 2012. I campi di sterminio inghiottirono insieme a milioni di ebrei, anche centinaia di migliaia di donne e uomini che per etnia, scelte politiche e orientamento sessuale vennero considerati dai nazisti, e dai loro alleati fascisti, indegni di vivere. Furono migliaia i gay e le lesbiche che dovettero subire la sorte della deportazione e dello sterminio. In un mondo che ancora oggi discrimina donne e uomini, ragazze e ragazzi, solo perché scelgono di amare e di amarsi liberamente, ricordare che la follia dell’uomo arrivò a negare quella libertà con la morte, è una tappa essenziale della nostra idea di sport al servizio della memoria e quindi del presente.

Quest’anno ricorrono gli ottant’anni dal varo delle leggi razziali, che forse – come ricordato da Carla Di Veroli, nipote di Settimia Spizzichino – andrebbero chiamate razziste. Qual è il messaggio che volete lanciare in merito a questo vergognoso anniversario con la vostra bella manifestazione?
Quello di tenere vivo, nonostante tutto e tutti, il senso della memoria esattamente come faceva instancabilmente Settimia e come ora continua a fare sua nipote Carla. Permettetemi di ringraziare con affetto Carla per esserci e sostenerci sempre, una donna che ha dedicato parte della propria vita ad accompagnare Settimia ovunque qualcuno la chiamasse, per ricordare e raccontare, specie nelle scuole, fra i più giovani. Andare verso, recarsi, muoversi di luogo in luogo, fu questa la straordinaria idea di testimonianza attiva, continua e nomade, che caratterizzò gli ultimi anni dell’esistenza di Settimia Spizzichino.
Noi che facciamo dello sport e del movimento un mezzo di crescita personale e civile, crediamo che anche di fronte alla Memoria, intesa come il cemento del nostro patto costituzionale, non si possa rimanere immobili, in attesa. Bisogna farsi carico di scoprire e riscoprire le fondamenta di quel patto, che non bisogna mai dare per scontate, per definitive. Pedalare, correre, giocare (sì, anche giocare) è il nostro modo per tenere insieme i pezzi di quel mosaico, la nostra maniera di rendere viva e vitale la Memoria, semplicemente perché teniamo molto al Futuro.

Pedalando nella Memoria: l'arrivo al sacrario delle Fosse Ardeatine

Pedalando nella Memoria: l’arrivo al sacrario delle Fosse Ardeatine

La scelta di partire dalla Basilica di San Paolo ha una spiegazione storica. Ce la vuole raccontare?
Quest’anno si è deciso di partire dalla Basilica di San Paolo perché nel convento attiguo alla basilica erano rifugiati 67 ebrei e politici. Il 3 febbraio 1944 vi fecero irruzione i fascisti della banda di Pietro Koch in violazione ai principi della extraterritorialità. I rifugiati vennero tutti deportati nei campi di concentramento.

Quest’anno la UISP festeggia, come la nostra Costituzione, i settant’anni. Come festeggerete questo importante anniversario?
Vorremmo celebrare i 70 anni di storia e di attività guardando al futuro, con gli occhi ben puntati oltre i muri reali e immaginari che crescono ogni giorno sulla paura e sull’ignoranza, ricordando a noi stessi e agli altri che le nostre radici sono le stesse della lotta di Liberazione e della Costituzione italiana, quella Carta gloriosa e preziosa, che resta ancora la più bella di tutte e che per questo va difesa e fatta vivere nel presente, soprattutto tra i più giovani. Va difesa anche nello sport e con lo sport, che racchiude in sé una straordinaria capacità di incidere nell’immaginario collettivo, una forza variegata e multicolore che dalla fine dell’800 a oggi ha viaggiato a braccetto con i grandi passaggi della storia dell’umanità e molte volte da protagonista.

Grazie Gianluca per il tuo tempo, per queste emozioni ma ancor di più per questo vostro straordinario impegno a tenere viva la fiamma della memoria, perché – come ricordava Primo Levi – “se comprendere è impossibile conoscere è necessario”.

 

Leggi anche:
Il rastrellamento al ghetto di Roma