Due millenni fa il mar Tirreno ricopriva una vasta area che oggi risulta emersa ed edificata. A Portus, l’attuale Fiumicino, il mare raggiungeva l’alveo del fiume Tevere e con quest’ultimo mescolava le sue acque. Nel corso del I e del II secolo d.C., a collegamento del Mar Mediterraneo con il fiume di Roma, venne costruita un’opera ingegneristica di un valore assoluto: il porto di Traiano.
PORTUS, L’AREA ARCHEOLOGICA DI FIUMICINO
Magazzini del porto di Traiano, particolare
Sotto la sopraelevata di Via della Scafa, sulla Via Portuense a Fiumicino, ha riaperto da poco tempo l’area archeologica e naturalistica che racchiude il sito che venne scelto dai Romani come il più idoneo per la costruzione del porto di Traiano. Centro di approvvigionamento delle merci e delle granaglie per la città di Roma, il porto di Traiano venne realizzato a nord del fiume Tevere per consentire alle grandi navi commerciali provenienti dal Mediterraneo di attraccare con facilità.
Il porto fluviale di Ostia, infatti, posizionato pochi chilometri più a sud rispetto a quello traianeo, non assolveva più alla sua funzione principale. Le grandi imbarcazioni da trasporto non potevano accedere al porto fluviale ed erano costrette a trasbordare il loro carico su navi più piccole e più adatte alla navigazione fluviale. La città di Roma aveva una popolazione che si andava accrescendo ed il porto più grande, quello di Pozzuoli, era troppo distante per assicurare un trasporto veloce delle merci.
IL PORTO DI CLAUDIO
Porto di Traiano, l’area che ospitava la darsena
È nel 42 d.C. che l’imperatore Claudio decise di dotare Roma di un nuovo porto, a circa tre chilometri a nord della foce del Tevere, collegandolo al fiume attraverso dei canali artificiali. A corredo dell’opera vennero realizzati un faro, una darsena ed i magazzini per la conservazione delle merci. Il tutto in una area di quasi duecento ettari.
Molte critiche da parte dei tecnici del periodo vennero espresse nei confronti della realizzazione del porto in quell’area interessata maggiormente dal deposito di detriti fluviali. E le ragioni di tale opposizione furono chiare quando, nel 62 d.C., come ricordato negli Annali di Tacito, un vento di burrasca causò la distruzione di duecento navi. Il porto, inaugurato due anni dopo da Nerone, era soggetto all’insabbiamento a causa della scarsa profondità delle acque nel bacino.
IL PORTO DI TRAIANO
Porto di Traiano, a sinistra particolare dell’acquedotto; a destra l’area che ospitava la darsena
Alla luce delle problematiche emerse, sotto l’imperatore Traiano, nel 100 d.C. fu necessario un nuovo intervento che vide la realizzazione di un secondo bacino di forma esagonale, collegato a quello costruito dall’imperatore Claudio ma più interno e quindi meno esposto al rischio di insabbiamento. Da quel momento in poi l’intera grandiosa opera ingegneristica di Apollodoro di Damasco è ricordata come il porto di Traiano. Le canalizzazioni costruite intorno al nuovo bacino esagonale servirono per diminuire la pressione delle acque fluviali all’interno di Roma che spesso era interessata dalle inondazioni. Tra i nuovi canali va ricordata la fossa Traiana che ancora oggi divide Fiumicino dall’Isola Sacra. All’interno del complesso portuale non erano presenti solo magazzini per lo stoccaggio delle merci ma anche abitazioni ed edifici pubblici.
COME ARRIVARE E ORARI DI APERTURA
L’accesso al Parco archeologico è a Fiumicino in Via Portuense km 25.600. Il cancello d’ingresso si trova sotto il viadotto di Via dell’Aeroporto di Fiumicino (SS 296). Ulteriori informazioni sugli orari di apertura sul sito Navigareilterritorio.it
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