Come anticipato nella prima parte del nostro viaggio nella stregoneria, le streghe erano considerate un grande pericolo per i bambini perché, si credeva, che, durante i loro riti, utilizzassero sangue di bambini non battezzati. Ecco perché le levatrici furono perseguitate. Perché si credeva che procurassero aborti. Ecco le storie emblematiche di Ursula Kemp, Agnes Sampson e di un processo di stregoneria a Triora, nella Liguria di fine Cinquecento.

URSULA KEMP: STORIA DI UNA LEVATRICE INGLESE ACCUSATA DI STREGONERIA

Ursula KempUrsula Kemp visse in Inghilterra, nell’Essex, contea a nord-est di Londra, tra il 1525 il 1582. Svolgeva il lavoro di ostetrica, ma era conosciuta, soprattutto, per le sue capacità di guaritrice. Ursula, infatti, conosceva benissimo i principi curativi delle erbe medicamentose e veniva chiamata dai suoi vicini per curare malanni e malattie, dietro compenso economico.

Sembra, però, che Ursula non fosse di animo molto gentile e fosse incline a scatti di rabbia e a recriminare. Ben presto iniziò a diffondersi la voce che la donna non fosse solo in grado di curare le malattie, ma anche di procurarle, per vendetta. Fu accusata di riuscire a cagionare persino la morte. Fu additata sempre più insistentemente come strega, finché non si verificarono delle morti di persone con le quali Ursula avrebbe avuto dei diverbi.

Il processo per stregoneria iniziò nel 1582. Durante il processo, molti dei suoi vicini testimoniarono contro Ursula Kemp. Una delle accusatrici si chiamava Grace Thurlow, sua vicina ed ex amica. Dichiarò di aver chiesto l’aiuto di Ursula quando il figlio Davy, si ammalò. In seguito all’intervento di Ursula, Davy si riprese temporaneamente dalla sua malattia e Grace credette che lo avesse guarito. Qualche tempo dopo, le due donne litigarono per la cura della piccola figlia di Grace, Joan. All’età di pochi mesi, Joan cadde dalla culla e morì spezzandosi il collo. In altre occasioni Grace chiese l’intervento medico di Ursula, sia per curare una sua zoppia, sia per il figlio. Si rifiutò, però, di pagare Ursula per le cure fornite e la donna fu maledetta.

Ursula fu accusata di aver stregato e portato alla morte la figlia di un’altra donna con la quale era entrata in contrasto. Durante il processo il figlio di otto anni della Kemp, Thomas, testimoniò che sua madre teneva rapporti con quattro spiriti. Li descrisse come un gatto grigio chiamato Tyffin, un agnello bianco chiamato Tyttey, un rospo nero chiamato Pygine e un gatto nero chiamato Jacke. Dichiarò, inoltre, di aver visto sua madre nutrire questi spiriti con il suo sangue.

Il giudice incaricato di emettere la sentenza sostenne che Ursula Kemp gli aveva fatto una confessione completa in privato. Gli raccontò che, circa dieci anni prima, ella aveva sperimentato una “zoppia nelle sue ossa”. Era andata da una “strega” che le aveva rivelato che era stata stregata e che avrebbe dovuto “disfarsi” di se stessa per guarire, attraverso un rituale con erbe magiche. La Kemp eseguì il rituale e guarì. Dopo quella “iniziazione” si era dedicata agli incantesimi di guarigione. Ammise l’esistenza dei quattro spiriti che suo figlio aveva menzionato. Disse che erano due spiriti maschili, che uccisero persone e due spiriti femminili, che portarono malattie e pestilenze. Ammise di aver chiesto a quegli spiriti di uccidere le vittime. Infine, chiamò altre dodici donne in causa come sue complici. Queste confessarono e andarono incontro, con Ursula, alla pena di morte.

AGNES SAMPSON E IL PROCESSO ALLE STREGHE DI NORTH BERWICK 

Agnes SampsonAgnes Sampson visse alla fine 1500 in Scozia. Era una levatrice e guaritrice. Aveva una conoscenza profonda delle erbe medicamentose e delle procedure mediche dell’epoca. Metteva queste sue conoscenze al servizio di chi ne aveva bisogno, senza niente chiedere in cambio. Era spinta dalla volontà di aiutare. Aveva un animo buono. Era così esperta che molti le attribuivano poteri soprannaturali e magici. Ma questa sua fama si andava a mescolare a tutto quello che era lo spirito dell’epoca, fatto di superstizioni, paura del maligno, credenze, desiderio di sopprimere tutto ciò che poteva risultare irrazionale, sfuggente e sovversivo.

Le abilità di Agnes come ostetrica e guaritrice furono la sua disgrazia, poiché divenne rapidamente un facile bersaglio per i fanatici estremisti. Agnes fu accusata di essere scesa a patti con il diavolo per giustificare le sue abilità mediche e si trovò in un gruppo di circa 100 sospetti, che furono arrestati con l’accusa di praticare la stregoneria a North Berick. Agnes negò con veemenza le accuse a suo carico.

Sfortunatamente per lei, il Re di Scozia, James VI, si interessò particolarmente al suo caso. La donna fu interrogata ma si rifiutò di confessare qualsiasi suo coinvolgimento con il maligno. Il re sapeva che questo rifiuto andava ad indebolire la sua reputazione, visto che rappresentava un fallimento e, quindi, fece confinare Agnes in una segreta, dove fu brutalmente torturata, fino a quando non fu strappata una confessione.

Agnes sopportò per giorni e giorni, senza confessare nonostante le umiliazioni e le torture. Infatti, dopo averle rasato la testa, la fecero rimanere nuda, appoggiata a un muro, con un doloroso dispositivo orale noto come “rimprovero delle briglie“. Questo strumento di ferro, con quattro denti affilati messi in bocca, due dei quali premuti contro le guance e due contro la lingua, impedivano qualsiasi tipo di movimento o deglutizione.

Rimase così per giorni senza dormire e senza mangiare. Nonostante questo trattamento disumano, Agnes continuò a dichiararsi innocente pregando di essere lasciata libera. Stanchi e frustrati per la resistenza di Agnes, le guardie aumentarono il livello di tortura utilizzando un laccio emostatico al collo. Agnes crollò e confessò tutti i reati per i quali era stata incriminata. A quel punto fu subito portata sul rogo e bruciata fino alla morte.

La storia di Agnes è emblematica della caccia alle streghe consumatasi in Scozia. Lo spirito di Agnes, però, sembra forte quanto era stata lei in vita. Infatti ci sono numerose testimonianze che raccontano come il suo spirito si palesi ancora oggi camminando nei corridoi del palazzo di Holyrood, dove fu torturata, nuda e privata di capelli.

Dal tempo della sua esecuzione, fino ai giorni nostri, sono stati numerosi gli episodi di avvistamento del suo spirito, visto da più persone fluttuare nei corridoi, con un aspetto angosciato e sofferente. Agnes Sampson era una donna che mise al servizio degli altri le sue conoscenze e la sua saggezza e proprio questo fu la causa della sua persecuzione. Se esistono le streghe, Agnes ci insegna che ne esistono anche di buone.

PROCESSO ALLE STREGHE DI TRIORA: TORTURE E TERRORE NELLA LIGURIA DI FINE ‘500

Triora, estate 1587. Questo piccolo borgo ligure è scenario di una dura carestia che proseguirà per altri due anni. Oggi si conoscono le reali cause, che sono da imputare ad una manovra economica dei proprietari terrieri dell’epoca, ma, a quel tempo, la fame, la paura, le reali difficoltà per riuscire a sopravvivere, portarono gli abitanti a cercare e a trovare un capro espiatorio: le streghe.

La società contadina si “nutriva” di pregiudizi, credenze e tutto ciò che poteva minacciare l’unica attività di sussistenza, veniva additato come malefico, frutto del Diavolo.

Inizialmente il consiglio degli anziani cercò di far luce su questa situazione, che aveva messo in ginocchio il borgo, tra antiche credenze, superstizioni e bisogno di designare un colpevole. Poi fu chiamata la Santa Inquisizione. Uno dei membri, passato alla storia per la sua crudeltà, Gerolamo del Pozzo, durante la messa, al momento della predica, chiese di indicare le “streghe” ai presenti e ne furono additate venti. Arrestate e trascinate in carcere furono sottoposte a crudeli torture, a seguito delle quali vennero estorte confessioni che portarono ad altre catture. Le streghe divennero così trenta. Tra queste delle bambine e bambini di poco più di dieci anni. Tanto cruente e insopportabili furono le torture per estorcere le confessioni, che una donna morì durante l’interrogatorio e una si suicidò gettandosi nel vuoto. Le cause di tali morti furono imputate al Diavolo, per continuare a giustificare i mezzi utilizzati. Alcune case private furono adibite a carcere. Tra le imputate, però, erano presenti anche delle nobildonne, appartenenti a famiglie in vista e questo portò il Consiglio degli Anziani ad invitare gli Inquisitori ad utilizzare maggior cautela. Diverse imputate furono processate e messe al rogo. Alcune trattenute in carcere a Genova. Sul finire del 1589, il processo si ridimensionò, anche a seguito dell’intervento del Santo Uffizio. Non si conosce la fine che fecero le donne sopravvissute, ma, con ogni probabilità, furono liberate.

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