Retake Roma Parco degli Acquedotti è un’associazione che dal 2020 si occupa della difesa e della valorizzazione di uno dei posti più belli di Roma: il Parco degli Acquedotti, un luogo magico dove la natura abbraccia la storia in un afflato lungo millenni.

Ho conosciuto RetakeRoma Parco degli Acquedotti da semplice frequentatore del Parco degli Acquedotti, un amico fidato, da sempre presente nella mia vita. Ho visto i volontari di Retake prendersi cura quotidianamente di questa magnifica creatura che è il parco, un luogo che abbiamo il dovere di difendere per tramandarlo alle nuove generazioni, intatto e bellissimo come lo abbiamo ereditato dalla Storia.

Anni fa, nel giorno del suo insediamento, era il 20 gennaio del 1961, John Kennedy, 35° presidente degli Stati Uniti, ebbe a dire:

«Non chiedete cosa può fare il vostro paese per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro paese.»

Retake Roma Parco degli Acquedotti è la perfetta dimostrazione che quella bellissima frase può diventare una splendida realtà che volere, talvolta, è anche potere.

Abbiamo incontrato Cristiano Tancredi che di questa associazione è non solo il fondatore ma anche uno dei più attivi promotori. Ecco cosa ci ha raccontato.

Ciao Cristiano, prima di conoscere Retake Roma Parco degli Acquedotti, parlaci di te, siamo tutto orecchi.

Mi chiamo Cristiano Tancredi, ho 33 anni e sono laureato in Gestione e Valorizzazione del territorio (Magistrale in Geografia) presso l’Università Sapienza. La voglia di non vivere passivamente il cambiamento e i problemi della nostra città mi ha spinto a costruire un’esperienza di volontariato presso l’Area degli Acquedotti, mettendo la mia persona e le mie conoscenze al servizio della comunità del Parco. Inoltre, a tutto ciò ha indubbiamente contribuito una sensibilità personale al richiamo del Genius Loci, dal quale sono stato letteralmente rapito durante le mie camminate nel verde.

Entriamo nel vivo, dicci tutto, ma proprio tutto di Retake Roma Parco degli Acquedotti. Quando è nata, cosa fate, quali sono le diverse attività che svolgete nel parco? 

Il gruppo nasce il 5 gennaio 2020, su spinta del Comitato del Parco degli Acquedotti e Tor Fiscale composto da alcune associazioni presenti in questo quadrante di città. La sfida è stata quella di raccogliere l’eredità lasciata dalla precedente esperienza di volontariato dalla quale io stesso provengo.

Cristiano Tancredi di Retake Roma

Cristiano Tancredi di Retake Roma

Ho un grandissimo debito con tutti gli attivisti che mi hanno preceduto, i quali “formandomi” hanno contribuendo ad accendere in me una scintilla di autentica passione per questo territorio.

Fin dai primi passi mossi, il gruppo Retake ha cercato di seguire una chiara impronta ideologica ripercorrendo le tracce e gli insegnamenti di due figure di fondamentale importanza per il parco: Antonio Cederna e Don Roberto Sardelli. La cornice degli Acquedotti è divenuta, così, lo scenario di un processo di transizione da spazio a luogo, grazie ai cittadini attivi e coloro che lo vivono. Quello che abbiamo cercato di perseguire attraverso la nostra azione è la creazione di una comunità in grado di accogliere, sensibilizzare, prendersi cura di un patrimonio identitario, contribuendo alla tutela e alla valorizzazione della “Grande Bellezza” da sempre qui presente.

Nel 2022 il gruppo compie 2 anni di attività. In questo lasso di tempo, nonostante la pandemia in atto, che ci ha costretti più volte a fermare e rallentare le nostre iniziative, la partecipazione è continuata ad aumentare. Credo che il motivo di questa crescita sia ascrivibile all’aver creato un clima gioviale, un ambiente costruttivo dove ognuno può esprimersi, in quanto le iniziative tendono a declinare la complessa e variegata realtà dell’Area degli Acquedotti in tutti i suoi aspetti: attività educative con bambini e ragazzi, visite guidate, manutenzione del verde, attività archeologiche etc.

Puoi delineare il volontario tipo? Chi si rivolge a voi e perché?

Non esiste un volontario tipo. In questo periodo si sono avvicinate persone di diverse età ed estrazione sociale. I motivi sono molteplici e vanno dalla voglia di stare insieme a veri e propri atti d’amore verso un luogo del cuore che si vuole vedere sempre più curato.

Ti sei laureato da poco con una tesi proprio sul Parco degli Acquedotti. Di cosa ti sei occupato, nello specifico?

La mia tesi dal titolo “Pratiche urbane e processi di significazione nel Parco Regionale dell’Appia Antica: il caso dell’Area degli Acquedotti”, che ha avuto come relatore il Prof. Carlo Cellamare e correlatore il Prof. Angelo Turco, ha tentato di ricostruire, parzialmente, la grande epopea della partecipazione evidenziando la stretta correlazione tra le fattezze attuali del parco e i processi partecipativi, provando inoltre a ipotizzare scenari futuri, sulla base di quanto emerso.

Parco degli Acquedotti a Roma

Parco degli Acquedotti a Roma

Ci troviamo non solo in un contesto naturalistico e archeologico ben voluto dai cittadini ma si può affermare, senza ombra di dubbio, che il parco esiste proprio grazie a tutte le associazioni, ai comitati e agli intellettuali che nel tempo si sono battuti contro il degrado, l’incuria e la speculazione edilizia.

Si è trattato di un lavoro che definirei militante, in quanto ho raccolto testimonianze e materiali sul campo in due anni di impegno concreto a difesa di un territorio, ma soprattutto inseguendo una sorta di ideale di bellezza. Credo che la teoria debba essere scienza per l’azione e che il mondo accademico debba uscire da quella sorta di autoreferenzialità che lo ha contraddistinto per anni, calandosi nel mondo reale per interpretare gli scenari urbani in rapido mutamento.

Si capisce che sei particolarmente legato al “nostro” parco e ti capisco benissimo. Cosa rappresenta per te il Parco degli Acquedotti e se esiste, qual è la parte che preferisci?

Non ho aree preferite, in quanto ovunque è possibile riscontrare un’alchimia di suoni, colori, sensazioni che consentono di perdersi nel tempo e nello spazio. Per me, il Parco degli Acquedotti è uno scenario di rara bellezza in cui poter sperimentare nuove forme di interazione tra uomo, ambiente e storia. A mio avviso, le aree verdi urbane non devono più essere percepite come elementi alienanti, situazioni transitorie da conquistare con il ferro e il cemento, ma devono essere una vera e propria prosecuzione della città. Abbiamo la fortuna di avere sotto casa un parco archeologico, naturalistico e paesaggistico dove poter educare, sensibilizzare e sviluppare un’idea diversa dell’abitare.

Alcuni volontari di Retake Roma Parco degli Acquedotti

Alcuni volontari di Retake Roma Parco degli Acquedotti

Qual è la più grande soddisfazione da quando vi occupate del parco?

Credo che le più grandi soddisfazioni siano quelle di vedere bambini giocare e crescere in un ambiente sano e in grado di sviluppare la loro immaginazione. Ricevere i feedback dei cittadini soddisfatti. Far arretrare, gradualmente, attraverso la presenza costante le attività illecite che si svolgono in un parco aperto 24 ore su 24.

Quali sono i rapporti con le istituzioni?

I rapporti con le istituzioni sono ottimi. La sinergia che si è creata con il Municipio e gli Enti di prossimità ci ha permesso di sperimentare positive e proficue forme di co-progettazione. Il 6 giugno del 2020, è stato siglato il patto di collaborazione tra l’Ente Parco Regionale dell’Appia Antica e l’associazione Retake Roma Parco degli Acquedotti. Tale accordo ha come obiettivi la cura condivisa dei beni comuni, attività di promozione del territorio e formazione dei volontari, i quali operando in area naturale protetta e in un parco archeologico necessitano di un bagaglio di conoscenze fondamentali.

Ora una domanda volutamente provocatoria. Ma chi ve lo fa fare?

Credo che a spingerci ad agire sia soprattutto la voglia di non essere vittime di quel “pianto greco” tipico di tante amministrazioni e cittadini per i quali esiste una sorta di maledizione che renderebbe questa città impossibile da governare e difficilmente migliorabile.

Nel ringraziarti per il tempo che mi hai concesso ma soprattutto per quello che fate per il parco, ti saluto con un’ultima domanda. Come immagini il “nostro” parco fra cinquant’anni?

Si sta aprendo un’interessantissima stagione amministrativa ed economica tutta da vivere. Gli investimenti che riguarderanno a breve il nostro Paese e la nostra città, in special modo, sono una sorta sliding doors, un’opportunità da cogliere e sfruttare. Se ci sarà la capacità di saper cogliere questa preziosa occasione non potrò che immaginarmi un futuro roseo per il nostro Parco che è in grado di generare lavoro e benessere accompagnando la Capitale, insieme agli altri parchi urbani, verso quella sperata e necessaria transizione ecologica.

Per chi volesse avere maggiori notizie su Retake Roma Parco degli Acquedotti basta consultare la pagina Facebook dell’associazione, un buon proposito per questo nuovo anno.



Booking.com

 

 

Leggi anche:
Una passeggiata al Parco degli Acquedotti a Roma
Parco della Caffarella, a spasso tra i ruderi della Roma antica e medievale
A spasso per l’Appia Antica, una strada mondiale