Di lei si sono perse le tracce in poco tempo, finendo nel dimenticatoio di una storia raccontata e strutturata sulle gesta e le azioni eroiche maschili. Nel nostro paese si è parlato parecchio dell’unificazione d’Italia e del periodo risorgimentale così come di quel Garibaldi partito da Quarto con i suoi mille validi soldati per conquistare il Regno delle Due Sicilie. Eppure Rose Montmasson, detta Rosalie, non è uno di quei nomi che ci ricorda un episodio o un avvenimento legata alla nostra storia ottocentesca.
ROSALIE MONTMASSON, LA RAGAZZA DI MARSIGLIA
Nata nel 1823 in Savoia, allora parte del Regno di Sardegna, Rosalie vide la sua storia personale legata a doppio filo con i mazziniani ed i garibaldini. Perché lei, sebbene nessuno ne ricordi il nome, è la sola donna ad avere partecipato alla spedizione dei Mille. Ma come arrivò a prendere parte all’unificazione d’Italia?
Fu nella città di Marsiglia che la giovane conobbe un ragazzo repubblicano di nome Francesco, un siciliano focoso che aveva partecipato ai moti del ’48, avvenuti a Palermo per scacciare i Borbone. Dopo questo episodio i due si incontrarono di nuovo in Piemonte, a Torino, dove cominciarono a frequentarsi e a vivere insieme.
Rosalie mandava avanti la famiglia facendo la lavandaia e la stiratrice mentre Francesco, che di cognome faceva Crispi, aveva già alle spalle un matrimonio, una vedovanza ed una relazione con un’amante, Felicita, dalla quale aveva avuto un figlio di nome Tommaso, che aveva scelto di seguire il padre e di vivere con lui.
Era sempre Rosalie a lavorare e a mantenere la famiglia pur di lasciare il tempo all’uomo con cui conviveva di occuparsi di politica. Rosalie era così innamorata di Crispi da avere accettato di crescere Tommaso con tutto ciò che questo comportava, come le scenate di gelosia ed i litigi con Felicita, la madre del piccolo.
Fu quello il periodo in cui per lei cominciò la frequentazione dei circoli di esuli e patrioti che lavoravano per provocare una sollevazione popolare che portasse alla costituzione della nazione italiana. Dopo il fallimento di una cospirazione a Milano però, Crispi fu costretto a rifugiarsi a Malta, dove il 27 dicembre del 1854, si decise a sposare Rosalie. Ma, a causa delle sue simpatie repubblicane, il giovane patriota venne espulso anche dall’isola ed i due sposi furono costretti a rifugiarsi prima in Francia e poi in Inghilterra. Rosalie lo seguì sempre, provvedendo alle spese di famiglia ed alle incombenze del caso.
Nonostante l’esilio, Francesco Crispi e sua moglie mantennero i contatti con i repubblicani siciliani che stavano preparando l’attacco al regno borbonico. Bisognava unire l’Italia.
Mentre nell’Italia centrale iniziarono le prime annessioni al Piemonte attraverso lo strumento del plebiscito, Francesco Crispi e Rosolino Pilo gettarono le basi per fomentare un’insurrezione a Palermo che scoppiò la notte tra il 3 ed il 4 aprile 1860. Era il momento di chiedere a Garibaldi di intervenire mentre intanto a Genova cominciarono ad affluire i volontari e gli armamenti.
Bisognava partire ed appoggiare i ribelli, si doveva intervenire il prima possibile e liberare la Sicilia. Nella villa di Augusto Vecchi erano arrivati tutti, tra cui anche Garibaldi che passava le serate a stemperare la tensione cantando le arie dell’opera.
ROSALIE, L’UNICA DONNA NELLA SPEDIZIONE DEI MILLE
Rosalie Montmasson, l’unica donna nella spedizione dei Mille
Ma la spedizione dei Mille non poteva partire senza di lei, Rosalie Montmasson, che convinse il generale a farla partecipare all’impresa. Imbarcatasi sulla nave Piemonte, aveva indossato i pantaloni e la camicia rossa come il resto dei garibaldini, giungendo l’11 maggio 1860 a Marsala. Rosalie aveva 37 anni ed era pronta a combattere pur di far vincere l’idea repubblicana. “Fiera savoiarda, disinteressata, piena di coraggio, ardita[…], dall’anima vivace, anzi di fuoco”, la definì Giacomo Oddo, lo storico che descrisse l’impresa garibaldina in Sicilia. Lei prese le armi insieme agli altri, riportando la vittoria a Calatafimi e poi prestandosi per soccorrere i combattenti colpiti.
Dopo questo episodio però cominciò ad avere inizio una divaricazione tra i due coniugi che vide, da una parte, l’ascesa politica di Crispi che venne eletto come deputato al Parlamento e, dall’altra, l’esclusione sempre più forte di Rosalie Montmasson dalla vita mondana e salottiera che il marito conduceva.
La differenza culturale tra i due si notava ed era evidente: lei era figlia di un agricoltore, lui di una ricca famiglia che lo aveva fatto studiare per diventare avvocato. La frattura si acuì quando Crispi da repubblicano divenne monarchico e quando Rosalie scoprì i continui tradimenti del marito dai quali nacquero due figli illegittimi.
ROSALIE MONTMASSON E FRANCESCO CRISPI, UN MATRIMONIO FINITO NELL’OBLIO
Alla fine Rosalie fu costretta ad andare via di casa e tre anni dopo, nel 1878, Crispi all’età di 60 anni sposò una delle sue amanti, Lina Barbagallo, la giovane ragazza da cui cinque anni prima aveva avuto una figlia. Crispi, allora ministro dell’Interno, venne accusato del reato di bigamia ma riuscì a dimostrare che il matrimonio contratto a Malta era nullo. Venne infatti aperta un’istruttoria che portò al non luogo a procedere perché, secondo il giudice istruttore, il matrimonio con Rosalie Montmasson era stato celebrato senza l’affissione delle pubblicazioni.
“Crispi, grazie al suo grande potere politico, la fece cancellare dai suoi scritti, dalla grande storia e da quella che possiamo definire come storia minore”, scrive Maria Attanasio nel suo libro La ragazza di Marsiglia.
Dai diari di Crispi, divenuto successivamente presidente del Consiglio, sparirono poi sistematicamente i riferimenti a Rosalie Montmasson, la donna che visse venti anni con lui e che doveva finire nell’oblio per ragioni di opportunità politica ed etica.
Così la seconda moglie di Crispi morì da sola in una casa di Via Torino 7 a Roma. Era il 10 novembre 1904 quando la donna ottantunenne lasciò la vita terrena e venne sotterrata al cimitero del Verano, vestita con quella camicia rossa che non aveva mai rinnegato.
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