La Chiesa di San Bernardo alle Terme, che veglia discreta l’omonima piazza di San Bernardo, è una di quelle presenze affogate nelle geometrie urbane, quasi anonima tra i palazzi attigui, le auto parcheggiate e il viavai di una delle strade che maggiormente rappresentano la frenesia ministeriale capitolina: via XX settembre.

Eppure, come la Città Eterna spesso insegna, sono i luoghi celati, distrattamente ignorati, superficialmente sfiorati, quelli che poi sorprendono nei dettagli e nelle suggestioni uniche.

La Chiesa deve la sua esistenza alla Contessa Caterina Sforza Cesarini, devota nipote di papa Giulio III che ne ordinò l’edificazione nel 1598 ed intese dedicarla al suo Santo di Chiaravalle e poi affidarla all’ordine da questi fondato, i Cistercensi. La particolarità è che fu riadattato lo spazio di uno dei torrioni delle antiche Terme di Diocleziano, i cui relitti, più o meno evidenti, coinvolgono un perimetro ampio di cui il torrione di San Bernardo rappresenta uno degli estremi.

E per comprendere appieno quale fosse l’effetto dell’edificio sul paesaggio, dobbiamo immaginare il contesto rurale e bucolico che l’area poteva avere fino alla fine dell’Ottocento.

SAN BERNARDO ALLE TERME A ROMA, COSA VEDERE

Dall’esterno, San Bernardo alle Terme a Roma (aperta tutti i giorni dalle 6:30 alle 12:00 e dalle ore 16:00 alle 19:00) appare con una facciata semicircolare in stile barocco, tuttavia l’effetto più sorprendente del virtuosismo architettonico è evidente all’interno: l’impossibilità di aperture laterali e quindi di finestre, impose la necessità di ricercare la luce nell’unico punto in cui potesse penetrare, cioè dalla sommità della struttura.

Con intuizione stilistica e tecnica, la cupola con volta a cassettoni ottagonali è stata dotata di un oculo, ricordando nelle forme e nell’effetto, niente di meno che il Pantheon.

La cupola di San Bernardo alle Terme a Roma

La cupola di San Bernardo alle Terme a Roma e il monumento funebre di Carlo Finelli

Quello che San Bernardo alle Terme oggi offre all’avventore (il più delle volte casuale), è quindi il risultato di un’alchimia di forme e dimensioni contenute nella pietra romana e armonizzate da soluzioni barocche.

Dalla pianta ellittica emerge la parete cilindrica in cui viene ricavato l’altare centrale, sormontato da un organo Morettini e due altari laterali impreziositi dalle pale di Giovanni Oldazzi, il pittore romano, allievo del Baciccio, che segui lo sforzo marattiano di conciliare l’arte classica e quella barocca, tanto da divenire uno dei capiscuola del rococò romano.

Le pale, dipinte a inizio Settecento, raffigurano “San Bernardo in estasi abbracciato da Gesù Crocifisso” e lo “Sposalizio mistico di San Roberto con la Vergine”.

La tomba Overbeck e la pala "Sposalizio mistico di San Roberto con la Vergine"

La tomba Overbeck e la pala “Sposalizio mistico di San Roberto con la Vergine”

Nelle pareti, tra i tre altari, sono ricavate otto nicchie che ospitano altrettante statue di Santi che Camillo Mariani scolpì in linea con i canoni del Manierismo internazionale. Le statue, di tre metri ciascuna, raffigurano quattro uomini e quattro donne della tradizione cristiana: Sant’Agostino, Santa Monica, Santa Maria Maddalena, San Francesco, San Bernardo, Santa Caterina da Siena, San Girolamo e Santa Caterina d’Alessandria. Da ammirare sotto la Statua di quest’ultima, il monumento funebre di Carlo Finelli, scultore raffinato che orbitò nella cerchia del Canova.


LA CAPELLA DI SAN FRANCESCO

Ai lati dell’altare centrale, si aprono gli unici due varchi alla struttura cilindrica (eccezion fatta per il portale d’ingresso), dai quali si accede rispettivamente alla Sagrestia e alla Cappella di San Francesco. È questo uno spazio aggiunto che corrispondeva ai locali del calidarium e del tepidarium delle antiche Terme, mentre la rotonda contenente il piccolo Pantheon senza finestre era lo spheristerium, ovvero una sala per i giochi con la palla.

La cappella di San Francesco nella chiesa di San Bernardo alle Terme a Roma

La cappella di San Francesco e la pala con “San Bernardo in estasi abbracciato da Gesù Crocifisso”

La Cappella di San Francesco colpisce per l’eleganza e l’armonia con cui i volumi vengono gestiti e per l’improvviso recupero cromatico in cui spiccano in tonalità i drappeggi rossi e il soffitto completamente affrescato.

Sull’altare la statua di San Francesco dello scultore romano Antonio Fancelli, collaboratore del Bernini, autore anche di vari monumenti funebri della Famiglia Sforza Cesarini ai lati della Cappella. In questo luogo, oltre alla promotrice dell’impresa, la Contessa Caterina Sforza Cesarini, vi è un’altra sepoltura illustre: è Friedrich Overbeck, fondatore del gruppo pittorico dei Nazareni, romantici e anticonformisti artisti tedeschi ribelli al classicismo accademico e che a Roma lasciarono, tra l’altro, la meravigliosa decorazione pittorica del Casino Massimo Lancellotti (in Villa Giustiniani Massimo).

La facciata di San Bernardo alle Terme

L’esterno della chiesa

Uscendo dalla Cappella di San Francesco, si ritorna al bianco delle pareti e degli stucchi, a cavallo tra Manierismo e Controriforma, sintesi dell’incalzante spirito seicentesco. Alzando lo sguardo alla volta, si percepisce un senso di vertigine, tra i giochi di chiaroscuro e i riflessi ovattati sui cassettoni del soffitto: pare di fluttuare, sospesi in una dimensione ascendente che fa convergere ed aspirare anima e sguardo verso l’oculo, verso la luce, verso il cielo.

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