Dopo la Chiesa di San Maurizio il nostro viaggio alla scoperta dei luoghi meno noti di Milano continua con la Chiesa di San Satiro.

A pochi passi da Piazza del Duomo, sulla centralissima via Torino si trova la chiesa di San Satiro a Milano, un vero capolavoro. Subito dopo il civico 17, dietro una pesante cancellata, si staglia la rinascimentale facciata di Santa Maria presso San Satiro, questo il suo nome completo, uno dei gioielli milanesi.

Come per la vicina chiesa di San Maurizio anche in questo caso è impossibile pensare che all’interno di un edificio, che all’esterno certo non sorprende per magnificenza, possa nascondersi una simile bellezza.

CHIESA DI SAN SATIRO A MILANO. LE ORIGINI

La costruzione della chiesa di San Satiro a Milano, dedicata anche ai santi Ambrogio e Silvestro, avviene sul finire del IX secolo d.C. per volere del vescovo Ansperto da Bassiono. Si tratta, invero, di una costruzione di ridotte dimensioni, caratterizzata, oltre che dalla chiesa vera e propria, a pianta circolare, anche da un sacello, dedicato a San Satiro, nonché da un campanile che, dopo quello di Sant’Ambrogio, è il più antico di Milano.

Ansperto nel suo testamento, stilato il 10 settembre 879, dispose che la chiesa, dopo la sua morte, fosse affidata ai monaci della basilica di Sant’Ambrogio che la utilizzarono fino al 1209, quando l’edificio da cappella privata divenne chiesa parrocchiale.

Nel 1242 San Satiro diviene improvvisamente nota in tutta Milano per un evento miracoloso. La notte del 25 marzo il giovane Massazio da Vigonzone, fuori di senno per l’ennesima perdita al gioco, decide di sfogare tutta la sua rabbia nei confronti dell’immagine della Madonna con il bambino che campeggia fuori dalla chiesa. Favorito dalle tenebre colpisce l’affresco più volte con un pugnale ma ecco che accade l’inverosimile: dal viso della Vergine iniziano a sgorgare lacrime di sangue.

Chiesa di San Satiro Milano

Facciata e interno della Chiesa di San Satiro

La notizia di quel miracolo fa presto il giro della città e a San Satiro si riversano numerosi fedeli che si prostrano davanti a quell’immagine prodigiosa, nel frattempo opportunamente collocata all’interno della chiesa, chiedendo grazie di ogni tipo.

L’esiguità della chiesa di San Satiro a Milano è alla base della decisione di costruire un nuovo e più adatto edificio, soluzione che diviene realtà solo nel 1478 quando la Confraternita di Santa Maria, precedentemente costituita, ottiene da Galeazzo Maria Visconti, il dominus di Milano, l’autorizzazione a costruire una nuova chiesa.

Per l’occasione i committenti decidono di affidarsi a Donato Bramante che, anni dopo, realizzerà a Roma, lo splendido Tempietto di San Pietro in Montorio, che ispirerà e non poco Raffaello Sanzio nel suo Sposalizio della Vergine.

SAN SATIRO: IL CORO PROSPETTICO

L’architetto marchigiano decide di abbattere solo in parte la precedente chiesa, di cui salva il sacello, che viene incorporato nella nuova struttura e il campanile. In fase progettuale, però, emerge fin da subito il problema di dove collocare il coro e l’abside, visto che lo spazio utilizzabile dietro al transetto è del tutto insufficiente. La chiesa, in tal modo, risulterebbe non a croce latina, bensì a croce commissa, priva, cioè, del quarto braccio, una scelta architettonica onestamente infelice, che rappresenterebbe una interruzione troppo brusca.

Bramante, allora, trova una soluzione geniale che è, però, una pura finzione.

Tramite un artificio architettonico e pittorico, in uno spazio profondo solo 97 centimetri e che invece dovrebbe misurare secondo il progetto originario oltre 9 metri, Bramante crea la profondità di quel quarto braccio mancante. Sfonda letteralmente la parete e inserisce un presbiterio illusionisticamente “allungato” realizzando un finto coro e una finta volta in stucco dipinto.

Il compianto sul Cristo Morto nella chiesa di San Satiro

“Il compianto sul Cristo Morto” nella chiesa di San Satiro

Ma la chiesa di San Satiro non è solamente lo splendido trompe l’oeil bramantesco. Tanti sono i motivi per visitarla, a partire dalla facciata.

LA FACCIATA, L’INTERNO E IL COMPIANTO SUL CRISTO MORTO

Iniziata sul finire del ‘400 dall’Amadeo, la facciata rimase fino al 1871 praticamente incompiuta. Fu solo da quell’anno che venne interamente ricostruita secondo l’originario stile rinascimentale.

Anche l’interno è degno di nota ed è caratterizzato da una monumentalità classica, sottolineata dalle volte a botte, dai pilastri con paraste corinzie, dagli archi a tutto sesto e dalla cupola conica, probabilmente, ripresa da quella di San Bernardino di Urbino, alla cui progettazione aveva collaborato anche Bramante.

Ma l’opera più significativa contenuta in San Satiro è senza dubbio Il compianto sul Cristo Morto.

Eseguito nel 1483 per decorare la nicchia centrale del sacello di San Satiro, questo gruppo scultoreo, composto da ben 14 statue, tutte dipinte a mano e a grandezza naturale, rappresentò la prima opera milanese di Agostino de’ Fondulis.

Chiamato direttamente dal Bramante lo scultore, originario di Crema, diede vita a un’opera capace d’integrarsi perfettamente all’interno della cappella medievale.

Fondulis mette in scena una sacra rappresentazione, narrando il momento successivo alla deposizione di Cristo dalla croce. Gesù, ormai esanime, è circondato da una serie di personaggi, tra cui spiccano per espressività la Vergine, Giuseppe d’Arimetea, Nicodemo e San Giovanni, il cui sguardo stravolto dal dolore si rivolge supplichevole al cielo. L’umana disperazione degli astanti è coinvolgente e teatrale. Lo spettatore non può che partecipare commosso a tanto dolore.

L’effetto finale è quello di una rappresentazione esemplare, che trae ispirazione dalle prediche francescane sulla Passione di Cristo (molto in voga in quegli anni e dall’alto valore espressivo). Sono evidenti, inoltre, importanti riferimenti all’opera del Mantegna e di Donatello, autori ben conosciuti dallo scultore cremasco.

«San Satiro non si guarda semplicemente. Se si vuole viverla e gustarla occorre imparare a contemplarla; imparare la sua lingua che si declina in spazi avvolgenti in grado di abbracciare, in forme architettoniche equilibrate capaci di sedurre, conquistare, ampliare lo sguardo, in segni di fede antica e nuova che invitano a pregare. Così si impara ad amare San Satiro. I suoi percorsi artistici sono anche itinerari di riflessione e di fede: preziosa eredità di chi ci ha preceduto da non svilire con una frettolosa, distratta e superficiale visione».

(Mons. Domenico Sguaitamatti, collaboratore dell’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Milano)

CHIESA DI SAN SATIRO: COME ARRIVARE

La chiesa di San Satiro si trova in via Torino 17 ed è facilmente raggiungibile con la metropolitana, linee 1 e 3, fermata Duomo oppure con i tram 2 e 14, fermata via Torino.

La visita, gratuita, è possibile dal martedì al sabato dalle 9.30 alle 17.30, mentre la domenica dalle 14 alle 17.30.

 

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