Un territorio incredibilmente affascinante e proiettato verso le atmosfere di altri tempi, un patrimonio unico e di così gran valore da essere interessato dalla visita di numerosi turisti e viaggiatori, oggi come un tempo: Tivoli racchiude siti di alto pregio conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo. Sul suo territorio, 40 chilometri ad est di Roma, sorgono le tre ville celebrate dai pittori, dagli scrittori e dai nobili che nel Settecento e nell’Ottocento avevano la fortuna di intraprendere il Grand Tour, il viaggio di istruzione e di formazione alla scoperta dell’arte e della cultura dei paesi europei. La sublime bellezza di Villa Adriana che evoca l’amore dell’imperatore per il giovane e bello Antinoo, il fascino romantico di Villa Gregoriana e gli attraenti giochi d’acqua di Villa d’Este sono in cima alla lista dei luoghi tiburtini da visitare assolutamente. Ma a queste tre perle occorre aggiungere un quarto sito, aperto al pubblico dal 2011 ed ancora oggi poco conosciuto: il santuario di Ercole Vincitore.

LA STORIA DEL SANTUARIO DI ERCOLE VINCITORE

Tibur Superbum l’aveva definita Virgilio nel VII libro dell’Eneide e superba era apparsa anche al tedesco Goethe, che alla fine del Settecento ne aveva apprezzato il paesaggio punteggiato di rovine e di cascate, e a paesaggisti come il Vanvitelli o il Turner che fissarono sulle loro tele il suo interessante ed emotivamente coinvolgente territorio. 

Ma non va dimenticato che lo sguardo degli artisti che in quel periodo si muovevano in questa parte del Lazio si soffermava anche sullo splendido scenario in cui era collocato il santuario di Ercole Vincitore, allora erroneamente identificato come la Villa di Mecenate.

I resti del basamento del Santuario a Tivoli

I resti del basamento del Santuario

È del 1785 un acquerello del pittore svizzero Louis Ducros in cui all’interno dell’imponente portico romano scorreva impetuosamente un copioso flusso di acqua dovuto alla portata del fiume Aniene, affluente del Tevere che ha caratterizzato nei secoli il territorio e l’economia della città di Tivoli.

Il santuario di Ercole Vincitore è uno straordinario esempio della profonda conoscenza delle tecniche costruttive del popolo romano e racchiude in sé una interessante e del tutto unica storia di sovrapposizioni e di reimpieghi, riutilizzi dovuti proprio allo sfruttamento del fiume per scopi industriali.

UN CONNUBIO TRA ARCHEOLOGIA CLASSICA E INDUSTRIALE

Oggi il santuario racconta la storia millenaria di Tivoli, mescolando l’architettura romana di epoca repubblicana con quella moderna attraverso un connubio tra l’archeologia classica e quella industriale. Il cambio di destinazione d’uso della struttura e le sovrapposizioni architettoniche hanno dato vita ad un complesso monumentale unico al mondo.

Tivoli, panorama sulla Valle dell'Aniene

Tivoli, panorama sulla Valle dell’Aniene con i resti dell’ex area industriale

La costruzione del santuario, identificato come tale soltanto a partire dal 1848 grazie all’archeologo Antonio Nibby, ha avuto inizio nel II secolo a.C. in prossimità del punto in cui il fiume Aniene poteva essere attraversato con maggiore facilità, in un territorio strategico per il collegamento tra le coste laziali e le terre d’Abruzzo. Qui correva la Via Tiburtina Valeria, costruita dai Romani seguendo il tracciato protostorico di una antica via di transumanza, ed oggi riconoscibile nella Via Tecta, la via coperta che corre quasi perpendicolarmente al triportico del santuario.

E proprio il rito della transumanza è essenziale per comprendere le motivazioni per le quali sia stato costruito su questa rupe, e non altrove, un santuario dedicato al culto di Ercole.

L’antica Tibur aveva in origine una economia basata sulle greggi e sul loro transito lungo l’asse viario che giungeva nelle terre abruzzesi. Per questo motivo, nell’abitato era molto sviluppato il culto collegato al dio Ercole, considerato da molti popoli mediterranei il protettore dei commerci, del bestiame e della transumanza.

COSA VEDERE NEL SANTUARIO DI ERCOLE VINCITORE A TIVOLI

Il santuario di Ercole Vincitore nacque fuori dalle mura della città di Tivoli, lungo un itinerario utilizzato dalle popolazioni per compiere le migrazioni stagionali delle greggi.

Il triportico del santuario di Ercole Vincitore a Tivoli

Un ambiente del triportico del santuario di Ercole Vincitore

Bellissimo il colpo d’occhio sul triportico che ammalia per la maestria dell’ingegneria romana che ha saputo superare le difficoltà orografiche legate ad un terreno che improvvisamente terminava con un dirupo.

E così la soluzione è stata quella di costruire delle sostruzioni alte fino a 50 metri che hanno consentito di creare un ampio terrazzamento su cui innestare gli edifici del santuario, livellando il terreno e di fatto superando la forra dell’Aniene.

Racchiuso su tre lati da un triportico, l’area centrale del santuario era interessata dal tempio, andato quasi del tutto distrutto a causa dell’installazione della centrale idroelettrica, e collocato su un ampio podio rettangolare ancora oggi visibile.

All’interno della cella doveva essere contenuta una statua di Ercole vincitore probabilmente simile a quella rinvenuta in prossimità di un altro santuario a lui dedicato, quello ritrovato nel 1960 da un gruppo di esploratori belgi nello straordinario sito archeologico di Alba Fucens (in provincia de L’Aquila).

Davanti al tempio, che oggi possiamo immaginare guardando la ricostruzione in ferro del fronte, si apriva l’ampia cavea del teatro, ancora oggi visibile, in grado di contenere 3000 spettatori.

Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli: la cavea del teatro

La cavea del teatro e la ricostruzione in ferro del fronte del tempio

Questo splendore dell’architettura e della storia dell’arte romana purtroppo non era destinato a durare per sempre. Nel VI secolo, infatti, con l’arrivo degli Ostrogoti a Tivoli, il santuario di Ercole Vincitore cadde in disuso ed i suoi marmi vennero depredati per essere riutilizzati per la costruzione di altri edifici.

La contaminazione tra architetture di epoche differenti cominciò, invece, nel Medioevo con l’innesto lungo la Via Tecta di mulini alimentati dalle acque dell’Aniene e con la costruzione di due chiese realizzate nel corso del XIII secolo.

Gli interventi sull’area del santuario, purtroppo, non finirono qui e continuarono per molto tempo ancora. Basti ricordare che nel 1612 la Camera Apostolica vi favorì l’installazione di una fabbrica d’armi e che nel 1802 il principe Luciano Bonaparte, fratello del più celebre Napoleone, vi fece costruire una fonderia per la realizzazione di cannoni.

 

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Gli interventi maggiormente distruttivi per il santuario di Ercole Vincitore si concretizzarono però nel biennio 1884-1885 quando sulla sua area venne costruito un canale che convogliava le acque nella sottostante centrale idroelettrica dell’Acquoria.

TIVOLI, LA PRIMA CITTÀ EUROPEA ILLUMINATA CON CORRENTE ELETTRICA ALTERNATA

La presenza della centrale consentì a Tivoli nel 1886 di essere  la prima città in Europa ad essere illuminata con corrente elettrica alternata e permise, sei anni dopo, di inaugurare la prima linea elettrica di trasmissione di energia a distanza nel mondo, in grado di collegare una centrale ad un quartiere di un’altra città, quello di Porta Pia a Roma.

Purtroppo la presenza massiccia di opifici, industrie e fabbriche (l’ultima è stata la cartiera rimasta attiva fino agli anni Cinquanta) ha prodotto numerosi danni alla pregressa muratura di epoca romana.

Grazie al progetto di recupero intrapreso nel 2006 dal Ministero dei Beni Culturali e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, è stato però possibile riportare alla luce una parte delle strutture antiche rendendole nuovamente fruibili (come il teatro), lasciando però che le costruzioni moderne convivessero con esse.

Santuario di Tivoli

A sinistra il fronte del tempio, al centro un plastico del santuario, a destra il passaggio della via Tecta

Evidenti, ad esempio, appaiono le strutture ottocentesche sorte lungo la Via Tecta, così come i piccoli binari presenti sulla sua pavimentazione che servivano per il trasporto di carrellini o come l’evidente intelaiatura in ferro del tetto a capriate che poggia sul triportico romano.

Per info su orari e prenotazioni al Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli è possibile consultare il sito LeVillae.com

Si ringrazia il personale del complesso archeologico per l’accoglienza ed il contributo.



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