Matera come Gerusalemme. Anno 1964, Pasolini gira alcune scene del film Il Vangelo secondo Matteo tra i sassi della città lucana. Sospeso tra i silenzi e l’atemporalità di Matera prende vita la passione di Cristo. I fotogrammi in bianco e nero immortalano le sequenze di Gesù con la croce, le scene corali, le pietre, l’erba, il corteo, il volto della Madonna interpretato dalla madre del regista, Susanna. Un set cinematografico che doveva essere allestito proprio a Gerusalemme ma che poi Pasolini decide di spostare nell’Italia centro-meridionale e prevalentemente a Matera. Il motivo è dettato da quel paesaggio pressoché immutato ed immobile, dagli ambienti rupestri che non erano stati intaccati dall’urbanizzazione moderna come invece era accaduto a Gerusalemme.
SASSI DI MATERA: DA CARLO LEVI AI GIORNI NOSTRI
Nel secondo dopoguerra Matera diviene un caso nazionale perché viene “scoperta” in tutta la sua arretratezza e povertà. Nel 1945 è Carlo Levi, confinato ad Aliano dal fascismo, a denunciare le condizioni precarie e malsane della popolazione locale nel suo memorabile libro Cristo si è fermato ad Eboli. Paludi e malaria, analfabetismo e povertà. Questo è il contesto in cui sedicimila persone vivono, abitando in grotte senza finestre, senza acqua, senza fogne.
Quando il segretario del PCI Palmiro Togliatti giunge a Matera nel 1948 la considera “una vergogna nazionale”. La popolazione locale vive all’interno dei Sassi, in compagnia degli animali, senza alcuna regola igienica. Si tratta per la maggior parte di contadini, braccianti, pastori. La situazione è drammatica ed il tasso di mortalità infantile è altissima rispetto alla media nazionale. Occorre fare qualcosa.
Il Governo italiano si interessa al problema, chiama sociologi ed architetti per trovare una soluzione alle precarie condizioni di vita degli abitanti e a partire dal 1952 si dà inizio all’evacuazione dei Sassi ed alla nascita di nuovi quartieri in cui far alloggiare i residenti.
L’antico nucleo costituito dalla Civita, dal Sasso Caveoso e dal Sasso Barisano diventa così disabitato ed abbandonato. Le abitazioni e le chiese vengono lasciate alle intemperie.
I Sassi di Matera diventano marginali rispetto alla nuova città e l’antica città viene lasciata a sé stessa. Bisogna aspettare il 1986 per accorgersi che occorre cambiare direzione ed iniziare una politica di conservazione delle case-grotta di Matera.
Cosa vedere a Matera
Si capisce che l’identità storica e culturale dei Sassi di Matera va preservata e si consente così ai cittadini di riappropriarsi delle vecchie case, di reinserirsi nell’antico abitato, di riviverlo. Nel 1993 arriva il riconoscimento da parte dell’Unesco che dichiara i Sassi di Matera e il Parco delle Chiese Rupestri Patrimonio Mondiale dell’Umanità. La motivazione è chiara: l’uomo, già dal Paleolitico, aveva scelto questo territorio calcareo per vivere e vi si era adattato senza provocare modifiche all’ambiente.
L’intreccio di stradine, la presenza delle grotte e delle chiese sono ciò che rende caratteristico l’aspetto di questa città unica nel suo genere.
COSA VEDERE A MATERA
Matera è una città incredibile, un insieme di roccia, cultura ed antichi saperi sospesi nel tempo. Meravigliosa ed affascinante è tutta l’area dei Sassi che è costituita da due quartieri: il Sasso Barisano che ospita alberghi, case di vacanza e negozi ed il Sasso Caveoso, più piccolo del primo e più antico con le sue abitazioni rupestri. Davvero caratteristico è passeggiare tra i vicoli di Matera, perdersi tra i Sassi e scoprire lentamente i suoi angoli.
Il Sasso Caveoso è il quartiere più meridionale di Matera e le sue strade racchiudono la chiesa di San Pietro Caveoso e la Casa Grotta di Vico Solitario, un’abitazione costruita in una cavità rocciosa che fa comprendere ai visitatori come si svolgesse la vita nei Sassi di Matera.
I mobili e gli attrezzi contadini, il sistema di raccoglimento delle acque e la neviera immergono i turisti nei ritmi, nella dura quotidianità e nelle difficoltà di un tempo degli abitanti locali.
Dalla Civita posta in alto, sopra a tutte le abitazioni e le chiese, svetta imponente il campanile della cattedrale di Matera, l’edificio sacro risalente al XIII secolo ed abbellito dal rosone centrale e dall’affresco della Madonna della Bruna, la protettrice di Matera.
La Civita è la parte più antica dell’insediamento urbano materano ed ospita anche i resti delle antiche torri. Dalle sue strade si gode di un incredibile panorama sulla città e sui Sassi.
Scorci di Matera
IL PARCO DELLE CHIESE RUPESTRI DI MATERA
La presenza di monaci benedettini ed anacoreti orientali nell’VIII secolo ha dato poi vita alla nascita di spazi dedicati al culto ed alla preghiera. Centocinquanta oggi sono le chiese rupestri affrescate appartenenti ad epoche che vanno dall’Alto Medioevo a secoli più recenti. Si tratta di edifici scavati nel tufo: eremi, cenobi, chiese ipogee che racchiudono, in alcuni casi, affreschi coloratissimi. La Cripta del Peccato Originale, poco fuori da Matera, ne è un fulgido esempio e con le sue tre absidi stupisce per il suo meraviglioso ciclo di affreschi del IX secolo.
Qui si era instaurata una comunità benedettina ed è evidente l’influenza di area longobarda. La bellezza della cripta è così evidente che è stata rinominata la Cappella Sistina delle chiese rupestri.
Ma a Matera sono tanti gli esempi di edifici rupestri dedicati al culto: la chiesa di San Pietro Barisano con il campanile quadrato, i sette altari e gli affreschi cinquecenteschi, la chiesa di Santa Lucia alle Malve dell’VIII secolo, a tre navate, con la Madonna del Latte, la chiesa di Santa Maria de Idris con la sua navata irregolare e gli affreschi sacri.
IL CAMMINO MATERANO
PIATTI TIPICI E RISTORANTI: DOVE MANGIARE A MATERA
Tanti sono i piatti della tradizione materana che questo territorio offre. Tra questi ricordiamo la crapiata (una zuppa di legumi), la ciallèd (una zuppa povera cucinata con pane raffermo, erbe e papate), la pignata (un piatto preparato con la carne di pecora), i gustosissimi peperoni cruschi ed ovviamente la pasta fatta in casa.
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Impossibile, quindi, non fermarsi a mangiare qualche pietanza tipica nei numerosi locali materani.
In una dimora storica e al centro della città si trova il ristorante Dimora Ulmo con piatti, materie prime locali ed una vasta e rifornitissima cantina. Anche il risotrnate Vitantonio Lombardo offre pietanze ricercate e ben presentate. Una location meravigliosa ed uno staff gentile vi saprà accogliere e coccolare con le prelibatezze del luogo.
Per uno spuntino o un pranzo veloce, invece, potete sedervi da Quattroquarti – Crostaemollica ed assaggiare la puccia, un tipo di pane ripieno di qualsiasi cosa. Basta scegliere.
DOVE DORMIRE A MATERA
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