Selene Chilla e Serena Di Battista sono due amiche per la pelle, due appassionate di letteratura anglosassone, in particolare delle sorelle Brontë, due innamorate dei paesaggi inglesi, soprattutto delle brughiere e di quel magico mondo immerso in un’incantata atmosfera dove il tempo sembra davvero essersi fermato. Questa venerazione, che ha portato le due blogger a leggere di tutto sulle sorelle Bronte, a visitare i luoghi della loro infanzia e quelli che hanno ispirato i loro immortali romanzi, si è trasformata in un avvincente e ambizioso progetto editoriale: The Sisters’ Room, il primo blog italo-inglese sulle sorelle Bronte, le scrittrici più famose della letteratura britannica e non solo.
SORELLE BRONTE: UN BLOG BILINGUE
Per parlare del blog, che collabora con la Sezione italiana della Brontë Society, abbiamo incontrato le due fondatrici. Giovani, hanno entrambe trentun anni, romane, laureate tutte e due all’Università “Roma Tre” in “Letterature e traduzione interculturale”, Serena e Selene, oltre alla passione per le sorelle romanziere, condividono anche quella per i viaggi. Serena, poi, ama alla follia Harry Potter, mentre Selene il caffè, ne beve quantità industriali.
Serena e Selene, com’è nata la vostra passione per le sorelle Brontë?
Entrambe siamo state catturate dai gelidi venti dello Yorkshire alle scuole superiori, leggendo Cime Tempestose di Emily. Quando poi ci siamo incontrate all’università, abbiamo scoperto di avere questa passione letteraria in comune.
Chi mi conferma – non litigate però – se davvero il loro cognome potrebbe essere legato al paesino siciliano, famoso per i buonissimi pistacchi?
No, senza litigare ti confermiamo entrambe che c’è un legame! Il vero cognome del padre delle sorelle Brontë infatti sembra fosse Brunty, ma decise di cambiarlo in onore dell’ammiraglio Horatio Nelson duca di Bronte, personaggio storico per il quale nutriva particolare stima e ammirazione.
Selene Chilla e Serena Di Battista
Selene, cosa rende speciali i loro romanzi?
Le cose che li rendono speciali sono tante, a cominciare dal modo in cui vennero pubblicati. Le sorelle Brontë erano tre giovani donne vissute durante i primi anni dell’epoca vittoriana e, nonostante al tempo la scrittura non fosse considerata un’occupazione adatta all’universo femminile, perseguirono il loro sogno con forza e tenacia, pubblicando sotto pseudonimo maschile per poi venire allo scoperto e sfidare i rigidi canoni sociali del tempo. Inoltre, parliamo di donne che non avevano paura di raccontare la verità per quello che era. Perché romanzi come Cime Tempestose e Jane Eyre, nonostante una certa immagine patinata emersa da alcuni sceneggiati tv, non sono affatto dei romanzi d’amore ma sono dei romanzi di vita, e l’amore fa parte della vita così come l’odio, il dolore, la rabbia. Le sorelle Brontë raccontarono tutto questo e lo fecero nonostante le critiche, senza mai considerarsi diverse dagli autori uomini. I loro romanzi, dunque, sono speciali perché uniscono una profondità tutta femminile ad una forza ed una schiettezza che al tempo erano prerogative maschili.
Serena se dovessi consigliare uno solo dei romanzi delle sorelle Brontë – lo so sembra la domanda vuoi più bene a mamma o papà – quali consiglieresti?
Facile, Cime Tempestose. Non solo perché è il mio preferito, ma perché penso che tra tutti sia il più controverso, sconvolgente e singolare. O lo si ama o, al contrario, lo si detesta, ma di certo non si reagisce mai alla sua lettura senza sentir nascere nel profondo delle emozioni forti. Fermo restando che i romanzi sono tutti molto diversi, soprattutto se li si raggruppa per autrice (si tratta sempre di tre donne diverse), ritengo quello di Emily l’unico che trascini, che si avviluppi in modo totalmente viscerale ai nostri lati più oscuri. È un po’ come il vento impetuoso nella brughiera: puoi schermarti il viso quanto vuoi, ma ti graffierà lo stesso le guance e ti scompiglierà i capelli.
Passiamo al vostro blog. Come vi è venuta questa “stramba” idea?
Negli anni ci siamo accorte che, nonostante l’università e il lavoro, dedicavamo, comunque, gran parte del nostro tempo allo studio sempre più approfondito di queste autrici. Dopo la lettura dei romanzi è subentrata la ricerca delle lettere, delle poesie, dei testi critici sulle loro opere, delle biografie per comprenderne meglio le vite. Poi, non ancora soddisfatte, siamo passate a veri e propri viaggi in loco, dove la nostra passione ha finalmente trovato il volto di quei luoghi unici. Alla fine abbiamo sentito il bisogno di condividere, di non esplorare questo mondo meraviglioso soltanto in due. Un blog era l’ideale, per iniziare. Da queste spinte nasce The Sisters’ Room: a Brontë-Inspired Blog, un blog di viaggio letterario, una “stanza” virtuale, ispirata in particolare a un’altra che esiste davvero e si trova all’interno di quello che oggi si chiama il Brontë Parsonage Museum: la stanza in cui sono stati scritti i romanzi che tanto amiamo.
Qual è l’identikit del vostro lettore tipo?
Selene. I nostri lettori sono principalmente donne, per la maggior parte della nostra età (forse perché si arriva ad apprezzare certi libri e certi autori solo da “grandi”). Non mancano però adolescenti e ragazze più giovani che ci leggono, ci scrivono, ci chiedono informazioni o aiuto per i loro studi. Inoltre abbiamo anche meravigliose lettrici più grandi di noi e ancora innamorate della letteratura, esattamente come lo saremo noi tra 20 anni!
Serena: è vero, ma devo dire che con nostra grande, piacevolissima, sorpresa ci seguono anche pochi ma affiatatissimi uomini che non solo commentano post, foto e articoli sui nostri social, ma ci scrivono interessanti mail e ci seguono agli incontri dal vivo in libreria!
A sinistra le Sorelle Bronte. A destra le autrici del blog
Il blog è bilingue. Avete più successo nella versione italiana o in quella inglese?
Dunque, decisamente abbiamo più successo nella versione italiana. E siamo molto contente di questo, perché il nostro obiettivo primario era quello di costruire un ponte tra l’Inghilterra e il nostro paese: purtroppo molti testi letterari o di critica letteraria riguardanti le Brontë non vengono tradotti nella nostra lingua, e il materiale a disposizione del lettore è limitato. Eppure sapevamo, sentivamo, anche qui da noi, soprattutto in questi anni in cui ricorrono i loro bicentenari, che sarebbe cresciuta una certa attenzione e curiosità nei confronti di queste autrici. Nonostante il successo del blog sia principalmente merito dei nostri affezionatissimi lettori italiani, i contatti con l’estero sono comunque quotidiani e passano principalmente attraverso i social. Riceviamo infatti numerose email e messaggi privati da persone che ci seguono in tutto il mondo, specialmente in Inghilterra e in America. Grazie ai social abbiamo avuto modo di stringere conoscenze, amicizie e collaborazioni con blogger, scrittori, appassionati, studiosi, editori, provenienti dalle parti più disparate del pianeta e questo è meraviglioso! Ci ha arricchito molto e ci ha aperto diverse prospettive!
Come vi dividete il lavoro e come decidete i pezzi da scrivere?
Selene: Per la suddivisione del lavoro facciamo mensilmente un piano che si sposi con i nostri impegni del periodo e che, ahimè, non è sempre facile rispettare! I pezzi da scrivere li decidiamo solitamente sulla base di quello che definiamo, tra di noi, il “calendario brontëano”, facendo attenzione alle varie ricorrenze che riguardano la vita delle autrici, ma anche in base ai nostri interessi! Se ad esempio a qualcuna di noi viene in mente un argomento da approfondire, lo propone all’altra e si fissa la data della pubblicazione.
Serena: Per quanto riguarda i social ci siamo divise gli incarichi: io mi occupo di Facebook e Instagram, mentre Selene di Twitter e Pinterest. Ma ci piacerebbe anche molto sviluppare il nostro canale Youtube… ci stiamo lavorando!
All’inizio di questa avventura editoriale qual era il vostro obiettivo?
Serena: Per quanto mi riguarda mi ha entusiasmato sin da subito l’idea di creare qualcosa che non esisteva e di cui c’era un gran bisogno: un blog in lingua italiana. Così un giorno, ci siamo dette “se non c’è, inventiamolo noi!” Non puoi neanche immaginare con quanta incredulità e scetticismo continuavamo a scrollare le pagine di Google: possibile mai che davvero il nostro fosse il primo blog italiano dedicato a queste autrici? Abbiamo iniziato quasi per gioco, improvvisando e imparando dalla pura esperienza quotidiana, ma sin dall’inizio di questa avventura mi spingeva forte il sogno di sfruttare questo blog per crescere professionalmente: più impariamo, più abbiamo racconti da condividere, e grazie a questo mezzo possiamo far arrivare la nostra voce molto lontano!
Selene: Sono d’accordo con Serena. Per quanto mi riguarda, l’obiettivo è sempre stato quello di condividere, conoscere e imparare. Abbiamo raggiunto con il tempo un numero di lettori che ha superato di molto le nostre iniziali aspettative e, sebbene l’obiettivo finale resti immutato, le prospettive si sono sicuramente ampliate.
E ora, che invece il blog è decisamente cresciuto, quale sarà il prossimo obiettivo?
Oltre a nuovi viaggi e collaborazioni c’è in cantiere un progetto editoriale. Non vi sveliamo altro, chissà, magari presto potrete leggerci su vere e proprie pagine d carta.
Serena, se dovessi magicamente incontrare una delle sorelle Brontë o magari anche l’oscuro fratello, chi vorresti intervistare e quale sarebbe la prima domanda che porresti? E tu, invece, Selene? Se rispondete allo stesso modo, prometto che me ne vado.
Serena: Ovviamente Emily, che mi incuriosisce e mi affascina da quando ero ragazzina. Probabilmente non resisterebbe a un’intera intervista, quindi le farei subito la domanda che mi sta più a cuore, ovvero se è stata felice, a modo suo. Vorrei sapere se nonostante le difficoltà della vita (e nello specifico, della vita nel suo contesto storico, sociale e geografico!), il dolore, gli ostacoli, se nonostante la paura, la morte sempre in agguato tra le mura della sua casa, se nonostante tutto questo è stata felice. Se ne è valsa la pena seguire il vento.
Selene: Anche io ho un debole per Emily e sceglierei lei, ma più che porle domande dirette, la farei parlare. Emily era una persona molto riservata e non rischierei di essere sfacciata, continuerei semplicemente ad ascoltare ciò che ha da raccontare, con la stessa attenzione con cui oggi leggo le sue opere.
Ok non me ne sono andato, però vi sfido. Convincete uno come me, che pur essendo un accanito lettore, non si è mai accostato ai libri delle sorelle Brontë, nonostante il martellamento, da almeno vent’anni, di una fan accanita come la mia amica Francesca Recine, a leggere almeno un loro romanzo?
Selene: quindi mi stai dicendo che c’è ancora qualcuno che non ha mai letto un libro delle sorelle Brontë?
Serena: Ti minaccerei ricordandoti che ho imparato i migliori incantesimi da Hermione Granger, per cui, occhio, non mi far arrabbiare sennò, agito la bacchetta e… Wingardium Leviosa.
Vabbè mi hai convinto, specie per la minaccia lievitativa, per cui corro in libreria. Prossimo viaggio brontëano?
Siamo in partenza per Haworth, la casa delle Brontë e poi per lo Yorkshire. Un viaggio di passione, di studio, di ricerca perché le opere brontëane sono strettamente legate al contesto in cui le autrici sono nate e vissute, le loro parole sono imbevute dei colori della brughiera, dello spirito degli abitanti del luogo, dei venti gelidi che vi soffiano. Grazie mille Maurizio, è stato piacevolissimo rispondere all’intervista e direi che abbiamo chiacchierato abbastanza: se volete scoprire di più vi aspettiamo sul blog!
Di nulla ragazze, grazie a voi per il tempo dedicatomi, il piacere è stato reciproco e un grande in bocca al lupo per il vostro blog e per la vostra vita.