“A Ceperan, là dove fu bugiardo / ciascun Pugliese, e là da Tagliacozzo, / dove sanz’arme vinse il vecchio Alardo”. Così, nel XXVIII canto dell’Inferno, Dante Alighieri cita la cittadina di Tagliacozzo, luogo di un’epica battaglia che si svolse nei pressi della località abruzzese e che vide contrapporsi le truppe ghibelline, sostenitrici di Corradino di Svevia e quelle guelfe, schierate dalla parte di Carlo I d’Angiò. La battaglia arrise allo spiegamento guelfo anche grazie allo stratagemma di Alardo di Valèry che sanz’arme riuscì a sconfiggere l’esercito ghibellino. Ma Tagliacozzo, non è solo il luogo di un importante scontro militare ma anche un piccolo gioiello architettonico tutto da visitare.
LE ORIGINI DI TAGLIACOZZO
Scorci di Tagliacozzo
Collocato nella parte occidentale della Marsica, nell’area dei Piani Palentini, Tagliacozzo ha un etimo quantomeno curioso. Il nome deriva dalla contrazione delle parole latine talus e cotium (taglio della roccia) e si riferisce al fatto che il paese marsicano si inserisce nella fenditura del monte Civita, alle pendici del quale è adagiato. Il luogo fin dall’antichità risultò ideale per degli insediamenti umani, sia per la protezione garantita dalla montagna che per la presenza del fiume Imele. Il primo popolo a stabilirsi fu quello degli Equi, a cui in seguito si sostituì quello dei Marsi che diede il nome a tutta l’ampia area circostante.
Nel corso del XI secolo, Tagliacozzo fu inglobato nella Contea dei Marsi e nel 1173 divenne territorio dei De Pontibus, una antica e potente famiglia del luogo. A partire dal XIV secolo Tagliacozzo divenne oggetto di contesa fra due nobili famiglie romane, da sempre acerrime nemiche: i Colonna e gli Orsini. Nel 1410, a conferma dell’importanza assunta ormai dal luogo marsico, fu aperta una Zecca che coniò nel corso degli anni due importanti monete: il Bolognino prima e il Cavallo dopo.
Consulta la guida su cosa vedere in Abruzzo
Nel corso del XVI secolo Tagliacozzo, sotto il dominio dei Colonna, divenne la capitale di un vasto ducato “Taleacotium Ducatus Caput Marsorum” e proprio in questo periodo la cittadina crebbe in importanza e bellezza. In seguito, fu inglobato nel territorio del Regno delle Due Sicilie, nonostante la vicinanza al confine con lo Stato della Chiesa. Con l’Unità d’Italia Tagliacozzo, come altre zone dell’area, fu interessato dal fenomeno del brigantaggio che impegnò e non poco l’esercito italiano con azioni repressive, poco dignitose.
Il terribile sisma del 1915, che distrusse molte località presenti nell’area, fra cui principalmente Avezzano, risparmiò per motivi geologici Tagliacozzo, per cui visitare oggi la cittadina abruzzese equivale a guardare il volto intatto della Marsica dal medioevo a oggi.
COSA VEDERE NEL BORGO ABRUZZESE
Il tour di Tagliacozzo inizia dalla bella piazza Unità d’Italia, con gli ampi giardini da poco risistemati, dove si affaccia il palazzo comunale e la cinquecentesca chiesa dell’Annunziata. Realizzata per volontà dei domenicani, che presero possesso dell’area, la chiesa sorse sulle rovine di un piccolo ospedale, con annessa cappella. Come portale d’ingresso fu utilizzato quello della chiesa di San Giovanni Battista, edificio costruito in precedenza per volere degli Orsini. Proprio lo stemma della potente famiglia romana campeggia ben due volte sul capitello sinistro, a conferma del ruolo primario esercitato dagli Orsini a Tagliacozzo. L’interno della chiesa, a unica navata, è caratterizzato dalla presenza sui due lati di diverse cappelle, la cui decorazione fu effettuata prevalentemente fra la fine del ‘600 e i primi decenni del successivo secolo.
Lasciata la chiesa dell’Annunziata entriamo nel centro storico del paese attraverso una delle cinque porte, Porta dei Marsi, anche chiamata Porta da’ Piedi, trovandoci, poco dopo, nella bellissima Piazza dell’Obelisco, centro pulsante del paesino marsicano. La piazza, in origine chiamata Piazza da’ Piedi, colpisce per la sua armonia architettonica e per i bei palazzi che vi si affacciano. Fra questi, in particolare, degno di nota è Palazzo Amicucci, già Tudoni, caratterizzato dalla presenza, al primo piano, di due eleganti bifore tardo-gotiche ad arco inflesso e al di sopra da un loggiato con archi a tutto sesto.
Al centro della piazza, che soprattutto nei mesi estivi si anima di residenti e villeggianti, troneggiava in passato il pilozzo, un sedile in pietra con un foro in mezzo, sul quale venivano fatti forzatamente sedere i debitori insolventi. I malcapitati erano costretti a tenere i calzoni calati fra gli scherni della gente e questa gogna, probabilmente di origine medievale, permetteva la cancellazione del debito e il ritorno alla vita normale. Oggi al posto del pilozzo si trova la Fontana dell’Obelisco, costruita nei primi anni dell’Ottocento e dedicata a sant’Antonio di Padova.
Tagliacozzo, affreschi nella Chiesa di S. Francesco
A poca distanza dalla centrale piazza si trova il bellissimo chiostro di San Francesco che, come la vicina e omonima chiesa, fu eretto nel XIII secolo. A colpire del chiostro, che presenta un’inconsueta pianta trapezoidale, sono gli affreschi che decorano la volta dell’androne e le varie lunette soprastanti gli archi che delimitano il giardino centrale. Le scene rappresentano la vita di San Francesco e si ispirano alla Leggenda maggiore di San Bonaventura.
Di pregio è anche la chiesa di Santi Cosma e Damiano, la più antica di Tagliacozzo, come confermato da preziosi documenti che attestano la presenza dell’edificio religioso, seppur con fogge diverse, già in epoca carolingia (VIII sec. d.C.). La chiesa presenta una tipica pianta a croce latina, non del tutto evidente a causa dell’inglobamento del braccio sinistro del transetto nell’attiguo monastero benedettino. Notevole è anche l’abside semicircolare con evidenti riferimenti allo stile romanico. Nel monastero, dove in seguito si installarono delle monache benedettine di clausura, risiedette negli ultimi anni della sua vita il beato Oddo da Novara, padre spirituale delle suore e figura di spicco nel contesto religioso locale.
A poca distanza dalla chiesa di S.S. Cosma e Damiano sorge il palazzo Ducale, vera e propria perla del patrimonio artistico tagliacozzano. Il palazzo, edificato nel corso del XIV secolo per volontà della famiglia Orsini, conobbe il suo splendore nel corso del ‘400 quando fu avviata una complessa e articolata serie di lavori che trasformarono, specie internamente, il palazzo. A rendere straordinario l’edificio sono, infatti, gli affreschi che decorano molte stanze del complesso ducale. Tanti i temi raffigurati come scene della vita di Cristo, fra cui una bellissima natività e una solenne Adorazione dei Magi, in cui la caratterizzazione dei diversi personaggi è molto realistica al punto da far ritenere che alcuni di loro rappresentassero figure di spicco della famiglia Orsini. Oggi purtroppo il palazzo non è visitabile per dei lavori di restauro, ma la sua riapertura è comunque imminente.
Visualizza questo post su Instagram
Di interesse è anche il Teatro Talia, dedicato alla musa, figlia di Zeus, che presiedeva all’arte della Commedia. Sorto originariamente come convento benedettino fu soppresso nel 1652 per volontà di papa Innocenzo X. Nel 1686 fu convertito in teatro e successivi lavori ne trasformarono l’interno con la realizzazione del palcoscenico, delle poltrone e dei palchi, il tutto in prezioso legno di castagno. Con l’Unità d’Italia il teatro fu acquistato dal comune e e inaugurato nel 1888 dopo una serie di lavori di restauro che hanno profondamente modificato l’assetto originario, a partire dalla facciata di gusto neoclassico, nel 1888. Dei lavori ottocenteschi, facciata a parte, non rimane molto, in quanto nel secolo scorso il Teatro Talia è stato oggetto di nuovi e accurati lavori.
Ma Tagliacozzo non è solo chiese, belle piazze e monumenti di pregio. Camminare fra le sue stradine incantevoli equivale a passeggiare nella storia, abbracciati da panorami mozzafiato e protetti dalla cordialità del popolo abruzzese che coccola senza essere mai invadente. Buona visita.
Per saperne di più:
Leggi anche: Rocca Calascio, in Abruzzo l'incantevole castello di Ladyhawke Serramonacesca, sulle orme di monaci ed eremiti della Majella Un castello sospeso sulla roccia: il maniero di Roccascalegna